(Adnkronos) – Dopo aver conquistato Aleppo, i ribelli hanno scacciato l’esercito siriano anche da Hama, città dal grande valore simbolico e strategico, considerata dagli analisti ‘termometro’ della stabilità del regime di Assad. Mantenere Hama, situata nel centro della Siria, era fondamentale per l’esercito di Bashar al-Assad per salvaguardare la capitale e sede del potere, Damasco. Per questo motivo, gli analisti hanno spesso suggerito che una caduta di Hama avrebbe potuto significare la caduta del regime stesso.
Hama è profondamente associata alla repressione violenta dell’insurrezione dei Fratelli Musulmani da parte del regime di Hafez al-Assad, il padre di Bashar. Durante il ‘Massacro di Hama’ del 1982, decine di migliaia di civili furono uccisi dall’esercito siriano, che riuscì a consolidare il proprio potere attraverso un atto di forza brutale. L’evento ha lasciato un’eredità di risentimento anti-governativo che è riesploso nel 2011 nei moti di protesta sull’onda della ‘primavera araba’, quando Hama fu uno dei centri principali delle proteste contro il regime.
All’inizio delle proteste, decine di migliaia di persone si radunarono ad Hama per manifestare pacificamente, chiedendo riforme democratiche e la fine della repressione. Il regime rispose con violenza, inviando carri armati e forze di sicurezza per reprimere il dissenso. Nel luglio 2011, un’incursione massiccia dell’esercito governativo portò a violenti scontri e bombardamenti, causando centinaia di morti e l’arresto di numerosi oppositori. La brutalità della repressione ad Hama attirò l’attenzione internazionale, diventando uno degli episodi simbolo della lotta tra il regime e il movimento di opposizione. Nonostante il centro della città fosse tornato presto sotto il controllo del governo, le aree rurali circostanti rimasero a lungo un bastione di ribelli, dando il via a una lunga fase di guerriglia e contro-offensive che hanno segnato profondamente la regione.
Sul piano strategico, la città è uno snodo fondamentale sulla principale autostrada M5 che collega Damasco a nord, rendendola cruciale per i rifornimenti e il controllo delle rotte tra le principali città della Siria. Hama ha anche un ruolo di ‘cuscinetto’ per la costa alawita: essendo vicina alle zone costiere, dove si trova la base di supporto del regime (soprattutto la comunità alawita), il controllo di Hama è vitale per la sicurezza di queste aree.
La città è stata negli ultimi anni teatro di numerose campagne militari per riconquistare il controllo delle aree rurali e respingere i ribelli. Nelle zone rurali di Hama hanno operato diverse fazioni di ribelli, tra cui l’Esercito libero siriano e gruppi affiliati ad Al-Qaeda come Hayat Tahrir al-Sham. Ciò ha reso la provincia un’area di combattimenti intensi: la distruzione delle infrastrutture civili e la crisi umanitaria hanno reso la situazione particolarmente difficile per i residenti, motivo per cui Hama ha subito ondate di sfollati interni, con molte persone che hanno cercato rifugio in altre regioni.