Premessa: in una stagione in cui i Block Devils hanno vinto tutto quello che c’era da vincere (dopo la bruciante esclusione dello scorso anno dalle coppe continentali) società e squadra, nel complesso, meritano un 10 e lode. In un successo corale, proviamo a individuare chi, più degli altri, ha contribuito maggiormente a questo Grande Slam.
La delusione dello scorso anno, dopo il consistente sforzo economico, avrebbe indotto molti a gettare la spugna o comunque a rivedere al ribasso il proprio impegno. Il patron, al quale in passato si è rimproverato di agire più di cuore (e di portafoglio) che di testa, ha invece saputo far tesoro degli errori del passato. Rinnovando la squadra, ma ripartendo dai suoi punti fermi. E soprattutto affidandosi all’allenatore campione d’Italia. L’usato sicuro, senza farsi incantare dalle sirene di chi ha tagliato traguardi all’estero. Determinato.
E’ arrivato a Perugia da campione d’Italia. Trovando subito sintonia con la tifoseria più calda della Superlega, senza fare proclami e spiegando, alla vigilia, che Perugia era forte, ma non la più forte. Quel qualcosa in più perché fosse la più forte ce l’ha messo il mister, con una gestione sapiente dei suoi ragazzi, nell’arco della stagione e delle stesse partite, con rotazioni non predeterminate, ma basate sull’andamento della gara e sullo stato di forma del singolo giocatore. E così tutti hanno avuto modo di farsi trovare pronti, al momento giusto. Compreso il capitano Leon, recuperato gradualmente, fino ad essere l’arma in più della Sir nella serie finale. Mago.
Lorenzetti a dirigere dalla panchina, Giannelli dal campo. Il capitano della Nazionale ha avuto un rendimento altissimo e costante in tutte le competizioni e per tutto il lungo campionato. Sintomatico quanto ha fatto in Gara4, quella che ha assegnato lo Scudetto. Con le sue mani fatate telecomanda palloni per i compagni. Ha l’intelligenza per colpire in proprio. Aiutato dal fisico, riesce a dare un contributo importante anche a muro. Insostituibile.
L’operazione lo ha tenuto lontano dalla rete a lungo. Una sofferenza per lui e per i tifosi. Il campione non si è demoralizzato, convinto anche dalle parole di Lorenzetti che aveva profetizzato: sarai determinante nel finale di campionato. E così è stato. Voleva alzare il trofeo della Superlega con Perugia prima di salutare la città alla quale rimarrà per sempre legato. Indomito.
Il ragazzino terribile, diventato il nuovo idolo dei tifosi bianconeri, è maturato, grazie anche all’esperienza di mister Lorenzetti. E da asso per ribaltare gli avversari nelle gare difficili si è conquistato il ruolo di affidabile punto fermo. Lui ha ripagato la fiducia mettendo in campo potenza e intelligenza nei colpi. Maturato.
Gara4 è una delle poche in cui ha giocato sotto i suoi livelli. Ma questo non può offuscare quanto di buono fatto in questa stagione. Scommessa vinta.
A dispetto dei suoi 39 anni vola a recuperare palloni. A Perugia sembra aver trovato l’elisir di giovinezza. Un esempio anche per i compagni. Inossidabile.
Più croce che delizia, anche se non sempre è riuscito a mantenere i suoi livelli, altissimi. Quando lo fa, diventa devastante per gli avversari. Ha bisogno di tranquillità mentale per esprimersi al meglio. Con Lorenzetti in panchina e Giannelli ad apparecchiargli palloni, ha trovato l’ambiente giusto. Talentuoso.
Il pieno recupero fisico gli ha consentito di esprimersi su livelli altissimi. A muro, negli attacchi veloci grazie all’intesa con Giannelli, ma anche al servizio. Colonna.
Altra scommessa vinta. Utilissimo in difesa e in attacco. E quando non trova continuità, lascia ordinatamente il posto ai compagni. Un’apparizione rapida, ma che resterà nella storia di questo club. Duttile.
Il modo in cui contribuisce a piegare Monza in Gara4 alza di molto il voto di una stagione tra alti e bassi. La sua potenza può essere l’arma in più della Sir, ma va ben dosata. Esplosivo.
Meno spazio per il Granchio di fronte alle ottime prestazioni dei compagni di reparto. Ma lui, comunque, si fa trovare sempre pronto quando serve. Utile.
Lorenzetti lo manda spesso in campo per sfruttare la sua battuta. Pochi altri spazi per mettersi in mostra. Tattico.
In altre squadre, anche titolate, avrebbe più spazio il palleggiatore della Slovenia. Non con un monumentale Giannelli davanti a sé. Ma a questi livelli, è importante avere un’eventuale alternativa di assoluta qualità in regia. Alternativa di lusso.
Poche occasioni per mettersi in mostra, per una Sir di campioni dove però il successo è corale. Di sacrificio.
Tanta esperienza da maturate a fianco del maestro Colaci. E sotto la guida di mister Lorenzetti. A lavoro pr il futuro.