Spoleto

Il sipario del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto torna a nuova vita | Le prime immagini

Sssssshhhh! Silenzio in sala! Si abbassano le luci, si alza il sipario e inizia la magia! La magia è quella che si può respirare solo all’interno di un teatro. Il sipario che si alza, anzi, che si ri-alza, è oggi quello del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Ma andiamo con ordine e vediamo come siamo arrivati fino ad oggi.

La Sfida del Teatro Menotti Post-Terremoto

La storia recente ci racconta che a causa del forte terremoto che colpì l’Umbria nel 1997 il teatro subì molti danni che ne hanno determinato la chiusura per diversi anni. Quasi 10 anni dopo, nel biennio 2005/2006 la struttura fu finalmente oggetto di ristrutturazione, ma non il suo sipario.

Procedere con i lavori lasciando montato il sipario, avrebbe messo in serio pericolo la salvaguardia della grande tela; quindi, galeotta fu l’esigenza di doverlo spostare, perché questo ha dato inizio a tutto!

Il Comune di Spoleto, infatti, in qualità di proprietario del bene, contattò la Coo.Be.C, la cooperativa di restauro di Spoleto, alla quale chiese assistenza per trovare una soluzione volta a garantire la tutela della grande tela di grande valore storico-artistico.

Le enormi dimensioni della tela, 11,90 mt di altezza e 13,92 di larghezza, erano la vera difficoltà di trovare uno spazio sufficientemente grande per poterla ricoverare e questo ha obbligato i restauratori a trovare una soluzione di ingegno. È così che è nata la soluzione “salvaspazio” e che ha permesso di poter ricoverare il sipario presso la sede della cooperativa, dopo le non facili operazioni di smontaggio e trasferimento.

La tecnica di conservazione adottata e le condizioni del sipario

Una soluzione trovata era semplice, ma estremamente efficace. È stato costruito un enorme rullo rivestito di pluriball (il materiale da imballaggio in plastica con piccole bolle d’aria che tutti conosciamo) lungo quanto la tela, intorno al quale il sipario è stato arrotolato. Questo sistema ha evitato gli “spiegazzamenti” della tela e ha evitato che la pellicola pittorica si danneggiasse ulteriormente.

Lo stato di conservazione del sipario, infatti, era piuttosto compromesso. Sia per la tecnica di movimentazione che ha danneggiato la tela in più punti, sia per le numerose “lacune” di caduta della pellicola pittorica.

Correva l’anno 2005! Da allora il sipario è stato così mantenuto e salvaguardato presso la sede della ditta di restauro. Ben custodito, è vero, ma pur sempre avvolto ad un rullo e privato della sua funzionalità e di potersi mostrare in tutto il suo prestigio e splendore.

Il valore storico e l’importanza del restauro

È una tela di enormi dimensioni, come già detto, realizzata per l’allora Teatro Nuovo, sorto per volere della borghesia locale negli anni ’60 del 1800. Sulla tela è stata raffigurata una scena storica, precisamente “Annibale sconfitto sotto le mura di Spoleto”. Una scena allegorica scelta e dipinta dal pittore Francesco Coghetti per esaltare la storia di Spoleto. Nel corso dell’800, infatti, il teatro aveva un duplice valore: quello culturale, ovviamente, e quello sociale. Era il luogo in cui un certo ceto si incontrava e confrontava, diventando il “palco” dal quale poter affermare il peso economico nella comunità.

E ogni teatro importante, come lo era ed è il Nuovo, deve avere un sipario all’altezza del ruolo. Per questo motivo la sua esecuzione venne affidata all’illustre pittore del Romanticismo Francesco Coghetti, uno dei primi professori dell’accademia San Luca in Roma, il quale scelse di rappresentare la “sconfitta di Annibale”, del suo fallito tentativo di conquistare Spoleto, episodio ancora oggi leggibile sull’arco di Porta Fuga, per onorare il prestigio della Città.

E noi, oggi, come possiamo onorarne la bellezza e il prestigio? Restituendo restaurato il meraviglioso sipario a Spoleto.

Tornando dunque ai giorni nostri: due anni fa, circa, il Comune di Spoleto ha di nuovo preso contatti con la Coo.Be.C.,convinto che fosse ormai arrivato il momento di srotolare la grande tela e restituire agli occhi degli spettatori il piacere di ammirare lo splendore del sipario.

I restauratori non potevano non condividere l’intento dell’ente. Felici perché finalmente dopo più di 20 anni di non meritato riposo, potevano iniziare il restauro del sipario presso il bellissimo laboratorio della cooperativa.

Per prima cosa Coo.Be.C, sposando da subito i desiderata del Comune e accogliendone anche le preoccupazioni riguardanti l’aspetto economico che il restauro comportava, hanno suggerito all’ufficio di competenza del Comune, di inserire tale progetto all’interno dell’Art Bonus, uno strumento straordinario, che consente a cittadini e aziende di partecipare alla tutela del Patrimonio artistico-culturale italiano, sostenendo eventi, attività o progetti di restauro attraverso sponsorizzazioni deducibili a livello fiscale.

Grazie a questa possibilità, le belle notizie non si fermano qui, uno degli aspetti fondamentali in tutta questa storia, insieme all’impegno del Comune, più del fatto che restauratori spoletini restaureranno e restituiranno alla città un pezzo di storia della Città, sta nel fatto che un’azienda locale cofinanzierà, insieme al Comune, il restauro proprio grazie all’Art Bonus. In questo caso, i mecenati del terzo millennio sono Filippo Settimi, CEO e presidente del CdA dell’azienda Agrieuro Srl,e le sue sorelle Alessandra e Alessia.

E qui si inserisce l’anello di congiunzione di questa lunga catena. Nella ricerca di uno sponsor che potesse rendere possibile il restauro del sipario danneggiato, ho rivolto la mia domanda alla rete di imprenditori e professionisti di cui faccio parte: BNI gruppo Due Mondi di SpoletoBusiness. Questa rete che lavora su un metodo di passaparola strutturato e risponde all’invito del “come posso aiutarti?” ha poi fatto il resto creando l’opportunità. Ho avuto così il piacere di conoscere il Sig. Filippo Settimi e di raccontargli quanto sarebbe stata impattante sulla comunità l’emozione del ricollocamento del sipario grazie al finanziamento di un’azienda del territorio.

L’imprenditore, forte anche della fiducia creata dalla rete, ha manifestato un interesse immediato per il progetto e dopo un incontro con i tre fratelli Settimi presso la sede della Coo.Be.C per spiegare loro l’aspetto tecnico del restauro, la sponsorizzazione si è concretizzata. Dopo questo nostro incontro, è stata l’amministrazione comunale a seguire la parte burocratica, fino dall’inizio dei lavori, garantendo trasparenza a tutta l’operazione.

Vi lascio qualche foto affinché possiate “entrare” nel nostro laboratorio e seguire le fasi del nostro lavoro!

Contributo di Simona Santarelli – restauratrice e socia della Coo.be.c (foto gentilmente messe in disponibilità dalla coooperativa)