Prosciolto da ogni accusa il sindaco di Passignano sul Trasimeno Sandro Pasquali, che era finito sotto inchiesta per truffa aggravata in merito alla sua assunzione in Regione. Il giudice per l’udienza preliminare di Perugia Margherita Amodeo ha disposto il “non luogo a procedere” nei confronti del primo cittadino. Cadono dunque le ipotesi accusatorie formulate dalla Procura perugina.
L’inchiesta era stata condotta dalla Guardia di finanza ed aveva ipotizzato una truffa ai danni del Comune di Passignano dopo che Pasquali era stato assunto (nel febbraio 2020, mentre era sindaco) presso la Regione Umbria dal gruppo regionale del Pd. Assunzione che secondo le accuse era finalizzata ad ottenere il versamento dei contributi previdenziali da parte delle casse comunali. Il primo cittadino, infatti, appena dopo un mese si era messo in aspettativa dal lavoro, senza stipendio, mantenendo il diritto ai contributi previdenziali. Ora il gup ha stabilito che non c’è stata nessuna truffa, prosciogliendo l’indagato dalle accuse.
“Si chiudono due anni durante i quali il sindaco Sandro Pasquali è stato oggetto di attacchi feroci e ingiusti. Due anni di gogna, a cui si mette fine con la sentenza del giudice per l’udienza preliminare di Perugia, che ha deciso per il non luogo a procedere per Pasquali, prosciogliendolo dall’accusa di truffa aggravata. Si restituisce così la verità su una vicenda surreale e strumentale, durante la quale i massimi esponenti del centrodestra nazionale sono entrati in campo per gettare fango e ombre su una persona come quella di Sandro, distintosi sempre per la profonda competenza, per la sua onestà e correttezza morale. Esprimiamo dunque fiducia nella magistratura e apprezziamo il profilo tenuto da Sandro, che malgrado i tanti attacchi subiti, ha saputo affermarsi per l’amministratore per bene che conosciamo”. Così in una nota il segretario regionale del Pd, Tommaso Bori e la capogruppo del Pd in consiglio regionale, Simona Meloni.