Quaranta giorni per trovare una intesa sul contratto collettivo integrativo del Comune di Spoleto, impugnato dai sindacati Cgil, Uil e CSA (sostenuti dall’intera Rsu) dinnanzi al Giudice del lavoro di Spoleto, la dottoressa Marta D’Auria, che ha rinviato l’udienza di oggi al prossimo 29 aprile.
Il Giudice ha infatti dato il proprio assenso alla richiesta delle parti di tentare un nuovo confronto. Come si ricorderà il Comune dell’ormai ex sindaco Umberto De Augustinis aveva licenziato l’accordo con la firma della sola sigla della Cisl territoriale: contraria l’intera Rsu composta di 12 membri (5 in quota Cgil, 3 Uil, 2 Cisl, 1 Usb, 1 Csa), Cgil, Csa e Uil.
A difendere le ragioni delle organizzazioni sindacali stamani c’era l’avvocato Stefano Giubboni, professore ordinario di diritto del lavoro all’Università di Perugia. “Visto il cambiamento molto significativo registrato nella guida del Municipio (con l’arrivo del Commissario, il Prefetto Tombesi, n.d.r.) abbiamo ritenuto di verificare una ripresa delle trattative al fine di trovare la giusta intesa“, dice il professor Giubboni al telefono con Tuttoggi “questo caso costituisce un unicum, come ha riconosciuto anche il Giudice stamani, dal momento che è stato imposto un contratto firmato da una esigua rappresentanza sindacale. Non si ha conoscenza di un accordo non firmato dalla Rsu. Per questo, nel citare in giudizio il Comune, abbiamo chiesto al Giudice di riconoscere il comportamento antisindacale tenuto dall’amministrazione De Augustinis e di conseguenza disporre l’annullamento dell’integrativo. Confido che l’arrivo del Commissario prefettizio riuscirà a riportare intorno al tavolo tutte le parti e a trovare un giusto accordo per i lavoratori”.
“Non si ha memoria, anche rievocando stagioni di ben più intensa conflittualità sindacale, di controversie intentate nei confronti del Comune di Spoleto, e certamente non è dato ritracciare ne passato casi di così eclatante antisindacalità come quello all’attenzione del Tribunale” conclude il legale.
Come si ricorderà la vertenza era giunta alla ribalta delle cronache con un intervento del gruppo Fd’I che, a poche ore dal voto di sfiducia che ha posto fine alla Giunta de Augustinis, aveva denunciato il comportamento sleale della governance nei confronti dei sindacati e dei lavoratori.
A stretto giro di posta era intervenuta la Giunta accusando Cgil, Uil e Csa e parte della Rsu “di essere interessati ad assicurare a tutto il personale le progressioni economiche orizzontali a prescindere dall’effettivo merito, evidenziando insofferenza verso criteri meritocratici e selettivi, basati sulla valutazione della performance individuale”.
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