(Fda) Un protocollo d'intesa per stabilire le modalità di accoglienza dei profughi dal Nordafrica in Umbria è stato siglato oggi a Perugia dalla presidente della regione Catiuscia Marini, dal presidente della Conferenza episcopale umbra Vincenzo Paglia e dal presidente dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) regionale Wladimiro Boccali.
Il protocollo d'intesa, il primo del genere in Italia, ha l'obiettivo di sviluppare la collaborazione tra la Regione Umbria e la Ceu per rispondere all'emergenza umanitaria attraverso un modello “orientato ad un'accoglienza diffusa sull'intero territorio regionale per favorire un concreto processo di integrazione”.
Secondo quanto riferito dalla Ceu, il protocollo siglato oggi “prevede che i soggetti firmatari, nel rispetto delle rispettive competenze, si impegnano a promuovere, incrementare ed attuare una reciproca sinergia nella politica di accoglienza e di assistenza della popolazione interessata dall'emergenza umanitaria che la Regione Umbria si è impegnata ad ospitare, favorendo, anche attraverso il coinvolgimento e la sensibilizzazione delle realtà locali, una armoniosa integrazione”. In sostanza la regione e le strutture ecclesiastiche si sono impegnate reciprocamente a collaborare per garantire la migliore sistemazione possibile ai migranti, presso delle strutture e delle associazioni già attive sul territorio individuate insieme.
ACCOGLIENZA PROFUGHI FINO AD OGGI L'Umbria è impegnata nell'accoglienza profughi dallo scorso aprile, quando arrivarono 328 persone, la maggior parte dei quali alloggiate in strutture diocesane attraverso Caritas e altre realtà ecclesiali. La quasi totalità di questi profughi ha lasciato la regione dopo poche settimane -appena giunto il permesso di soggiorno “provvisorio”- diretti alla frontiera con la Francia.
A partire dallo scorso mese di giugno è in atto una seconda fase di arrivi, molti dei quali invece intenzionati a stabilirsi in Umbria. Secondo i dati della Protezione Civile sono 303 i profughi attualmente presenti in regione, 267 dei quali richiedenti asilo, assistiti per metà dalle Caritas e per metà dall'Arci.
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