Cronaca

Sicurezza, i cavalcavia monitorati in Umbria

La notizia, appresa dalla tv e rimbalzate da Genova in ogni angolo d’Italia, che i manufatti in calcestruzzo hanno una “vita” di 50 anni. E poi le immagini di piloni dei viadotti che mostrano l’armatura in ferro, ormai ossidato, spuntare dal calcestruzzo caduto in terra. Anche in Umbria, soprattutto sui social, cresce la preocupazione per i viadotti delle strade che attraversano la regione, dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova.

Tanto che l’Anas, che nella regione gestisce 600 km di strade, è costretta ad intervenire, per fare il punto su alcune strutture che hanno creato particolare allarme. E’ il caso del viadotto di Toano sulla SS675 a Terni, monitorato ed oggetto di interventi.

I ponti di Perugia

Anas apre poi il capitolo relativo al viadotto a Perugia nell’innesto tra il raccordo autostradale e la E45. In questi giorni sulla rete sono tornate a circolare fotografie che mostrano i piloni del ponte fortemente danneggiati. “Va chiarito – assicura l’Anas a questo proposito – che le immagini in cui è parzialmente visibile l’armatura in ferro mostrano il fisiologico deterioramento degli strati superficiali del calcestruzzo, causato nel tempo dagli agenti atmosferici, che non influisce sulla staticità dell’opera”. I lavori per il risanamento sono già stati appaltati e il cantiere partirà a fine settembre.

Già terminati, invece, i lavori sul viadotto di Collestrada, un’altra opera che immagini circolate sulla rete in queste ultime ore mostrava come particolarmente deteriorato. Anas afferma che le immagini in questione risalgono però all’inizio del 2017  (immagine di copertina) e che i lavori sono terminati alla fine dello scorso anno. Anas specifica inoltre che anche in quel caso si trattava di un deterioramento superficiale del calcestruzzo, tale da non determinare “alcuna implicazione statica”. “Quella che in alcune immagini poteva sembrare una fessura aperta lungo una delle travi – precisa ancora la nota dell’Anas – era in realtà uno spazio (giunto tecnico) tra due strutture portanti separate e indipendenti l’una dall’altra, realizzate in epoche diverse”.

La Flaminia tra  Spoleto e Terni

Due interventi di risanamento effettuati nell’ambito della manutenzione ordinaria già programmata sulla rete stradale di competenza. Come vengono effettuati anche in altri tratti di strada su cui si è generato allarme nelle ultime ore, come la Flaminia tra Spoleto e Terni. “A livello generale – assicura Filippo Bargelli di Anas – possiamo garantire che tutte le strutture vengono sottoposte a manutenzione ordinaria periodicamente programmata. Soprattutto negli ultimi anni tanta manutenzione è stata fatta”. Insomma, è vero che un manufatto in calcestruzzo dopo 50 anni può perdere la propria solidità, ma non se viene sottoposto, nei decenni, ad interventi di manutenzione o addirittura sostituzione di parti deteriorate.


Sicurezza, falso allarme per le fessurazioni di Ponte le Cave


Le strade verso il mare

Le strade verso l’Adriatico non dovrebbero destare preoccupazione. I viadotti che collegano la Valnerina al Piceno sono stati chiusi a seguito dei danni causati dal sisma con l’abbassamento del terreno. Su di essi si sta lavorando per ripristinare quanto prima la corretta circolazione. La SS77 è stata inaugurata di recente e le polemiche sulle modalità con le quali sono state realizzate le gallerie sono rientrate piuttosto in fretta.

Viadotti e gallerie della E45: la replica a Campi dell’Aci

Per quanto riguarda la E45, Anas ricorda che recentemente sono stati stanziati 80 milioni di euro solo per i ponti ed i viadotti; di questi, 30 milioni riguardano solo il tratto umbro. E per tutta la rete italiana gestita da Anas, il Contratto di programma 2016-2020 prevede uno stanziamento di circa 350 milioni l’anno per interventi su punti e viadotti, a cui se ne aggiungeranno ulteriori 200 con la rimodulazione in corso a valere sul fondo infrastrutture sempre per questo tipo di interventi.

Quanto ai dubbi sollevati dal presidente di Aci Umbria, Ruggero Campi, Bargelli, senza entrare in polemica, si limita a ricordare che questa arteria è caratterizzata da un elevato numero di viadotti e gallerie (anche queste ultime, come i ponti, “invecchiano“) e che quindi i lavori, alcuni dei quali complessi, hanno stanno riguardando sempre punti diversi.

I sensori per misurare la staticità

Anas ricorda inoltre che tra gli investimenti è prevista una dotazione finanziaria per implementare l’installazione di sistemi tecnologici di monitoraggio sulle opere. Quei sistemi, cioè, il cui utilizzo su larga scala è stato annunciato dal ministro Toninelli subito dopo il crollo di Genova.

I controlli

Anas spiega anche come vengono effettuati i monitoraggi in Umbria e nel resto d’Italia. “Tutte le opere d’arte di Anas sono oggetto di procedure standardizzate di controllo che prevedono ispezioni trimestrali da parte del personale di esercizio e un’ispezione tecnica più approfondita una volta all’anno. Sulla base di questo processo continuo di ispezioni e controlli viene programmato il piano di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Sono stati fatti enormi passi avanti negli ultimi tre anni sul piano della conoscenza approfondita delle opere“.

Negli ultimi tre anni, assicura l’azienda, Anas ha “ristrutturato e standardizzato tutta la filiera delle ispezioni e certificato i suoi ispettori. Inoltre, ha sviluppato un piano di monitoraggio elettronico di ponti e viadotti articolato in più livelli di controllo, al fine di renderne realmente attuabile l’applicazione agli oltre 13000 ponti viadotti e cavalcavia della propria rete stradale“.

Controlli che, secondo questa procedura standardizzata, avvengono secondo tre livelli: “Il primo livello di monitoraggio, che si prevede di installare in modo diffuso su tutta la rete – spiega Anas – controllerà il comportamento dell’opera tramite sensori gestiti da un algoritmo ad intelligenza artificiale, segnalando tutte le anomalie che necessitano di approfondimenti conoscitivi. Il secondo e terzo livello, che si prevede di installare sulle opere su cui evidenziate anomalie, consentirà una conoscenza quantitativa e dettagliata, sempre più approfondita dello stato e del comportamento di ponti e viadotti“.

Le prime applicazioni, condotte in via sperimentale anche con la collaborazione di Università e aziende del settore, sono già in funzione. E sono in corso le procedure di appalto con cui si potranno realizzare le prime installazioni diffuse. “La struttura di esercizio e sorveglianza di Anas, che può contare anche su oltre 110 ispettori certificati – informa infine l’azienda – ha eseguito dall’inizio dell’anno oltre 26mila ispezioni su più di 13mila opere tra ponti, viadotti e cavalcavia“.