Perugia

Sicurezza a Fontivegge, il confronto con la Giunta su degrado, vigili, alcol e prostituzione

Il presidio di polizia locale resterà a Fontivegge, anche se non si potrà spostare “nell’inferno” degli edifici dismessi dall’Inps. “Perché ci dite che è utile e non abbiamo nessuna preclusione ideologica”. Nessun problema a reiterare l’ordinanza anti alcol “nell’emergenza”, auspicando che a Fontivegge possano aprire locali dove poter bere una bibita in compagnia la sera, senza bisogno di divieti. Ni sull’ordinanza anti prostituzione, che “deve essere accompagnata da misure di tutela”.

Queste le risposte della sindaca Vittoria Ferdinandi alle richieste del Comitato Progetto Fontivegge, che si attende da una parte di proseguire alcune delle politiche avviate dalla precedente amministrazione, ma anche “una svolta” di fronte a degrado, emarginazione, risse, droga. Che fanno chiudere le attività (anche se qualche coraggioso torna ad aprire)e nel tempo hanno fatto deprezzare il valore degli immobili, abitativi e commerciali, del 60-62%.

Tra il pubblico presenti anche alcuni rappresentanti della precedente amministrazione Romizi, tra cui gli ex assessori Luca Merli e Margherita Scoccia. Ferdinandi è arrivata con metà della sua Giunta: gli assessori Spera (sociale), Zuccherini (urbanistica), Stafisso (commercio), Croce (associazionismo). “Perché – spiega la sindaca difendendosi dall’accusa di non aver dato spazio al tema della sicurezza nel proprio programma – la nostra visione politica è che la sicurezza non possa essere demandata esclusivamente all’azione delle forze dell’ordine, tra l’altro con problemi di organico”. Ferdinandi ribadisce che la sicurezza nei quartieri problematici è in risultato che si raggiunge con una serie di azioni di riqualificazione urbanistica (in questo ha assicurato che proseguiranno quelli messi in campo dalla precedente amministrazione), ma anche sociale, culturale ed economica. Riportando la gente a vivere in un quartiere a vocazione direzionale, che la sera diventa un dormitorio dove emarginazione ed illegalità possono proliferare, aiutate anche da un’urbanistica che “sembra fatta apposta”.

Ed al tema della forte presenza di immigrati, la sindaca ricorda che la forte eterogeneità che costituisce un problema va gestita, offrendo opportunità che possono diventare questa situazione “da problema a risorsa”. Per questo l’assessore Stafisso sta intercettando risorse per prevedere sgravi fiscali per chi vuole aprire attività commerciali e culturali. E ricorda il caso della scuola di danza per bambini aperta nei palazzi Inps, “un fiore nell’inferno”.

Sul taser alla polizia locale, altra priorità indicata dall’associazione, la sindaca ha sospeso il giudizio: “Ho un’opinione chiara, ma non la dico”.

Intanto, in attesa che le politiche sinergiche di riqualificazione sociale cambino il volto di Fontivegge, residenti e commercianti chiedono che si intervenga con le ordinanze ed il presidio di polizia.

“L’inferno” dei palazzi Inps

Ferdinandi ha poi parlato dell’inferno, come lo ha definito, dei palazzi Inps, dove vivono famiglie sequestrate tra tossicodipendenti ed escrementi umani di chi vive sulle scale e le impalcature. Ricordando l’interlocuzione continua avviata già in estate con l’Inps “che non può sottrarsi alle sue responsabilità”. L’Inps vuole vendere, ma così quegli immobili nessuno li acquista. E allora occorre riqualificarli, in tutti i sensi.

(a seguire servizio completo)