La violenza sulle donne, sia quella domestica che quella che avviene fuori di casa, sfrutta spesso la “debolezza” femminile. Una maggiore consapevolezza dei rischi e dei propri mezzi di difesa può aiutare le donne ad acquistare sicurezza e a sottrarsi a situazioni potenzialmente pericolose.
Ogni donna, di qualunque età, indipendentemente dalla preparazione fisica, può e deve avere la possibilità di sapere, innanzitutto, come evitare le situazioni pericolose e, se la prevenzione non è stata sufficiente, cosa fare se il pericolo è già presente.
È questa l’idea che sta alla base dei corsi “Sicura di Te” promossi e avviati da CNCA a Foligno e Perugia, rivolti alle operatrici e alle educatrici che lavorano nelle organizzazioni afferenti al Coordinamento Nazionale Comunità d'accoglienza.
I corsi utilizzano il metodo che Roberto Bonomelli, maestro d’arti marziali, ha appreso anni fa negli Stati Uniti, modificato per adattarlo alla nostra realtà. Rivolto esclusivamente alle donne, attraverso un programma intensivo in due fine settimana, il corso insegna ad affrontare e gestire, psicologicamente e fisicamente, una situazione di pericolo. Nel corso viene attuato un programma organizzato per creare una vera e propria “mentalità difensiva” a 360 gradi: prevenzione, difesa verbale e difesa fisica, sia in piedi che a terra. Le tecniche utilizzate sono concepite per poter essere imparate subito, indipendentemente dall'età e dalle condizioni fisiche. Le allieve devono apprendere colpi semplici ed efficaci che possono usare ovunque.
Gli istruttori Giacomo Bellini, Istruttore Difesa Donna, e Odette Furiani Psicologa e Pscicoterapeuta guidano le donne a prendere maggiore consapevolezza delle proprie capacità: questo aiuta ad aumentare l’autostima e a sconfiggere le proprie paure.
Visto il successo dell'iniziativa altri corsi “Sicura di Te” si svolgeranno a Spoleto promossi dalla palestra X2 FITNESS CLUB e a Foligno presso il palazzetto dello Sport e sono aperti a tutte le donne di qualsiasi età.
La violenza sulle donne non ha scusanti e la prima opera di prevenzione deve sicuramente essere rivolta agli uomini, autori delle violenze. Ma una maggiore consapevolezza dei propri mezzi di difesa può aiutare le donne a evitare che un pericolo si trasformi in una tragedia e può restituire loro quella libertà della quale, a volte, si sentono private.