Categorie: Cronaca Umbria | Italia | Mondo

Siamo una Corazzata, la bambina è diventata ragazza. Carlo Ceraso saluta i lettori di TuttOggi

Ebbene ci siamo. Il momento di lasciare la direzione di TuttOggi.info è arrivato, dopo quasi otto anni dalla straordinaria ma lucida follia di fondare il mio secondo giornale. L’esperienza precedente era stata entusiasmante ma non altrettanto esaltante: era l’aprile 2001 quando con l’indimenticato Leopoldo Corinti avviammo la prima edizione in Umbria di un vero quotidiano on line cittadino. Pc e internet avevano ancora costi esorbitanti per i più, le Torri gemelle svettavano ancora su New York. Finì come finì, con la morte dell’amico-editore che aveva poco tempo prima avviato una preziosa collaborazione con la Syn-Media, e il mio defenestramento seguito dalla violenza peggiore che si può fare ad un giornalista: la cancellazione della ‘firma’ da tutti gli articoli, anche quelli co-firmati con Poldo.

Fu anche quella esperienza – seguita dal maldestro tentativo di un presunto imprenditore che  voleva trascinarci a fare una informazione faziosa per i propri interessi industriali e guai giudiziari – che convinse la Syn-Media, a varare un progetto nuovo destinato ad avere grande fortuna, TuttOggi. La ritrovata squadra divenne in breve tempo una sorta di famiglia.

Fu da subito chiaro che non era la spartizione di incarichi e poltrone ad accomunarci, ma la voglia di fare ognuno il proprio mestiere: alla squadra giornalistica il compito di trovare la notizia, di raccontarla nel migliore dei modi, avendo quali ‘azionisti’ di riferimento solo Voi lettori; alla struttura tecnica di raccogliere la difficile e continua sfida della multimedialità; all’editore il ben più arduo compito di reperire le risorse necessarie dalla pubblicità (il mercato più in crisi da 10 anni a questa parte) e fare congiuntamente l’interesse dei soci e degli inserzionisti.

Persino la scelta di un nome e di un logo, che fossero di ampio respiro, lontani dalle sterili politiche campanilistiche tipiche dei piccoli centri (mai avremmo potuto pensare al varo delle macro-regioni) fu un’altra follia. Anche questa ben ripagata.

Spoleto, Foligno, Terni, Perugia, Città di Castello…nel giro di tre anni TO è diventato il primo quotidiano regionale on line. Che fossimo testardi lo sapevamo, ma non potevamo immaginare di arrivare lontano, circondati da tanta attenzione e affetto. Una cosa però era certa: nel giorno della prima uscita sulla speciale e ormai desueta “edicola” del world wide web, era il 19 settembre 2007, promisi a me stesso che il compito di coordinare la redazione, di formare nuovi colleghi, di espanderci sul territorio, sarebbe terminato nel momento stesso in cui il giornale sarebbe stato in grado di camminare anche senza la mia guida. Per poter tornare così a scrivere.

Così, già dallo scorso autunno, con il vice direttore Sara Cipriani (senza la quale non ce l’avrei mai fatta), con il direttore editoriale Leonardo Perini e con il Presidente Pietro Manna abbiamo cominciato a tratteggiare un bilancio di quanto fin qui realizzato.

Credo che abbiamo mantenuto la parola rinnovata ogni giorno ai lettori nell’offrire un giornale libero, corretto, attento, capace di ascoltare e dar voce a tutti, senza padroni, alimentato sempre dal dubbio, prendendo raramente posizione, con la schiena dritta, coraggioso da pagarne (consapevolmente) conseguenze amare come quando abbiamo deciso di raccontare le più brutte cronache della storia recente dell’Umbria, quelle che hanno svelato quanto miseri fossero certi poteri ‘forti’.  Se siamo stati ora odiati, ora amati dai cosiddetti vip di istituzioni pubbliche e private significa che abbiamo centrato il bersaglio: essere stati definiti ora ‘fascisti’ dal centrosinistra-sinistra, ora ‘comunisti’ dal centrodestra-destra, vuol dire che abbiamo saputo offrire la migliore informazione possibile anche sul fronte della cronaca politica. Aver  saputo poi raccontare anche con ironia tanti avvenimenti, col sorriso sulle labbra e la coscienza serena, conferma che non siamo un giornale triste.

Personalmente spero di aver lasciato un ‘segno’ nei giovani colleghi dai quali tanto ho appreso, anche da chi è solo transitato per brevi periodi da queste colonne. Allo stesso modo in cui lo hanno lasciato in me maestri come Giovan Battista Magi, Carlo Gobbi, Roberto Conticelli e, indirettamente, alcune delle più belle firme umbre e non solo cui ho sempre guardato con stima (Italo Carmignani, Massimo Sbardella, Giuseppe Castellini, Massimo Solani, Elio Clero Bertoldi, Ilaria Bosi). Come quella di Giuseppe D’Avanzo con cui ebbi la fortuna di interfacciarmi per un un certo periodo e di cui mi piace ricordare il suo insegnamento: “Un’inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica“.

Lascio quindi l’incarico, non il giornale, perché c’è ancora molto da fare, per tornare alla macchina da scrivere, pardon alla tastiera. Con i conti in ordine, con i risultati di Google Analytics e dell’indipendente Alexa.com (cui non siamo abbonati, precisiamolo) che ci premiano ancora con 5,8 pagine medie viste per singolo utente e 8’22” di permanenza media quotidiana sul sito.

La recente riunione di redazione ha approvato all’unanimità la proposta di nominare direttore responsabile Sara Cipriani, ratificata dalla società editoriale. Anche su questo abbiamo saputo  anticipare i tempi nel rispetto della parità di genere, anche se il primato in Umbria resta nelle solide mani della collega Anna Mossuto.

Permettetemi un momento per i ringraziamenti.

Alla squadra, la ‘bimba’ divenuta ormai ‘ragazza’ come definimmo la lucida follia avviata quel 19 settembre 2007: sono stati 8 anni intensi e positivi. A renderli impegnativi c’ho messo del mio cercando di far funzionare i neuroni a seimila giri; a farli diventare positivi  avete pensato Voi, cari colleghi, con l’incoraggiamento, la stima e l’affetto che non mi sono mai mancati, ognuno secondo la propria sensibilità e personalità. Grazie quindi di cuore al neodirettore Sara Cipriani, al coordinatore della redazione, solida spalla e sottile penna  Carlo Vantaggioli e a Chiara Magna, Alessia Chiriatti, Sara Minciaroni, Nicola Palumbo, Luca Biribanti, Jacopo Brugalossi, Davide Baccarini, Claudio Bianchini, Federica Pucino, Luca Battaglini e ai collaboratori dei vari territori. Siamo e resteremo sempre una Corazzata, che non abbandonerò mai.

Grazie alla mia Famiglia, ai miei Affetti e ai miei Amici per avermi aiutato e compreso in questo periodo di intenso lavoro. Grazie ai soci della Syn-media per gli sforzi profusi e la vicinanza dimostrata che ci hanno consentito di svolgere serenamente e dignitosamente il nostro mestiere (il più bello che ci sia); per confermarmi ancora fiducia nell’affidarmi l’incarico di editorialista. Grazie alla struttura tecnica guidata da Alessandro Filippucci, quella amministrativa da Daniele Luciani e quella grafica da Alessandra Ruggeri. Un pensiero grato anche a chi nel tempo ha condiviso questa avventura, per periodi più o meno lunghi, spesso per spiccare il volo verso giornali più famosi e autorevoli: Sara Fratepietro, Carmine Gazzanni, Martino Villosio, Chiara Fabrizi, Francesco De Agustinis, Elisa Panetto solo per citarne alcuni. Grazie all’Ordine dei giornalisti del presidente Dante Ciliani, a Ossigeno per l’informazione del presidente Alberto Spampinato e ad Articolo 21 del portavoce Giuseppe Giulietti per essere stati al nostro fianco nei momenti più difficili, come quando siamo finiti sotto attacco, ahinoi anche di certe istituzioni, per aver fatto seriamente e scrupolosamente il nostro dovere, al servizio del pubblico, fedeli sempre al rispetto dei dettati della nostra Costituzione.

Non da ultimo, anzi il più sentito, Grazie a Voi lettori che ci avete sostenuto (e a quanti vorranno ancora sostenerci), che mi avete accettato, sostenuto e anche sopportato; a Voi posso chiedere solo di perdonare i miei errori. Anche quello di essermi dilungato qui, voluto per allontanare da subito ogni eventuale maldicente che potrebbe speculare su questo che è solo un giusto avvicendamento. Ho e abbiamo sempre combattuto il pettegolezzo, figuratevi se possiamo prestargli il fianco proprio ora.

Con affetto e gratitudine, credetemi sincero

Carlo Ceraso