Il Coordinamento Regionale delle Squadre che esercitano la caccia al cinghiale, che in Umbria ammontano a 250 e vedono oltre 12.000 cacciatori iscritti, ha indetto una conferenza stampa presso la Sala Falcone–Borsellino del Palazzo della Provincia di Perugia. L’incontro ha avuto l’obiettivo di esporre agli organi di stampa e al pubblico le motivazioni delle iniziative del Coordinamento a seguito della pubblicazione del calendario venatorio della stagione 2011-2012 da parte della Regione Umbria. Il Coordinamento, costituitosi più di un anno fa con il fine di gestire i vari territori interessati dalla caccia al cinghiale e diretto da Pio Braccalenti, ha espresso la propria ferma contrarietà rispetto ai contenuti del calendario stesso. Le proposte avanzate dal Coordinamento in un primo comunicato dell’8 giugno 2011 e già inviate alle province e alla Regione Umbria, incontrano il favore delle sole province, mentre attendono udienza da parte della Regione. Il Coordinamento, nello specifico, ha proposto l’apertura della caccia al cinghiale il 1 ottobre e la chiusura il 31 dicembre, consentendo la caccia sia in forma singola che in battuta per tre giorni la settimana nei giorni di giovedì, sabato e domenica, prevedendo la possibilità per le provincie di posticipare tale data o, ove necessario, prevedere interventi di contenimento.
Il calendario approvato sposta tre giorni di caccia al cinghiale dalla prima settimana di ottobre al 18, 24 e 25 settembre senza alcuna valida motivazione, afferma il Coordinamento.
“Non produce nessun effetto positivo per il mondo agricolo – ha continuato Pio Braccalenti – in quanto al 18 settembre non ci sono più colture a rischio, e comunque si poteva intervenire con appositi prelievi indicati dalle province”. Inoltre i cacciatori lamentano la messa in sicurezza della stagione stessa, per via dell’aumento del rischio di incidenti a causa dell’utilizzo delle munizioni a palla, come anche il fatto che cacciare il cinghiale nei giorni di mercoledì e lunedì aumenterebbe la conflittualità dei cacciatori. “La caccia al cinghiale non dovrebbe essere solo sopportata – ha aggiunto Braccalenti -, ma difesa al pari di tutti gli sport, anche per la risorsa economica che sia i singoli cacciatori che le squadre rappresentano per la Regione”. Braccalenti ha fatto a tal proposito riferimento ai 100 milioni di euro circa che la totalità dei cinghialai (35mila persone) muovono all’anno. I cacciatori attendono perciò la modifica del calendario venatorio da parte della regione, e proporranno le loro mozioni entro lunedì all’Assessore Regionale Fernanda Cecchini. Si dicono inoltre favorevoli a indire due battute di caccia contentive a settembre e ottobre. Braccalenti ha inoltre dichiarato che se la Regione non verrà incontro alle loro esigenze “noi inizieremo un confronto duro e serrato con la Regione, fatto anche di iniziative”, chiedendo alle Province di sostituirsi alla Giunta Regionale nell’assunzione delle decisioni per il calendario venatorio.
( AleChi)