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Si è dimesso il vicesindaco di Foligno, Massimiliano Romagnoli In tarda serata la 'scelta irrevocabile'

Claudio Bianchini

Tanto tuonò che piovve: e alla fine, dopo mesi di attacci, scontri interni, scomuniche, e battaglie politiche senza esclusione di colpi il vicesindaco di Foligno, Massimiliano Romagnoli ha rassegnato le sue dimissioni. Il gruppo socialista aveva chiesto più volte al sindaco Nando Mismetti di mettere alla porta il suo braccio destro, e alla fine è stato lui stesso a scegliere di togliere il disturbo.

Voci insisenti, poi colpo di scena – In tarda mattina lo stesso numero due dell'amministrazione comunale confermava telefonicamente di essere nel pieno delle sue funzioni e di non aver ricevuto nessuna comunicazione dal primo cittadino, poi con una nota diffusa in tarda serata, ecco la notizia destinata a scuotere lo scenario politico locale e regionale. A dire la verità, già martedì pomeriggio, si vociferava di una imminente 'revoca delle deleghe'. Un tam tam rimbalzato più volte nel Palazzo, a margine della seduta del Consiglio comunale.

“Dimissioni irrevocabili” – Nella mail diffusa alla stampa, si parla di “dimissioni irrevocabili” anche se resta da capire perchè si sia giunti a questo finale con colpo di scena. “Non voglio che gli eletti in Consiglio comunale ed i partiti dedichino più tempo a discutere di spartizioni delle poltrone, piuttosto che dei tanti problemi irrisolti della città – scrive l'ormai vicesindaco nel comunicato stampa – e tenendo fede ai principi di onestà e buon governo, ho difeso le mie ragioni e la mia posizione, ritenendo di non deludere la fiducia di chi mi ha eletto.

Minacce e intimidazioni – Ho dovuto subire minacce personali e familiari, ingiurie e diffamazioni, che non mi hanno in alcun modo portato ad intraprendere strade diverse da quelle dettate dai miei principi». Ricordiamo che circa un mese e mezzo fa l'avvocato Romagnoli aveva ricevuto intimidazioni tramite un sms inviato da una cabina telefonica pubblica situata nel centro storico, e che sull'episodio stanno indagando gli uomini del Commissariato di Polizia di via Garibaldi su denuncia dello stesso politico. Romagnoli ricevette anche una lettera anonima di minacce, trovata proprio sulla sua scrivania negli uffici comunali.

“Grazie per l'onore che ho avuto” – Romagnoli ringazia comunque gli elettori, i cittadini di foligno, le associazioni sportive e di volontariato nonchè gli amici socialisti e l'associazione Sandro Pertini, dichiarandosi onorato di aver svolto il ruolo di assessore e vicesindaco della terza città dell'Umbria. Ruolo, che ora non ritiene più in condizioni di poter svolgere

Una 'beffa' al gruppo socialista – «Certo, all’esito di questa esperienza, non mi meraviglio che i cittadini si allontanino dalle istituzioni e dalla politica». Così si conclude la nota e l'esperienza amministrativa. Con questo gesto, si evita di 'darla vinta' al gruppo consiliare, composto dai consiglieri del Psi Emiliano Belmonte e Roberto Ciancaleoni, che già dal Consiglio comunale per l'approvazione del rendiconto, non si erano presentati in aula facendo saltare la seduta per mancanza di numero legale. Una 'politica delle mani libere' che da qui alla fine della legislatura avrebbe creato non pochi problemi al proseguimento della legislatura Mismetti.

Resa dei conti nel Psi – Romagnoli era stato sospeso dal Partito Socialista per sei mesi, mentre all'ex segretario della sezione 'Buozzi' era stata revocata l'iscrizione. Un chiaro segnale dalla segreteria regionale e provinciale del partito, che in pratica aveva isolato il vicesindaco, che si considerava comunque il più votato di una lista civica socialista-radicale-ambientalista, attestatasi come seconda forza della coalizione alle ultime amministrative.

La poltrona ad una donna? – Ora la patata bollente torna comunque nelle mani del sindaco Mismetti, che dovrà trovare la quadra per recuperare l'appoggio socialista, evitare i maldipancia degli alleati e mantenere per quanto possibile gli equilibri. Scatta quindi il 'toto vicesindaco' e sembra, almeno per ora, difficile l'ingresso in giunta di uno dei due consiglieri comunali. I bene informati parlano di una donna, esterna, in quota ovviamente socialista. Una brutta gatta da pelare ad un anno dal ritorno alle urne.

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