Avrebbe costretto una giovane donna a prostituirsi, organizzandole gli incontri attraverso annunci su internet, minacciandola e spartendosi i soldi. È questa l’accusa che lunedì mattina ha portato agli arresti domiciliari l’avvocato quarantenne Mauro Bertoldi, originario di Todi, ed una trentenne di nazionalità rumena, entrambi residenti a Perugia.
Sono stati i carabinieri di Todi ieri mattina a dare esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip di Perugia per il reato in concorso di sfruttamento della prostituzione, anche con il ricorso a mezzi di coercizione.
In contemporanea allo stesso avvocato civilista è stata notificata un’altra ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Firenze, per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Nel corso delle indagini, avviate nel mese di gennaio 2019 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia, che sono state effettuate anche con l’ausilio di attività tecniche, nonché svariati e prolungati pedinamenti, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Todi hanno raccolto elementi tali da sostenere che i due indagati avrebbero fatto prostituire una giovane donna rumena, sia all’interno della propria abitazione di Perugia che in altre località, organizzandole appuntamenti attraverso siti di incontri on-line. Appuntamenti che sarebbero stati predisposti sia dall’avvocato che dalla donna, sempre di nazionalità rumena.
L’indagine ha permesso di determinare che la giovane prostituta sarebbe stata oggetto di continui controlli da parte dei due arrestati, che non avrebbero esitato a minacciarla pesantemente per indurla a un numero maggiore di incontri e a non intrattenersi per lungo tempo con i clienti.
Il legale tuderte, oltre a sollecitare tali atteggiamenti coercitivi, si sarebbe occupato anche della “raccolta” dei proventi in quanto, personalmente, raccoglieva il frutto dell’attività di meretricio.
Proprio dalle intercettazioni sulla vicenda, gli inquirenti hanno captato qualcosa di anomalo nel rapporto tra l’avvocato Bertoldi e la sua socia dello studio legale, l’avvocato Nicoletta Pompei, in merito alla gestione di alcune esecuzioni immobiliari.
Un’inchiesta, quest’altra, che poi è emerso interessare anche un giudice del tribunale di Spoleto, Tommaso Sdogati, compagno della Pompei (entrambi estranei all’indagine sulla prostituzione).
A quel punto, dalla Procura di Perugia, il secondo fascicolo è stato trasmesso per competenza ai pm di Firenze.