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Settore immobiliare: crescono gli acquisti delle case in classe A

Continua a crescere il numero delle compravendite immobiliari riguardanti le classi energetiche più performanti; gli italiani, stando ai dati relativi al 2021 e ai primi tre mesi dell’anno in corso, nel 30% dei casi fanno registrare chiusure di trattative che prediligono costruzioni in classe A1.

Un segnale molto interessante e che fa ben sperare per il futuro, tenendo però sempre in considerazione che l’80% del patrimonio immobiliare italiano è fermo alle ultime tre classi energetiche e ben lontano da quei famosi obiettivi dell’Ue del taglio delle emissioni entro il 2030.

Come ci racconta Paolo Cariani, dell’omonima agenzia, che opera nel mercato umbro sin dal 1992 occupandosi di intermediazioni che prevedono sia locazioni che compravendite, con una particolare cura del cliente che lo vede interessato in tutte le fasi di acquisizione dell’immobile:

“ancora in larga parte in Italia dobbiamo convivere con immobili energivori, ma gli studi di Enea, dell’Istituto per la Competitività (I-Com) e della Federazione italiana degli agenti immobiliari professionisti danno modo di capire come il trend si stia spostando verso una direzione più green, dopo un anno come il 2020 che, complice la pandemia, aveva dirottato la sensibilità di acquisto degli italiani verso case aventi grandi spazi esterni anche a fronte di una minore classe energetica. Ne parlammo con voi anche nelle precedenti interviste in cui sottolineammo tale aspetto.”

Va detto che un grande aiuto è arrivato dal Superbonus 110% che ha permesso l’acquisto di case, sì, obsolete, a livello di risparmio energetico, ma interessate da fideiussione intrinseca per avere accesso alle agevolazioni e in alcuni casi anche molto attraenti a livello di prezzo.

“Circa il 60% degli acquirenti di immobili si stima abbiano sufficienti conoscenze (e quindi maggiore attenzione) sull’importanza di una buona efficienza energetica; tra le priorità spiccano sicuramente la presenza di sistemi di produzione di energia pulita come impianti solari fotovoltaici e impianti solari termici, accompagnati da un buon isolamento che comprenda, evidentemente, anche gli infissi adatti a tale scopo.”

In questo scenario si nota di come le banche abbiano un atteggiamento alquanto parco per il rischio di frodi e insolvenze; un passo importante sarebbe quello di includere i risparmi energetici (derivanti dal miglioramento richiesto) come garanzia del prestito.

Un problema da risolvere quanto prima poiché ricordiamoci, come scritto in apertura, che solo il 30% delle compravendite immobiliari al momento includono immobili nelle prime tre classi energetiche, con il rischio di gettare al vento una grande opportunità in un momento così importante a livello etico, sociale ed economico.

“Sposo in pieno le ultime proposte di Beccarini e di tutta la FIAIP, che per rendere possibile un processo di transizione energetica immobiliare siano necessari rendere strutturali tutti i bonus fiscali, estendere il Superbonus 110% a tutti gli immobili, e soprattutto eliminare i limiti attuali di cessione del credito che stanno generando soltanto inutili balzelli e problematiche che rallentano o addirittura bloccano i progetti.”

Studi di settore recenti evidenziano che, per esempio, nelle zone di periferia tra il 70% e l’80% le compravendite riguardano case appartenenti alle classi energetiche più basse come E, F e G; un piccolo monito che fa intendere di quanto lavoro ci sia da sviluppare e di quante vite possano essere impattate e migliorate da questo nuovo modo di intendere gli spazi abitativi.