Città di Castello

Settimana corta La Tina-Rignaldello, impegno Regione a “ricomporre situazione” | Genitori tornano a sperare

Il caso della “settimana corta” a La Tina e Rignaldello sbarca anche in Consiglio regionale. Stamattina (28 febbraio), a Palazzo Donini, Valerio Mancini (Lega), sostenuto anche da altri consiglieri di Pd, Patto civico e FdI, ha illustrato la questione alla Giunta regionale.

La rimodulazione dell’orario, stop al sabato

In sostanza il Consiglio di Circolo dei due plessi ha approvato la rimodulazione dell’orario scolastico – su proposta del dirigente – che prevede la rinuncia al tempo modulare antimeridiano (in 6 giorni)l’introduzione di un orario settimanale su 5 giorni, dal lunedì al venerdì (orario 8-13, due rientri pomeridiani obbligatori 14.10-16.10 e senza servizio mensa facoltativo, se non per i due giorni di rientro). Una soluzione che – sebbene entrerà in vigore dal prossimo anno – va a stravolgere il piano dell’offerta formativa per la quale i genitori degli alunni avevano scelto le due scuole.

La commissione dedicata in Consiglio comunale

Lo scorso 16 gennaio il Consiglio comunale di Città di Castello aveva approvato all’unanimità l’ordine del giorno che impegnava proprio la Giunta comunale ad esprimersi a favore delle necessità manifestate dalle famiglie, le quali si vedono private di un servizio scolastico pattuito preventivamente all’iscrizione e che potrebbe comportare notevoli difficoltà organizzative. Nello specifico, veniva impegnata l’Amministrazione comunale ad intraprendere tutte le azioni e interventi possibili atti al sostegno del ‘diritto allo studio’ e al mantenimento del diritto della famiglia di indirizzare i propri figli negli istituti scolastici più in linea con il loro progetto educativo e a promuovere un confronto con Regione e Ufficio Scolastico Regionale (USR) per rappresentare le reali esigenze di territorio e componenti sociali.

Mancini “Tra scuola e famiglia devono esserci relazioni bilaterali”

Mancini, ricordando in Aula comel’organizzazione della scuola sia strutturata in organi collegiali che prevedono la partecipazione e la collaborazione della famiglia nel progetto educativo” ha rimarcato anche come “il Patto Educativo di Corresponsabilità istituisca diritti e doveri nelle relazioni bilaterali tra
scuola e famiglia
. Annualmente ogni istituzione scolastica deve predisporre e condividere con genitori e alunni questo documento. A Città di Castello sono presenti scuole primarie pubbliche e paritarie che rispondono alla richiesta di servizio espressa dal territorio. Il tempo modulare antimeridiano nei due circoli didattici di Città di Castello è presente da più di 40 anni“.

Agabiti “Nuovo piano formativo in contrasto con i principi iniziali”

L’assessore regionale Paola Agabiti ha risposto che “il diritto all’istruzione significa sostanzialmente pari opportunità e inclusione in qualsiasi contesto territoriale. Appare dunque evidente che tale diritto vada garantito e sostenuto adottando le misure necessarie per fronteggiare criticità e specificità delle diverse realtà di riferimento. Va sottolineato che rispetto alla proposta educativa iniziale, che ha trovato adesione da parte di diverse famiglie, il circolo didattico ha avanzato un nuovo piano formativo, approvato dagli organi di plesso e di circolo, con modifica dell’offerta formativa iniziale, andando dunque in contrasto con i principi iniziali“.

“Verificheremo ogni percorso possibile per ripristinare situazione iniziale”

Detto questo Agabiti ha poi aggiunto che “la Giunta ritiene di fondamentale importanza un’opera di stretta collaborazione tra scuola e famiglie. Fermo restando l’impegno di Regione e istituzioni locali per garantire supporti e servizi adeguati sul territorio, occorre altrettanto impegno della scuola per garantire un’offerta educativa ed una programmazione didattica rispondente alle esigenze del contesto sociale di riferimento. La Giunta si impegna quindi a rappresentare presso l’Ufficio scolastico regionale la necessità di ricomporre la situazione in atto, le divergenze tra famiglie e decisioni assunte dalle scuole in questione, e per verificare ogni percorso possibile finalizzato al ripristino della situazione iniziale a tutela del tempo scuola modulare, in funzione della quale le famiglie stesse hanno a suo tempo operato scelte precise per i loro ragazzi”.

Mancini “Se non bastasse Regione pronti a portare questione in Parlamento”

Nella replica, Mancini si è detto “soddisfatto dell’impegno della Giunta a favore delle famiglie. Auspico che coloro deputati al cambiamento possano intendere la necessità di dare seguito a quanto sottolineato
nell’interrogazione. Se questo non bastasse ci faremo portavoce della questione portandola anche all’attenzione del parlamento e del Ministro all’Istruzione”.