Pensava ormai a due mesi di distanza di averla fatta franca e invece ad incastrarlo sono stati il cellulare e i tatuaggi nelle parti intime. Così nelle scorse ore il gip Carla Giangamboni, su richiesta del pm Massimo Casucci, ha emesso un’ordinanza di custodia gli arresti domiciliari nei confronti di un 20enne, per il reato di rapina aggravata, commessa nei confronti di una prostituta di Ponte San Giovanni.
La vicenda risale al 7 maggio scorso quando la donna effettua una chiamata al 112 descrivendo in maniera concitata di essere stata aggredita. In un primo momento si pensa alla violenza sessuale ma poi emerge un quadro ben più articolato.
La donna che offre sesso a pagamento su un sito di annunci è stata contattata da un giovane cliente in cerca “d’amore”. Una volta nell’appartamento il ragazzo avrebbe pagato anticipatamente la prestazione (50 euro) e dopo aver consumato avrebbe distratto la donna chiedendole un bicchiere d’acqua per poi aggredirla da dietro e chiederle di consegnargli soldi e gioielli. L’avrebbe anche minacciata di tirare fuori un coltello, la cui effettiva presenza però non è stata appurata, per farsi consegnare 100 euro.
Questa ricostruzione è stata spiegata questa mattina in conferenza stampa dal luogotenente Luciano Martinelli che ha diretto le indagini dei carabinieri di Ponte San Giovanni, spiegando come sono arrivati al giovane, ovvero attraverso l’analisi dei tabulati del cellulare della vittima. La sim a cui corrispondeva il numero era quella di un 50enne, risultato poi il padre dell’arrestato. L’identificazione è avvenuta attraverso alcune foto mostrate alla vittima, che non ha avuto dubbi, anche per via dei tatuaggi del giovane: un cancro e una stella ben disegnati sulle parti intime ed un neo al centro della schiena.