A momenti gli veniva un coccolone allo spoletino Guido Lilli. Lui, che con i suoi rigogliosi 85 anni è notoriamente il “Barbiere” di qualità sopraffina più longevo d’Italia, tanto da essere considerato con il suo Salone, a furor di popolo (quello di Piazza del Mercato), Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Guido non ha dunque gradito l’affronto che gli ha fatto il Corriere della Sera nell’edizione in edicola l’11 dicembre, quando con una paginona intera ha magnificato e intitolato tal Sergio Bianchi Ballano di Brescello (Reggio Emilia) “il barbiere più anziano d’Italia”, naturalmente ancora in servizio. (Per l’articolo nella versione online del Corriere.it CLICCA QUI)
Apriti cielo! Guido, un fumantino esperto di sfumature e barbe di primo pelo, con la lingua affilata come la sua lama da barba, è andato su tutte le furie, “ma che scrivono questi…il più vecchio sono io!”.
E di fatti l’età non mente. 85 anni Guido Lilli e 83 Sergio Bianchi Ballano (da compiere il prossimo 15 dicembre oltretutto). Entrambi ancora con le forbici in mano, con un salone aperto e attivo, ma con un leggero gap fisico a favore di Guido che a dire del popolo di Piazza del Mercato “è più bello”, del Sergio emiliano.
Da Guido ci si incontra per i consueti servizi di genere tricotico e nel contempo si discutono con sapienza i destini dell’Universo, nemmeno più quelli di Piazza del Mercato, perchè ormai in quella Sala Patrimonio Mondiale dell’Umanità sono passate tante storie e personaggi mitici che nemmeno Gilgamesh, forse, potrebbe essere esente dall’essersi fatto fare da Lilli una spuntatina veloce tra una battaglia e l’altra a Uruk.
Guido infatti è stato nella sua storia, anche barbiere a domicilio, come si faceva abitualmente un tempo. E se Sergio Bianchi Ballano, il giovanotto, ha incontrato Cesare Zavattini e Romolo Valli che lo vollero conoscere per la sua passione di pittore e non per la sua capacità di Barbiere, Guido Lilli invece andava regolarmente anche a Roma per tagliare i capelli al fondatore del Festival dei Due Mondi, il M° Gian Carlo Menotti che a Romolo Valli pagava lo stipendio come Direttore Artistico della kermesse festivaliera. Tiè!!
Solo che, una volta sistemato nell’auto che lo portava nella capitale per la comanda, Guido cominciava a soffrire per il mal d’auto. Una tribolazione senza fine. Mai però il prode Lilli si è tirato indietro se c’era da sistemare una chioma o una barba, la sua specialità, famosa o meno che fosse.
Come “Er Principe” nel film Bianco Rosso e Verdone che magnificava la grande capacità della sua mano che “…po esse fero e po esse piuma…” mentre fa l’iniezione alla Sora Lella, così Guido volteggia da decine di anni intorno alle barbe degli spoletini veraci e di tutti i personaggi famosi che si sono avvicendati nella sua bottega, scolpendo a mano libera ogni pelo a tiro del suo rasoio-Durlindana. Guido lo ricorda sempre, “Ho iniziato a fare le barbe a 12 anni… ma a 10 ero ragazzino di bottega”.
Resta immutata però la passione e la missione, dal sapore francescano, che porta lo spoletino Lilli ad essere il vero e solo “Barbiere di razza italica autenticata” ancora in servizio e con marchio Dop.
E siccome è anche, indubitabilmente, il più anziano anagraficamente della specie, e non il giovanotto Sergio Bianchi Ballano da Brescello, da queste colonne lanciamo un appello divertito ai colleghi del Corriere della Sera affinchè si ravvedano e possano correggere la “svista”. Il tutto prima che Guido si faccia prendere da fervore tricotico e vi lanci dietro, per giustizia negata, una lametta Wilkinson.
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Foto Tuttoggi.info
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