“Il direttore sanitario della Asl, 2 Donatella Seppoloni ha ammesso, pochi giorni fa, a mezzo stampa, in seguito alla denuncia dei giovani di Alleanza nazionale, le condizioni disastrose e pericolose in cui versa attualmente il Ser.T di Monteluce. Lo stesso direttore ha giustificato tali vergognose condizioni con le incertezze legate al trasferimento della struttura presso il nuovo polo ospedaliero, trasferimento che, inizialmente previsto entro gennaio, si dovrebbe concludere in primavera”. Così il capogruppo di Alleanza nazionale Franco Zaffini che, per queste motivazioni, ha presentato una interrogazione presso la Terza Commissione Consiliare per chiedere all'assessore regionale alla Sanità Maurizio Rosi “”chiarimenti urgenti”. “”Ad oggi – spiega Zaffini- non risulta che né l'assessore Rosi, né il direttore generale della Asl2 Legato, né il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia Orlandi, si siano espressi su un trasferimento del Ser.T al polo unico. Ritengo urgente – osserva – che l'assessore confermi, oppure no, quanto affermato da Seppoloni su tale trasferimento, e che si pronunci anche sull'opportunità di riconsiderare una struttura che costa agli umbri un milione di euro l'anno, ma che non è in grado di garantire in modo adeguato la sicurezza dei propri utenti”. “L'atteggiamento di An – precisa l'esponente del centrodestra – non è un'accusa agli operatori del Ser.T, anzi è volto a tutelare anche il loro lavoro. Vorrei ricordare a Claudia Covino, responsabile Ser.T, erroneamente sentitasi attaccata, – puntualizza – che Alleanza nazionale, da molto tempo, si adopera per eliminare tutte le criticità di un sistema di accoglienza e terapia che, così strutturato e così disorganizzato, non può giovare né agli utenti, né alle loro famiglie, né a tutti i contribuenti che si aspettano migliorie e non peggioramenti”. Per Zaffini “il fatto che gli operatori del Ser.T facciano il loro dovere con buona volontà, non può bastare a giustificare le tante inadempienze di una struttura che, anche per motivi di carenza di personale, è diventata luogo di spaccio. Se è vero – fa notare – che i risultati raggiunti devono essere la discriminante principale per un servizio reso ai cittadini, questo è doppiamente vero per un servizio come il Ser.T, dove per risultati raggiunti devono intendersi le vite salvate di giovani strappati alla droga e non il primato per i decessi da overdose. Se un servizio pubblico non riesce a servire bene gli utenti, non può rimanere aperto”. “Questo non vuol dire che bisogna chiudere tutti i Ser.T, – conclude – ma che bisogna considerare la chiusura di quelli che non funzionano e cominciare a pensare seriamente all'integrazione pubblico/privato, perché oggi molto spesso le comunità, in questi frangenti, lavorano meglio”.
SER.T PERUGIA: ANCORA CRITICHE ED INTERROGAZIONI IN REGIONE.
Sab, 26/01/2008 - 14:02