Più di un funzionario del Comune di Spoleto starebbe valutando l’ipotesi di presentarsi ai magistrati della Procura di Spoleto per consegnare le pratiche edilizie degli ultimi anni. E’ quanto trapela in queste ore, dopo il sequestro del cantiere di Via Cacciatori delle Alpi e la consegna di 8 avvisi di garanzia a 2 dirigenti e un funzionario del municipio, ai 2 progettisti e a 3 responsabili della ditta appaltatrice (la Edilcom) e quella esecutrice (la Olimpic). La clamorosa decisione confermerebbe il clima di tensione venutosi a creare all’interno degli uffici comunali, già ‘provati’ dalla sentenza per il Palazzo della Psterna.
Dunque sul tavolo della Procura potrebbero finire non solo le iniziative di edilizia mista pubblico-privato, ma anche tutte quelle pratiche a cui è stata applicata o sta per essere applicata la legge regionale, secondo l'interpretazione del Comune di Spoleto. Che, a questo punto, è difforme da quella dei magistrati del Tribunale di Spoleto.
Lo stesso sindaco Daniele Benedetti, dopo il sequestro di venerdì mattina, aveva lanciato un grido di allarme parlando, senza mezzi termini, di “mancanza di serenità e di timore per il futuro stesso della comunità”. Stando anche alla lettera-denuncia del primo cittadino, infatti, non sarebbe solo il Comune di Spoleto ad applicare la legge regionale con quegli indici di edificabilità ma diversi altri comuni dell’Umbria. Per questo ha chiesto un tavolo urgente alla Region, Provincia di Perugia e Soprintendenza ai Beni Culturali. (Carlo Ceraso)
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