È arrivato addirittura a sequestrate in casa per ore l’ex compagna, picchiandola e insultandola. Un episodio tutt’altro che isolato e che ha portato all’arresto di un 60enne per maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona, lesioni personali aggravate e danneggiamento.
A scatenare le violenze, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Spoleto – guidati dal capitano Teresa Messore – la decisione di una donna di interrompere una relazione durata 10 anni, ad agosto scorso.
Una violenza protrattasi nel tempo con il racconto e la raccolta “certosina” di elementi a riscontro effettuata ad opera dei militari della stazione di Giano dell’Umbria (dove vive l’uomo) che hanno ricostruito gli episodi che si sarebbero susseguiti dal 2014. Numerosi gli episodi di maltrattamento subiti dalla donna, tra l’altro con l’aggravante della presenza del figlio minore, nonché con l’utilizzo – hanno appurato gli inquirenti – di violenza oltreché fisica anche psicologica con frasi ingiuriose, minacciose.
Tra le frasi proferite dall’uomo ce ne sarebbero state alcune assolutamente emblematiche del tipo che evidenziano quanto subìto dalla donna e l’inversione del rapporto vittima/carnefice nella psicologia dell’uomo che addebitava le colpe alla donna per la sottrazione del porto d’armi quale provvedimento immediato posto in essere dalle forze dell’ordine nei confronti dell’uomo.
L’episodio più grave si sarebbe verificato di recente allorquando l’uomo, quasi con l’inganno, la costringeva a entrare in casa per raccogliere gli ultimi effetti personali e la sequestrava nella propria abitazione, proferendo parole di amore nei suoi confronti alternate a minacce gravi. Soltanto dopo 4 ore in cui l’aveva percossa ripetutamente con profondi segni sia fisici che sullo stato psicologico della ragazza, la lasciava uscire in casa dicendole che era stata fortunata perché si era calmato e le concedeva la possibilità di uscire. In tale circostanza la donna ha acquisito maggiore consapevolezza del pericolo e ha inteso denunciare ai militari compiutamente l’accaduto, ricorrendo preliminarmente alle cure del caso per le numerose contusioni ed escoriazioni subite.
Con l’arresto disposto dal gip di Spoleto, si è ora posta la parola fine a queste ripetute violenze subite. Questo grazie al lavoro costante degli uomini dell’Arma Spoletina sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Spoleto, particolarmente sensibili ad episodi riguardante reati di “codice rosso” che richiedono tempestività nell’azione, chiara lettura degli eventi e stretta sinergia tra operatore/vittima, motivo per il quale talvolta si necessità anche l’avvio di un protocollo utile all’ascolto con un militare dello stesso sesso della vittima per maggiore apertura durante il corso della denuncia.
Inoltre si evidenzia la sinergia istituzionale della Compagnia di Spoleto con le associazioni sul territorio che offrono la possibilità di essere accolte in “case protette”, anche con i propri figli.
La violenza sulle donne, di qualunque natura sia (fisica, psicologica, economica …) va denunciata rivolgendosi all’Arma dei carabinieri contattando il 112 e tenendo a mente il numero 1522 anti-violenza/stalking promosso dalla Presidenza Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le pari opportunità, gratuito e attivo h 24.