Sta sollevando un gran polverone (e più di qualche preoccupazione) la sentenza del Tar dell’Umbria che ha di fatto bocciato il Piano regolatore generale adottato dal comune di Spoleto nel 2003 e divenuto operativo nel 2008. Per domani mattina è previsto un vertice tecnico in municipio per analizzare il dispositivo e prepararsi, com’è certo, al ricorso al Consiglio di Stato per cercare di ottenere quanto meno una sospensiva (il municipio è difeso dall’avvocato Marcucci).
I giudici amministrativi, leggendo la sentenza anticipata ieri da TO® (vedi sotto), hanno evidenziato come il Piano approvato dal consiglio comunale durante la prima legislatura Brunini (2003) sia carente dello “studio di compatibilità sismica del territorio” e come questo sia stato fatto elaborare solo successivamente al voto del parlamento cittadino a cura di professionisti esterni all’ente locale e non agli uffici del Genio civile.
Non ci sono ancora prese di posizione ufficiale da parte della Giunta Benedetti anche se pare che la scelta fatta a suo tempo di far realizzare tale studio solo dopo il voto – procedura accolta in sede di conferenza dei servizi insieme a Provincia di Perugia e Regione – sia stata dettata per contenere al massimo spese e risorse dell’ente locale.
“Stando così le cose – dice un rappresentante del comune che preferisce rimanere anonimo – avremmo dovuto eseguire la mappatura sismica di tutto il territorio spoletino, quasi 350 chilometri quadrati, con costi a dir poco esorbitanti. Era quanto meno logico procedere dapprima all’individuazione delle aree edificabili e solo dopo ad effettuare gli studi sulle stesse, come è avvenuto”.
Domani se ne saprà di più. La sentenza, elemento di non poco conto, non avrebbe effetti erga omnes ma solo nei confronti dei quattro cittadini che, difesi dall’avvocato La Spina, hanno impugnato le delibere con cui il comune non aveva riconosciuto loro l’edificabilità sui rispettivi terreni. Una vittoria di Pirro visto che comunque il dispositivo del Tar, pur accogliendo i ricorsi, ha al tempo stesso bocciato il Prg e dunque le speranze per i ricorrenti di veder modificati i rispettivi terreni da “zona di particolare interesse agricolo” a “zona edificabile”.
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