di Simone Sensi
Volontario di Prptezione Civile
La Protezione Civile, nel nostro Paese e nella nostra Regione, è stata a lungo – specialmente a livello locale – una sorta di Cenerentola. Gli enti e i gruppi di volontariato sono stati a lungo visti come quelli che intervenivano dopo le catastrofi per montare tende e servire pasti.
Una serie di eventi, alcuni catastrofici, altri no, hanno portato ad un'ampliamento della percezione di cosa sia la Protezione Civile e delle utilità e dei benefici che un sistema funzionante apporta alla comunità.
Il terremoto del 1997 in Umbria e Marche, il Giubileo del 2000, la morte ed i funerali di Giovanni Paolo II, sono gli eventi che hanno portato ad un drammatico cambiamento del sistema di protezione civile: nuovi compiti, un più ampio ruolo nella vita sociale, diverso posizionamento nella società del volontario.
Da cui, apro e chiudo una parentesi, discendono una serie di oneri in capo a chi fa protezione civile, obblighi (anche etici e morali) di essere preparato, disponibile, corretto, serio, dignitoso.
Pian piano, si fa strada anche negli Enti Locali la consapevolezza che un sistema comunale di protezione civile è indispensabile, che le sue funzioni, competenze, poteri devono spaziare dal prima al dopo l'evento di protezione civile (sia esso una catastrofe o un grande evento), che le caselle, sia a livello tecnico che politico, devono essere ricoperte da persone che abbiano la competenza e la visione necessarie a guidare una macchina complessa, delicata ed importantissima.
Ritengo positivo, in questa ottica, che anche i Comuni più piccoli del circondario decidano di affidarsi a persone di esperienza nel campo della protezione civile e formulo i miei migliori auguri di buon lavoro a chi è stato chiamato a rivestire nuovi ed impegnativi ruoli istituzionali.