La Giunta regionale deve intraprendere urgenti azioni per scongiurare la “grave ed oggettiva penalizzazione per i pendolari umbri” rappresentata dalla “paventata soppressione (dal 9 dicembre prossimo) dell'eurostar ES9321 delle 6:45 da Perugia per Roma, che non sarà rimpiazzato da altro treno equivalente”.Lo chiede una interrogazione che i consiglieri dell'opposizione di centrodestra Pietro Laffranco (Cdl per l'Umbria) e Andrea Lignani Marchesani (Alleanza nazionale) hanno rivolto all'Esecutivo di Palazzo Donini.”Per arrivare alla stessa ora – affermano i consiglieri regionali – i perugini diretti a Roma dovranno alzarsi tre quarti d'ora ora prima per prendere il regionale 2481 delle 6:03; i folignati quaranta minuti prima (6:41) ed i ternani mezz'ora prima (7:30 circa); un treno che a Terni rischierà il collasso per sovraffollamento. Risulterà ancora peggiore la situazione per il rientro dalla Capitale: dopo le 18:12, non esistono più treni diretti per Perugia e con la soppressione dell'eurostar ES9336 per Perugia (19:44), il treno successivo è alle 20:30 con arrivo alle 23:36 e cambio a Foligno. Le uniche alternative si avrebbero solo via Terontola, ma una percorrenza pari ad oltre tre ore: un disastro vero e proprio. Meno tragica, ma sempre penalizzante – spiegano – risulterebbe la situazione per chi va a Foligno con il 'Gentile da Fabriano' delle 19:30, che però è di solo prima classe con prenotazione obbligatoria, altrimenti si aspettano le 20:30, con arrivo a Foligno alle 22:36″.”Emerge di nuovo – concludono Laffranco e Lignani – un rimpallo di responsabilità tra Regione Umbria, Trenitalia e Governo nazionale, le cui decisioni irresponsabili ricadono sui cittadini che debbono solo pagare gli aumenti delle tariffe, senza avere un miglioramento dei servizi, ma anzi, come in questo caso, un autentico peggioramento”.