di Sel Terni
Il nuovo anno ci consegna per Terni e per l’Umbria un futuro denso di difficoltà e di apprensione.
La crisi economica globale, rischia di precipitare l’Umbria tra le Regioni più arretrate, mettendo in dubbio la capacità di beneficiare della futura, auspicabile ripresa economica.
L’esplosione delle ore di C.I.G., l’aumento del numero di lavoratori in mobilità, le difficoltà di importanti siti produttivi (polo chimico, TKAST, Merloni, etc.).
La gravissima crisi del settore delle costruzioni, che potrebbe avere un positivo impulso da un piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio ed il recupero e la manutenzione del patrimonio edilizio pubblico.
La situazione in cui versa l’artigianato ed il commercio, che scontano difficoltà di accesso al credito ed ora dovranno fare i conti con la diminuita capacità di spesa delle famiglie, frutto delle misure del Governo Monti.
In questo quadro gli interventi di riforma dell’asseto istituzionale abbozzati dal Governo e quelli ormai quasi completati dalla Giunta Regionale, rischiano, in alcuni casi, di creare ulteriori difficoltàal futuro di Terni e dell’Umbria.
Siamo contrari all’idea che per un territorio piccolo come l’Umbria la risposta al pur necessario processo di razionalizzazione dei livelli di governo e di gestione sia di ricondurre tutto ad “uno”.
In alcuni settori , sanità e servizi pubblici come la gestione dei rifiuti e dell’acqua, và aumentato il controllo democratico dei cittadini e delle loro rappresentanze elettive.
L’accentramento ad un unico soggetto regionale non sempre comporta una diminuzione dei costi (esempio Umbria Mobilità ed Ater che mantengono sedi ed assetti dirigenziali spropositati), diminuisce il controllo democratico ed alla lunga dà ragione a chi dice che l’Umbria è troppo piccola per avere futuro.
Molto c’è da fare quindi per la politica e le classi dirigenti ternane.
Il progetto presentato dal Sindaco Di Girolamo con “ Il piano strategico” può rappresentare un utile strumento in questo senso.
Quello che non serve è una rappresentazione farsesca di scenari nazionali e di alchimie pensate a tavolino, giunte tecniche o nuove alleanze, da paracadutare nella realtà ternana.
Escamotage che indeboliscono i governi del territorio, il loro rapporto di fiducia con i cittadini ed offrono una sponda ad ambizioni personali e a disegni di redistribuzione di potere che spesso si celano dietro a queste manovre.
Per recuperare un ruolo della politica utile alla collettività ternana ed umbra, c’è bisogno di tornare a confrontarsi sulle scelte da fare oggi, riportando il Consiglio Comunale al ruolo più alto di questo confronto, lasciando alle prossime scadenze elettorali disegni e scenari fuorvianti.
In questo una grande responsabilità ce l’ha il PD in quanto partito più grande della coalizione di centrosinistra, forza che ad oggi ha spesso utilizzato in una guerra interna destabilizzante, venendo meno al suo ruolo di guida e di coesione.
Noi faremo la nostra parte, iniziando nelle prossime settimane a discutere di politiche culturali come elemento di crescita e di rilancio economico, con un Convegno Regionale che terremo a Terni e che vedrà un confronto con operatori culturali ed amministratori della nostra e di altre Regioni.