Spoleto

Sei idee di futuro per Spoleto, le proposte di Confcommercio

“Presentiamo oggi 6 idee per il futuro di Spoleto. Sono il nostro contributo, molto concreto, per costruire insieme una strategia condivisa e di lungo periodo, in un’ottica di rinnovata sinergia tra parti sociali e soggetti decisori. Nel corso degli ultimi 30 anni, nel territorio di Spoleto, si è innescato un processo di impoverimento economico e sociale che consegna al 2023 una situazione preoccupante a meno di radicali inversioni di tendenza. La domanda a cui oggi dare una risposta è: come invertire la rotta e ridare alla città e al territorio il ruolo che meritano?”. Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria, ha introdotto così le proposte delle imprese per il rilancio del territorio nel corso del convegno Spoleto, Idee di Futuro, promosso da Confcommercio Umbria e Confcommercio Spoleto, con il patrocinio del Comune, che si è svolto all’ex Chiesa Sant’Agata di Spoleto, con la partecipazione della presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei.

Dopo i saluti del presidente di Confcommercio Spoleto Tommaso Barbanera e del sindaco del Comune di Spoleto Andrea Sisti, il professor Luca Ferrucci dell’Università degli Studi di Perugia ha illustrato i suoi dati sullo stato di salute socio-economica del territorio spoletino.

A seguire, gli interventi tematici sulle singole proposte, coordinati da Federico Fiorucci, vicedirettore Confcommercio Umbria.

Confcommercio e 6 idee per il futuro

Il potenziamento della Scuola di Polizia – Carlo Petrini, presidente Federmoda Umbria Confcommercio

L’Istituto per Sovrintendenti, la cosiddetta Scuola di Polizia, è un fiore all’occhiello della città e un volano sociale ed economico di primo piano. Occorrerebbe sfruttare ancor di più la presenza della caserma per ottenere da parte del Ministero lo svolgimento a Spoleto del maggior numero possibile di corsi di formazione ed anche di concorsi per l’accesso alla Polizia che attualmente vengono svolti prevalentemente a Roma.

L’impegno che si chiede sotto questo profilo a Comune e Regione è di farsi portavoce di questa opportunità che, in termini realizzativi appare a costo zero per il Governo e che invece potrebbe avere grandi ricadute per Spoleto e le sue imprese, anche perché porterebbe giovani in questa città così bisognosa di abbassare l’età media.

Festival dei Due Mondi, evento da “moltiplicare” – Andrea Castellani, presidente Federeventi Umbria Confcommercio

Spoleto è già una città degli eventi, anche di altissimo livello come il Festival dei Due Mondi. Proprio per questo, occorrerebbe creare un maggior effetto moltiplicatore del Festival dei Due Mondi ampliandone temporalmente e funzionalmente la capacità attrattiva. Il Festival potrebbe avere appuntamenti intermedi con la presenza di artisti calendarizzata nel corso dell’intero anno ed il suo culmine nel palinsesto estivo.

Sarebbe anche importante organizzare sessioni di formazione per giovani attori, cantanti, ballerini, musicisti e performers, che nel lungo periodo possano portare alla creazione di una vera e propria “Scuola del Festival”, sfruttando anche la presenza del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto che è sempre disponibile a collaborazioni e che rappresenta un palco molto prestigioso a livello internazionale. 

Trebbiano spoletino, quali prospettive di sviluppo – Francesco Campanella, titolare Cantina Colle Uncinano

Andrebbe incentivata la pubblicizzazione e la conoscenza del vitigno fuori dai confini regionali, incrementando l’afflusso di turisti enogastronomici con la conseguente ricaduta occupazionale sul territorio. Con l’obiettivo di creare una vera e propria filiera del Trebbiano commercialmente riconoscibile che includa non solo i produttori ma anche chi vende e somministra nelle proprie attività questo prodotto locale anche sostenendo economicamente chi decida di investire nella sua valorizzazione.

Turismo, potenziare l’offerta, migliorare l’attrattività – Filippo Tomassoni, rappresentante Federalberghi Spoleto e comprensorio

Il turismo, per lo spoletino, può e deve diventare non solo uno dei tanti fattori di sviluppo ma probabilmente il maggiore driver della ripresa. Spoleto ha tutte le carte in regola per candidarsi ad essere un prototipo dello sfruttamento dell’organizzazione manageriale della destinazione in Umbria: potrebbe diventare un brand specifico da veicolare nei mercati giusti intercettando a livello globale sacche di potenziali turisti interessati alla sua offerta. Per realizzare questo ambizioso obiettivo le risorse ci sono sia in ambito Fesr sia dai cosiddetti Fondi per le imprese turistiche del PNRR gestiti dal Mitur.

Il Deposito di Santo Chiodo: da emergenza a risorsa – Tommaso Barbanera, presidente Confcommercio Spoleto

L’ampliamento del deposito di S. Chiodo e la ristrutturazione dell’ex mattatoio di Spoleto rappresentano un progetto chiave nell’ambito del Fondo Nazionale Complementare al PNRR dedicato alle zone del sisma. Nelle dichiarazioni della presidente Tesei e dall’assessore Agabiti vi è tuttavia la volontà di andare oltre il restauro e recupero funzionale dei beni prevedendo anche la creazione di imprese che possano lavorare in questo ambito e lo sviluppo di attività formative e di ricerca.

Confcommercio propone degli spin off rispetto al progetto iniziale che portino alla costituzione di una vera e propria Scuola di restauro all’interno del deposito stesso, presso la quale poter organizzare attività formativa rivolta non solo agli addetti ai lavori in senso stretto ma anche agli studenti delle scuole e ai giovani.

Il deposito deve diventare un polo di attrazione a livello nazionale ed internazionale per catalizzare l’attenzione anche dei turisti che amino i beni storico-artistici.

Il post sisma, le opportunità di sviluppo – Simone Fittuccia, presidente Federalberghi Umbria

A distanza di 7 anni, il sisma del 2016 continua ancora a rappresentare una ferita per tutto il cratere anche se la nostra Regione ha cercato di mettere in campo quanto è nelle sue possibilità per permettere un graduale ritorno alla normalità. Il PNRR costituisce un importantissimo strumento per la ripresa di questi territori a patto di saperne sfruttare adeguatamente tutte le potenzialità attraverso una progettazione integrata e condivisa delle azioni previste dal Fondo Nazionale Complementare.

Confcommercio suggerisce almeno tre iniziative di rilancio per il cratere spoletino:

– attuare una progettazione integrata e sistemica per la rigenerazione urbana del centro storico: è urgente e imprescindibile per non assistere passivamente al lento ma costante spopolamento ed esodo di servizi e, quindi, consumi che lo stesso sta subendo;

– adottare, per l’intera area del cratere, una normativa regionale di favore che colmi gli svantaggi competitivi agendo sulla leva fiscale quale opportunità per il mantenimento di residenti e attività economiche e prevedendo in aggiunta contributi a chi intenda reinsediarsi nel centro storico cittadino;

– ideare ed attuare uno specifico progetto di rilancio delle aree industriali e artigianali di questo territorio che incentivi il reinsediamento di attività manifatturiere e di servizi, così essenziali per quest’area.

Sulle 6 proposte Confcommercio, sono state sollecitate le risposte dei rispettivi interlocutori: il sindaco Andrea Sisti, Monique Veaute, direttrice artistica Festival dei Due Mondi, Pietro Bellini, presidente GAL Valle Umbra e Sibillini, Giovanni Maria Angelini Paroli, assessore comunale al Turismo 4.0, Giovanni Luca Delogu, responsabile Deposito Santo Chiodo, Dario Pompili, presidente Fondazione Carispo.

Le conclusioni sono state affidate alla presidente della Giunta regionale Donatella Tesei.

L’economia dello spoletino: dati e analisi

La “sofferenza” sociale, culturale ed economica dell’area spoletina viene da lontano e ha molte cause, sostiene il professor Luca Ferrucci, del dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia, che partendo dai dati ha individuato i “locomotori” della crescita e dello sviluppo nella leva del turismo, nell’agroalimentare di qualità, nella “nuova” residenzialità, nella imprenditorialità giovanile e nel potenziamento delle competenze esistenti.

Lo scenario delineato dal professor Ferrucci (che ha considerato l’area spoletina come territorio che include anche i Comuni di Campello, Castel Ritaldi, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino e Vallo di Nera) rivela un calo del 5,5% della popolazione nei 6 Comuni dal 1971 al 2022, contro un -2,9% del dato umbro e -0,8% di quello nazionale. In calo anche la popolazione straniera, che nei 6 Comuni ha perso il 16,2% dal 2011 al 2022 (-12% Umbria; 7,3% Italia).

Insomma, una popolazione che decresce, invecchia, mostra anche un livello di istruzione più basso rispetto al dato umbro e nazionale, con un reddito medio (19.540 euro) più basso della media umbra (20.504) e italiana (21.549), nel 2020. E un più modesto valore aggiunto per abitante (20.912) sempre rispetto al dato umbro (23.173) e italiano (26.609). Valore aggiunto che è calato nei 6 Comuni del 15,8% dal 2011 al 2021: dato più pesante rispetto al -6,4% dell’Umbria e del -2% dell’Italia.

Tra i settori che registrano più addetti, le attività dei servizi di ristorazione (1.457) e il commercio al dettaglio (1.383).

Con una importante incidenza dell’industria turistica “totale”, comprensiva di tutte le attività turistiche, che nei 6 Comuni rappresenta il 45,2% delle unità locali e il 58,1% degli addetti: dati che “qualificano” l’economia dello spoletino e la sua vocazione turistica, rispetto a quelli umbri (42,1% delle unità locali e 50% degli addetti) e nazionali (43,5% delle unità locali e 46,4% degli addetti).