“Conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, per il suo impegno culturale e sociale, per la sua storia personale emblematica” e “per ribadire che Foligno, tappa importante della vita di San Francesco, è città di pace e di accoglienza”.
Lo chiedono in una mozione i gruppi consiliari Pd, Patto per Foligno, Foligno 20/30. Nel documento si ricorda, tra l’altro, che, in seguito all’emanazione delle leggi razziali in Italia nel 1938, “Liliana Segre, nel 1944, a soli tredici anni, fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz Birkenau in Polonia, insieme al padre. Furono deportati anche i nonni paterni, riuscì a sopravvivere solo lei. Dei 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz, sopravvissero solo in 25, tra cui Liliana”. Nel motivare la richiesta di cittadinanza onoraria, nella mozione si sottolinea che “Liliana, come molti sopravvissuti ai campi di concentramento, ha portato la sua testimonianza nelle scuole e nella società civile, e nel gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In seguito a ciò e alla decisione di istituire una Commissione ‘Segre’, per il contrasto all’ intolleranza, al razzismo, all’antisemitismo e all’istigazione all’odio e alla violenza, la senatrice è stata fatta oggetto di insulti e minacce”.
Nella mozione si rileva che “la mamma di Liliana Segre, morta quando lei aveva un anno, si chiamava Lucia Foligno. E’ documentato che a Foligno era presente una comunità di ebrei, il cui quartiere era compreso tra Corso Cavour, Via Garibaldi e via Umberto I. Nel 1569, Pio V ordinò che tutti gli ebrei uscissero dallo Stato Pontificio, fatta eccezione per il ghetto di Roma e di Ancona. E’ altresì attestato che gli ebrei assumessero spesso il cognome dalla città che li ospitava. Si può ragionevolmente ipotizzare che gli antenati della senatrice Segre abbiano dimorato nella nostra città”. Si afferma inoltre che “molti Comuni italiani ed anche umbri hanno conferito la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, al fine di riaffermare il netto ripudio delle leggi razziali, di condannare ogni forma di totalitarismo e di discriminazione. E’ doveroso che anche la città di Foligno conferisca – senza distinzione di colori politici – la cittadinanza onoraria alla senatrice. Tale atto, oltre a riaffermare la condanna di ogni regime liberticida, di ogni discriminazione, va a sanare, in qualche modo, una ferita che dura dal 1569, e faccia sentire il sostegno della nostra città e la condanna delle minacce ed intimidazioni di cui la senatrice è stata fatta oggetto”.