La sede della Pro loco di Norcia ritenuta abusiva dai giudici di Spoleto, difesa di Alemanno annuncia ricorso in appello
Due condanne e sei assoluzioni per la sede della Pro loco di Norcia (con anche la funzione d’infopoint) realizzata nel 2018 dopo il terremoto fuori dalle mura della città. E’ la sentenza di primo grado emessa martedì dal collegio penale del tribunale di Spoleto che ha condannato il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ad 1 anno e 10 mesi per falso ideologico ed abuso d’ufficio. Condannato (con pena sospesa) a 1 anno per abuso d’ufficio anche l’allora presidente della Pro loco, quale committente dell’opera ritenuta abusiva dalla magistratura, Domenico Rossi. Nell’inchiesta venivano contestate anche violazioni al testo unico sull’edilizia, accuse però su cui è intervenuta la prescrizione. Per la sede della Pro loco viene disposta la confisca ai fini della demolizione.
La vicenda – come diverse altre analoghe che in questi anni hanno visto sotto processo il primo cittadino nursino – verte attorno al carattere che non sarebbe temporaneo di alcune strutture, autorizzate con la normativa emergenziale post sisma (e dunque aggirando la normativa ordinaria) quando invece non avrebbero potuto. Nello specifico, secondo le accuse, la sede della Pro loco – che era stata realizzata grazie al contributo di molte altre Pro loco dell’Umbria ed inaugurata in pompa magna alla presenza di vari sindaci umbri – non sarebbe provvisoria, in quanto poggia su un basamento in cemento. E dunque si tratterebbe di un abuso edilizio. Secondo le accuse la struttura sarebbe infatti in realtà “un intervento di nuova costruzione, in zona vincolata a livello ambientale e paesaggistico e centro storico, in assenza dei necessari titoli abilitativi e paesaggistici”.
Da qui la condanna per il sindaco Alemanno (che aveva firmato l’ordinanza valevole come titolo edilizio) ed il committente dell’opera, mentre i giudici del tribunale di Spoleto hanno assolto le altre 6 persone imputate, vale a dire il direttore dei lavori e gli esecutori materiali. Ora si attendono le motivazioni della sentenza, con il legale del primo cittadino, l’avvocato Massimo Marcucci, che già preannuncia il ricorso in appello.
Per Nicola Alemanno si tratta della seconda condanna in primo grado per una struttura realizzata dopo l’emergenza sismica facendo riferimento alla normativa straordinaria post terremoto che è stata ritenuta abusiva dai giudici, dopo quella di Casa Ancarano. Ancora pendente, invece, il processo relativo al centro Boeri, struttura per la quale comunque da tempo si parla di una delocalizzazione in altra area.