Mentre si indaga ancora sul presunto caso di corruzione che coinvolgerebbe il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, appena riconfermato, ed i vertici della Bcc di Spello e Bettona, la Procura della Repubblica ha intanto chiuso l’inchiesta su un filone relativo alla vicenda della sede provvisoria dell’istituto di credito nella città di San Benedetto all’indomani del sisma del 2016.
In 5 sono stati raggiunti nei giorni scorsi dall’avviso di conclusione delle indagini per abuso edilizio e violazioni al codice dei beni culturali e del paesaggio. Si tratta del sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, del presidente della Bcc di Spello e Bettona, Massimo Meschini (entrambi coinvolti anche nell’altro filone d’inchiesta che li vede accusati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), del proprietario dell’area in via della Stazione in cui era stato installato il container e dei rappresentanti legali di due ditte (una di Spello ed una di Sangemini) che materialmente avevano posizionato la struttura.
Secondo le accuse (gli indagati hanno 20 giorni di tempo dopo l’avviso di conclusione delle indagini per presentare memorie difensive o chiedere di essere sentiti) la struttura era situata nel Parco nazionale dei monti Sibillini ed in un’area Natura 2000, posizionata sopra un basamento in calcestruzzo e con rampa di accesso anch’essa in calcestruzzo, “in assenza del necessario permesso a costruire e della preventiva valutazione di incidenza ambientale, nonché in assenza dei presupposti previsti dalla normativa emergenziale“. Tra le accuse anche l’assenza della preventiva autorizzazione paesaggistica e dell’autorizzazione sismica.
La struttura era stata rimossa nella primavera 2018, dopo che a gennaio dello scorso anno lo stesso Comune di Norcia aveva intimato al proprietario dell’area la sua demolizione, insieme ad altre strutture prefabbricate che erano state posizionate nello stesso piazzale di via della Stazione.