Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di Sergio Gunnella (Confavi Umbria) sulla situazione della caccia in Umbria:
“A cosa è servito in questi 30 anni di L.157/92, assegnare la delega alla caccia agli eletti e ai nominati di palazzo Donini se costoro, nella quasi totalità, lo sforzo di caccia non l’hanno mai praticato in vita loro? Fatalmente i politici si avvicinano a un mondo che non conoscono puntando tutto sul proprio autoapprendimento e buttandosi, senza rete, sull’indottrinamento elargito loro a piene mani dai ‘soloni’ delle organizzazioni di categoria blasonate che, in verità, pensano di più agli interessi della propria bottega che a quelli di Artemide e dei suoi seguaci.
Forse, da semplici Uomini dei Boschi quali siamo, la colpa è anche la nostra: mentre dalla base invochiamo ogni giorno la modifica della riforma, nessuno s accorge che è la nostra natura di associazioni ‘spontanee’ a prevalere. In fondo, al contrario di chi sta a palazzo, siamo noi che conosciamo le luci e le ombre più recondite di una caccia cacciata che, per ‘averne licenza’, l’abbiamo dovuta studiare superandone perfino un esame!
Ergo: voi sarete anche dei politici di prim’ordine, ma in fatto di politica venatoria attiva, siete dei veri e propri padellari! Cos’altro è, se non una padella, l’aver pubblicato il nostro Calendario venatorio ad agosto inoltrato?
Prendiamo di petto le ZRC: l’acronimo indica che al loro interno si ripopola e si cattura fauna selvatica ecologicamente equilibrata. Semmai il problema indica che nel trentennio trascorso dall’istituzione non se n’è accorto mai nessuno. Qualcuno conosce per caso lo stato dell’arte dei documenti indispensabili indicati dalla riforma del 1992 all’art. 10 e finalizzati alla corretta fruizione del territorio?
Cosa propone a livello regionale chi di caccia ne ha facoltà, relativamente alla ridefinizione del sistema delle province in atto dall’ormai lontano 2014? Quali sono le ragioni per le quali palazzo Donini usa cambiare arbitrariamente i sostantivi usati reiteratamente dalla legge quadro: ‘contenimento’ al posto di controllo e ‘approvazione’ del Calendario al posto di pubblicazione del medesimo? Di questo passo si arriva perfino al plagio di alcuni postulati contenuti nella L. regionale 14/94. Chissà quale verbo ci si inventerà per l’ISPRA & C., se mai si individuasse un giorno la cura dimagrante riservata alle specie predatrici…
E i nostri 3 ATC? Sono in buona salute? Mamma li turchi! Tuttavia sul giornale, ogni tanto, ci vanno. Chi per una ragione e…chi per un’ altra, ma soprattutto in barba a un regolamento regionale che vieta – di fatto e a chiunque – di poter fare il presidente dell’ ATC “a gratis”! Noi associazioni di base scriventi, intanto, prepariamo un manifesto riassuntivo con queste e altre cosette da mostrare all’ assessore Morroni. Così, tanto per provare di unire le forze e rifondare insieme la caccia in Umbria. Perché di norma, chi sa fa. E chi non sa, parla. A vanvera”.
Sergio Gunnella (Confavi Umbria)