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Se sono gli intellettuali a parlare d’Europa…

Redazione

Se sono gli intellettuali a parlare d’Europa…

A Isola Polvese la prima edizione di PoesiaEuropa
Dom, 14/07/2019 - 15:09

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Quando al posto di politici ed economisti sono gli intellettuali ad incontrarsi per parlare d’Europa le urla lasciano spazio alla poesia. E’ quanto accaduto all’Isola Polvese, dove si è svolta “PoesiaEuropa”, la più importante creata dal progetto “Umbrò Cultura” nei suoi due anni di vita.

Esemplari questi versi della poesia “Brentano in Langenwinke”, del tedesco Tom Schulz, letti nella suggestiva cornice del monastero di San Secondo la sera di sabato, nel reading che ha concluso l’evento:

‘Ovunque gli orologi sono diversi / ovunque gli orologi funzionano male. / Trainata da una cavalla, la carrozza ci impiegherà un altro giorno per arrivare a Francoforte (…)’.

Il testo, in una traduzione di servizio in italiano realizzata dagli studenti della Scuola superiore per mediatori linguistici di Perugia, è stato proiettato davanti al nutrito pubblico che ha raggiunto l’Isola Polvese. Come questa, altre poesie sono state lette e tradotte dagli studenti di Mediazione linguistica in occasione delle letture pomeridiane e serali che si sono tenute sull’isola e che hanno registrato la partecipazione, tra gli altri, dei poeti Lorenzo Chiuchiù, Giulia Martini, Sara Ventroni, Anna Maria Farabbi, Nick Laird, Laura Pugno, Marko Pogakar, Luigia Sorrentino, Tom Schulz, Jan Wagner, William Wall.

L’evento, suddiviso in momenti di dibattito, traduzione e reading, posto sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, patrocinato da ventisette prestigiosi enti ed istituzioni europee, tra cui la Provincia di Perugia, l’Università degli Studi di Perugia, la UPTER di Roma, la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Perugia, l’Accademia di Ungheria e il Goethe Institut, e supportato dalle associazioni Metanoia (che ha realizzato il video-promo-trailer dell’evento), La Balena Bianca, CaLibro, Medium Poesia e SettePiani, si è posto come obiettivo primario una riflessione democratica sull’unità dell’Europa.

Borio: “PoesiaEuropa nata da una scommessa”

Si tratta di un evento unico nel suo genere, non solo in Italia, ma anche nel panorama europeo – è stato il commento di Maria Borio, poetessa, dottore di ricerca in Letteratura italiana e ideatrice del progetto, in occasione della presentazione negli spazi del Centro ‘Cambiamento Climatico e Biodiversità in ambienti lacustri ed aree umide’ di Arpa Umbria –. Un’iniziativa, questa che vuole portare a una viva discussione sulla situazione culturale e politica europea partendo dalle voci della poesia, per riconsiderare il valore delle radici umanistiche e spirituali dell’Europa e costruire, insieme, visioni per il futuro, muovendo proprio da questa piccola isola e da questo lago. ‘PoesiaEuropa’ – ha proseguito – è nata da una scommessa, da una mia idea, dalla necessità artistica, ma anche politica, di mettere in rapporto la comunitas Italiae della poesia con quella europea. Si tratta solo del primo di una lunga serie di passi verso la costruzione di progetti futuri. A fine giugno è arrivata, poi, la lettera, la mail di risposta e di accettazione della mia richiesta di patrocinio direttamente dal Parlamento europeo“.

Sono arrivato a Perugia nel settembre del 2016 – è stato il commento di Stefano Giovannuzzi, dell’Università degli Studi di Perugia (una delle istituzioni che ha patrocinato l’evento) e membro del comitato scientifico di Umbrò Cultura –. Avevo conosciuto Maria Borio un anno prima a Torino e questo incontro ha sancito l’inizio di una collaborazione. Credo, infatti, che l’Università debba istituire un rapporto forte con le associazioni culturali e con la società civile. Da qui, lo stretto rapporto tra l’Ateneo perugino e le iniziative promosse dal progetto Umbrò Cultura, iniziative che ruotano attorno a temi cruciali del contemporaneo“.

Gli intellettuali presenti

Alla presentazione del progetto sono seguiti momenti di dibattito, traduzione e reading, che hanno coinvolto tutti i numerosi intellettuali presenti all’Isola Polvese e provenienti da varie parti del continente europeo, e, in alcuni casi, da quello americano: Yari Bernasconi (Svizzera), Petr Borkovec (Repubblica Ceca), Jacob Blakesley (USA), Vera Lúcia de Oliveira (Brasile), Albane Gellé (Francia), Nick Laird (Irlanda), Giorgi Lobzhanidze (Georgia), Miguel Manso (Portogallo), Vicente Luis Mora (Spagna), Els Moors (Belgio), Eiléan Ní Chuilleanáin (Irlanda), Marko Pogačar (Croazia), Tom Schulz (Germania), Jan Wagner (Germania), William Wall (Irlanda), e, dall’Italia, Franco Buffoni, Elisa Biagini, Maria Grazia Calandrone, Stefano Dal Bianco, Andrea Inglese, Federico Italiano, Laura Pugno, Antonio Riccardi, Luigia Sorrentino ed altri.

Alla tavola rotonda moderata da Federico Italiano hanno partecipato Franco Buffoni, Elisa Biagini, Andrea Inglese, Jakob Blakesley, Vera Lúcia de Oliveira, Nunu Geladze, Giorgi Lobzhanidze, Jan Wagner, Eiléan Ní Chuilleanáin e Stefano Giovannuzzi, che hanno dialogato sulla traduzione, in primo luogo della poesia europea, sul senso di creare in un altro linguaggio, sull’importanza del testo a fronte, della traduzione di poesia e di ‘rispetto’, diversa da quella di servizio e intesa come una modalità di lettura più compiuta, sui concetti di identità artistico-culturale e di intertestualità, sul linguaggio del corpo e sul corpo del linguaggio, sul movimento della lingua, sulla via delle amicizie poetiche perseguita dalle Avanguardie artistiche, sulle differenze epistemologiche tra testo originale e testo tradotto, sul senso dell’alterità nel processo traduttivo anche culturale, e, non da ultimo, sul fatto che, storicamente, la traduzione sia diventata, nella tradizione letteraria italiana, la chiave di volta per creare un varco e per riposizionare la poesia.

Le sessioni pomeridiane

Le due sessioni pomeridiane, intitolate ‘Dialoghi sull’Europa’, moderate da Italo Testa e da Lorenzo Cardilli e rappresentate da Maria Borio, Albane Gellè, Federico Italiano, Vicente Luis Mora, Laura Pugno, Jan Wagner, William Wall, Italo Testa, Giorgi Lobzhanidze, Yari Bernasconi, Maria Grazia Calandrone, Eiléan Ní Chuilleanáin, Massimo Gezzi, Miguel Manso, Matteo Marchesini, Valerio Massaroni, Els Moors, Petr Borkovec, Marko Pogakar e Tom Schulz, hanno focalizzato la loro attenzione su argomenti cruciali del contemporaneo, quali l’esigenza di creare uno spazio intellettuale e una nuova repubblica delle lettere, la comunità e l’eredità culturale, la poesia come possibilità altra di percezione e di abbattere le frontiere, la lingua come parte dell’identità culturale, l’opposizione ad ogni sorta di radicalismo non-sense e al dogmatismo, il senso delle radici umanistiche e politiche dell’Europa, l’incontro tra differenti culture e il multiculturalismo nell’Europa unita, la transazione di identità politiche, culturali, religiose, l’identificazione con altri e, infine, l’Europa come luogo mentale in cui l’uomo rifiuta il dogma.

Non è un caso, allora, se il Parlamento Europeo abbia avuto interesse a patrocinare questo genere di iniziativa: l’Europa deve rifarsi un’anima. E può partire dalla poesia. E dalla piccola isola al centro di un lago nel centro dell’Italia.

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