A 9 anni di distanza dal terremoto del 2016 si attende ancora di vedere la conclusione (ed in molti casi proprio l’avvio) dei lavori nelle principali scuole di Spoleto danneggiate dal sisma per cui sono stati stanziati fondi dal commissario straordinario alla ricostruzione. Ma ora, finalmente, sembra che si riesca ad entrare nel vivo del piano che interessa almeno una ventina di plessi scolastici della città e delle frazioni. Con scelte che incideranno molto anche sul futuro della città.
La Giunta guidata da Andrea Sisti le ha illustrate nel corso del consiglio comunale aperto – richiesto dai consiglieri di opposizione – che si è tenuto la scorsa settimana nella Sala Spoletium, alla presenza anche dei rappresentanti della Provincia di Perugia (ente competente per quanto riguarda le scuole superiori, per le quali ci sono in ballo 33 milioni di euro), di quelli della Regione Umbria e dei dirigenti scolastici. Un tema di cui si è continuato a parlare in seduta ordinaria il giorno successivo, con la discussione che proseguirà pure giovedì 24 aprile in vista dell’approvazione di una mozione sul tema.
Oltre ad un cronoprogramma poco definito – “sapremo i tempi solo una volta assegnata la gara” ha specificato l’assessora all’urbanistica Manuela Albertella più volte sollecitata su questo – rispetto a quanto emerso negli ultimi anni sulle scuole di Spoleto, la novità è la volontà di costituire dei veri e propri poli scolastici completi, anche nelle frazioni. Cosa che comporterà la realizzazione di due nuovi asili nido a completamento dell’offerta educativa già esistente: a San Giovanni di Baiano e a Eggi. Ma il nodo principale rimane la delocalizzazione di due importanti plessi. Il polo scolastico di Villa Redenta (sia scuola primaria che d’infanzia che asilo nido, di cui Tuttoggi ha ampiamente parlato nei mesi scorsi) ma anche quello dell’ex Itcg “Spagna”, Ragioneria (ora Iis “Spagna – Campani”).
Ad aprire la discussione è stata la dirigente scolastica del Primo circolo didattico, Norma Proietti. Che ha auspicato la ristrutturazione nel più breve tempo possibile della scuola materna “Prato Fiorito” (da anni ormai ospitata nell’ex asilo nido di Villa Redenta), ricordando poi come la scuola materna di Eggi invece si trova nella nuova struttura donata dalla Fondazione Rava mentre la situazione del vecchio plesso inagibile è attualmente invariata. La Proietti ha anche auspicato la realizzazione di uno studio di fattibilità in merito alla natalità nel territorio, in modo da realizzare un piano scuole calibrato vista la denatalità esistente.
Per il Secondo circolo didattico, invece, ha preso la parola la vicepreside Ilaria Stefanelli. “La nostra priorità – ha ricordato – è la ricostruzione della scuola ‘Francesco Toscano’, che da anni è dislocata in varie strutture e che invece è l’identità del nostro circolo”. In merito ai progetti relativi al polo di Villa Redenta, “a noi l’idea di dislocare sia la primaria che l’infanzia nei pressi della media Manzoni piace molto per un’idea di continuità e sarebbe auspicabile ripristinare il polo 0-6 anni”. L’asilo nido di Villa Redenta “Il Carillon”, infatti, per fare spazio alla scuola “Prato Fiorito” è stato da anni spostato in viale Martiri nei locali che ospitano anche l’altro nido comunale, “Il Girotondo”. Un cenno è stato fatto anche alle scuole d’infanzia di Morro e di San Brizio; per la prima c’è l’idea di spostarla all’interno o nei pressi delle elementari Le Corone, mentre per la seconda di trasferirla presso quella di Protte.
Il dirigente dell’Istituto comprensivo Spoleto 1, Massimo Fioroni, ha trattato il tema più urgente, quello della secondaria di primo grado “Dante Alighieri”, per il quale, dopo 8 anni e mezzo dal sisma e dalla chiusura, forse finalmente a breve si avrà un progetto definitivo. “E’ un esempio negativo di cui dobbiamo fare tesoro” ha osservato, notando anche la scarsa custodia dei beni attuata in questi anni, con l’edificio inagibile che è stato nel corso degli anni oggetto di scorribande di vario tipo. Osservando l’opportunità che ha la città di Spoleto di avere in futuro una serie di istituti nuovi, ma auspicando di avere una tempistica che sia per lo più rispettata.
Sul calo demografico, che può essere visto come “una grandissima occasione di investire sulla qualità delle scuole” è intervenuto il dirigente dell’Istituto comprensivo Spoleto 2, Andrea Proietti, parlando dell’importanza di rivedere la didattica e dell’importanza di aule specializzate, dove magari ruotino gli studenti. L’attuale problema della scuola media Pianciani è proprio quello di aver ospitato negli ultimi anni altre scuole: per 7 anni la Dante, poi la Sordini (dove sono in dirittura d’arrivo i lavori) ed in futuro probabilmente la Manzoni. “Vuol dire che nella Pianciani per circa 20 anni non si è potuta fare la didattica che si sarebbe potuta fare” ha osservato il dirigente.
E’ stata poi la volta degli istituti superiori. A partire dal professor Mauro Pescetelli per il polo liceale “Sansi Leonardi Volta”, che conta 5 indirizzi su altrettanti plessi, in alcuni dei quali mancano degli spazi, considerando che in 10 anni sono cresciute le iscrizioni. Il problema principale è per il liceo scientifico, ospitato nella sede ex Ipsia di via Visso, dove c’è un numero di aule quasi uguale a quello delle classi, con criticità per la didattica laboratoriale. Un auspicio di migliorare i servizi connessi (trasporti e luoghi di aggregazione pomeridiani) è stato fatto per quanto riguarda il liceo artistico, che riscuote interesse anche nel territorio limitrofo e rappresenta un unicum.
A rappresentare l’istituto tecnico-professionale “Spagna – Campani” era presente la professoressa Marilena Dominici. Qui il tema principale è la demolizione del plesso di Ragioneria, in viale Martiri della Resistenza: “la sua presenza in quel luogo è funzionale, ci sono anche spazi significativi, come 5 laboratori di informatica oltre a quelli linguistici e c’è stato un notevole incremento delle iscrizioni negli ultimi anni”.
Infine l’istituto Alberghiero e per i servizi turistici “G. De Carolis”, per il quale, oltre alla dirigente scolastica Roberta Galassi, è intervenuto anche il rappresentante degli studenti, anche utente dell’annesso convitto. La preside ha ricordato che ricorre il 60esimo anniversario dell’alberghiero, il più antico dell’Umbria, evidenziando l’annosa questione degli spazi del complesso di San Paolo Intervineas.
È spettato quindi alla Giunta illustrare le proprie scelte, che partono in primis considerando il tasso di denatalità, come ha spiegato il sindaco Andrea Sisti. L’assessora all’istruzione Luigina Renzi ha fornito numeri allarmanti, partendo però dall’attenzione dell’amministrazione comunale per questo ambito: “Ci impegniamo moltissimo – ha spiegato – affinché le nostre scuole siano un’eccellenza, scuole in cui si possa fare la differenza. Non è facile ripensare alla struttura della città anche in una prospettiva futura, perché siamo una città che è andata incontro a un decremento continuo delle nascite e delle iscrizioni”. Dal 2015 al prossimo anno scolastico 2025/2026 – ha rivelato – si è assistito ad un decremento che va dall’11 – 15% delle scuole secondarie, a un 29% della scuola primaria. L’obiettivo è quindi quello di salvaguardare le scuole di grado inferiore più di prossimità, a servizio delle frazioni, realizzando dei poli scolastici dal nido alle elementari, mentre le scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) possono essere anche più distanti. Puntando anche all’istruzione terziaria, con i centri di ricerca che si stanno mettendo in piedi (il Cedipa con l’Università degli studi di Perugia) e l’istituzione di una sede Its.
Ad entrare nel dettaglio tecnico, attraverso alcune slide, è stata l’assessora Manuela Albertella, che ha ribadito alcune scelte su cui si sta procedendo. Come l’idea di demolire e non ricostruire i plessi di Villa Redenta per realizzare nuove strutture nel complesso e davanti alla media Manzoni, che sarà parzialmente demolita e ricostruita, realizzando degli edifici a sé stanti per la fascia 0-6 anni, per la primaria e la secondaria di primo grado.
Questo il piano per quanto riguarda le scuole comunali di Spoleto al centro di specifiche ordinanze di finanziamento del commissario straordinario alla ricostruzione post sisma. Nessuno finora è stato concluso. Va detto però che grazie all’accordo quadro, sono già state individuate a monte le ditte che si occuperanno dei lavori, quindi la procedura di gara sarà rapida.
Altri interventi sulle scuole di Spoleto, non finanziati con ordinanze del commissario alla ricostruzione post sisma ma con altri fondi:
Sono invece in fase di progettazione PFTE, per cui non è stato ipotizzato ancora alcun importo, né la tipologia di intervento, le seguenti scuole:
C’è poi la partita delle scuole superiori, di cui è competente la Provincia di Perugia. In campo ci sono oltre 33 milioni di euro su 4 plessi. Quello più importante riguarda l’immobile di Ragioneria, in viale Martiri della Resistenza, per cui sono stanziati circa 14 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione. Per l’istituto alberghiero di San Paolo, invece, sono in campo 10,6 milioni di euro, mentre per il liceo artistico 7,6 milioni. Altro intervento importante è quello sul liceo scientifico di vicolo San Matteo, dove dovrà essere mantenuta la facciata, vincolata, e dove dovrebbe poi essere ospitato anche il plesso scienze umane. La questione più discussa è quella dell’Itcg “Spagna”, che l’amministrazione comunale vorrebbe delocalizzare nella zona di via Visso a causa di un vincolo idrogeologico in loco, una scelta che è stata oggetto anche di scontro politico nella seduta del giorno seguente.
Prima dei tecnici della Provincia, a prendere la parola è stato il neo presidente Massimiliano Presciutti, che con un intervento incisivo ha invitato a far presto con la definizione degli interventi per l’avvio dei lavori, con i finanziamenti sempre meno sufficienti: “Non possiamo permetterci ulteriori ritardi, dobbiamo fare scelte condivise ma anche più rapide possibili e per questo abbiamo bisogno di un gruppo di lavoro tecnico che metta insieme tecnici della Provincia e del Comune, un tavolo che si riunisca entro qualche settimana, sennò questi 33 milioni non serviranno a fare le cose auspicate”.
Come detto, la questione centrale per quanto riguarda le superiori è il futuro del plesso di Ragioneria, situato in una zona al centro di un vincolo idrogeologico: è situato infatti in parte in fascia A e in parte in fascia B del Pai (Piano dell’assetto idrogeologico). La proposta avanzata dal Comune di Spoleto alla Provincia di Perugia è quella di delocalizzarla altrove. Ma dai consiglieri di opposizione è arrivata invece la richiesta di ricostruirla in loco, alzando il livello dell’edificio al piano stradale. Il timore, tuttavia, è che tale ipotesi comporti un innalzamento dei costi. La Provincia è disponibile a qualunque ipotesi purché vengano rispettati vincoli e soprattutto il finanziamento disponibile.
L’architetta comunale Sara Spitella, in particolare, ha spiegato che laddove gli edifici ricadano in fascia A le linee guida prevedono la demolizione ma non la ricostruzione in loco. Non un divieto in assoluto, ma se non viene individuata un’area alternativa, è necessaria una conferenza dei servizi per un’eventuale ricostruzione in loco. Prima di qualunque decisione, comunque, “la Provincia deve redigere il Dip (documento di indirizzo alla progettazione), che valuta una serie di soluzioni alternative che vadano ad indagare tutti gli aspetti, soprattutto anche quelli economici, di convenienza di un intervento rispetto ad un altro. Realizzare quell’edificio in quella zona comporterebbe tutti interventi tecnici, quali l’innalzamento del piano di calpestio che dovrebbero comportare degli aggravi economici che non risulterebbero esserci in caso di delocalizzazione in altra zona. D’accordo con la Provincia verrà redatto questo atto e valutata la convenienza economica di un progetto rispetto ad un altro“.
Sulla questione politica, invece, ha preso la parola il sindaco Andrea Sisti, che ha illustrato la volontà dell’amministrazione di realizzare un polo delle scuole superiori a via Visso, concordando tuttavia con i consiglieri di minoranza sui problemi esistenti sulla viabilità nella zona e non solo. Ricordando però i vincoli idrogeologici dove sorge Ragionieria ma anche la nota questione del palazzo sul Tessino, tra via Flaminia e piazza della Vittoria, “che non è abusivo ma approvato dal consiglio comunale all’epoca”.
“Io non vorrei mai che si decidesse di rifare lì quella scuola e un domani ci fosse un allagamento e una disgrazia. Dobbiamo agire in sicurezza e la sicurezza del nostro territorio è rilevante” ha osservato il primo cittadino. “Se c’è una insicurezza, o un potenziale rischio, una comunità cosciente, dopo tutti i disastri che ci sono stati in Italia, fa prevenzione, che significa questo. Quanto rischio c’è lì per una piena? Siccome credo che scienza e coscienza debbano andare insieme in questi casi, dobbiamo fare la scelta non che è l’opportunità migliore dal punto di vista economico, ma l’opportunità migliore di fronte a un rischio che è potenziale, che c’è e che può capitare. Capiterà tra 200 anni? Tra 50 anni? Non lo sappiamo. Qualsiasi intervento dobbiamo fare su quella scuola, ci dobbiamo porre il problema”.