Scuole, c’è l’ordinanza della Regione: in classe, il 7 aprile al rientro dalle vacanze, torneranno soltanto bambini e ragazzi fino alla prima media, come imposto dal decreto legge del Governo.
Per le classi seconda e terza media e per le superiori (che in base alla normativa nazionale possono tornare in presenza in zona arancione, pur con limiti) la Regione Umbria, come anticipato dall’assessore Coletto sulla base delle valutazioni del Nucleo epidemiologico, la Regione intende prima vedere i dati sui contagi post vacanze di Pasqua.
Tesei ha quindi firmato l’ordinanza con cui si prevede ancora l’obbligo della didattica a distanza, fino all’11 aprile, per le classi seconda e terza media e per le superiori.
Si svolgeranno invece in presenza sino all’11 aprile i servizi educatici e le scuole dell’infanzia (0-6 anni), le lezioni delle scuole primarie e il primo anno delle scuole secondarie di primo grado su tutto il territorio regionale. Le altre lezioni si svolgeranno a distanza.
“I contenuti dell’ordinanza – argomenta la Regione in una nota – si basano su quanto comunicato dalla Sanità regionale che in considerazione della presenza di varianti del Virus da Sars Cov-2 in Umbria, preso atto della pressione che in parte ancora permane sul sistema ospedaliero e sui servizi sanitari territoriali in ordine alle attività di contact tracing e di assistenza ai pazienti Covid positivi, ha valutato congruo svolgere le attività didattiche in presenza per le classi sopracitate”.
In base all’andamento del contagio si valuteranno progressivamente i provvedimenti da prendere nelle settimane successive, in ambito scolastico e non. Come ha detto l’assessore Coletto, si vuole valutare il possibile impatto delle vacanze di Pasqua sui contagi. Dopo il picco post Natale che ha portato l’Umbria ad anticipare in Italia la terza ondata.
Decisione rinviata alla fine della prossima settimana, dunque, sempre che l’Umbria venga confermata in zona arancione. Al momento il Cuore verde ha gli indici migliori sull’incidenza dei contagi (anche se l’indice Rt stimato è risalito a 1,01, leggermente sopra la media nazionale). Ma con una percentuale record della variante brasiliana (32%) sui contagiati.
A predicare prudenza sono gli esperti del Nucleo epidemiologico regionale. Che vedono ancora alta l’incidenza del Covid sulle fasce di popolazione in età scolare.
Eppure alcuni dirigenti di scuole medie e superiori avevano già inviato a professori e genitori circolari nelle quali si annunciava il rientro in classe il 7 aprile. Avendo evidentemente male interpretato il decreto legge del Governo, che impone la riapertura, anche in zona rossa e senza deroghe da parte di sindaci o governatori (se non in presenza di cluster o particolari circolazioni di varianti) solo per i servizi dell’infanzia, scuole elementari e prima media. Lasciando in zona arancione la possibilità (ma non l’obbligo) di tornare in classe, pur con limiti, per le altre classi delle medie e le superiori.
Invece, diversi dirigenti scolastici umbri tra giovedì e venerdì avevano inviato circolari in cui davano per certo il rientro in classe. Senza attendere neanche l’assegnazione delle fasce di rischio da parte del Ministero.
Cosa che, nella Giornata mondiale contro le fake news, ha finito con il creare ulteriore incertezza tra prof, studenti e genitori, in un anno quanto mai segnato dall’emergenza Covid.