Circa 70mila studenti umbri sono rientrati in anticipo nelle scuole. A Perugia la protesta di Rete studenti medi: video
E’ già suonata questa mattina per migliaia di studenti dell’Umbria la prima campanella dell’anno scolastico 2023 – 2024. Nonostante la Regione abbia previsto l’avvio ufficiale per mercoledì 13 settembre, al pari di altre regioni italiane, l’autonomia scolastica ha portato numerose scuole umbre ad anticipare ad oggi – lunedì 11 settembre – l’inizio delle lezioni, che dovrebbero comunque terminare l’8 giugno 2024.
Scuole riaperte in anticipo e pochi “ponti”
Circa 70mila – secondo le stime del quotidiano Il Messaggero – gli istituti di ogni ordine e grado che hanno riaperto i battenti oggi dopo la lunga pausa estiva. Per gli altri studenti la campanella suonerà tra due giorni. Pochi i ponti che ci saranno quest’anno, ricorrendo le festività in giorni per lo più infrasettimanali. Anche se l’autonomia scolastica appunto permetterà ad alcuni istituti di prevederne comunque di aggiuntive. Oltre alle festività (1 novembre, 8 dicembre, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno e festa del patrono), le scuole saranno chiuse da calendario scolastico regionale giovedì 2 novembre 2023, commemorazione dei defunti; sabato 9 dicembre 2023; da venerdì 22 dicembre 2023 a domenica 7 gennaio 2024 compresi, per le vacanze natalizie; da giovedì 28 marzo 2024 a martedì 2 aprile 2024 per quelle pasquali.
La protesta degli studenti per il “caro scuole”
L’avvio anticipato dell’anno scolastico per numerosi alunni è stato accompagnato a Perugia (fuori dal liceo “Galileo Galilei”) dalla protesta di Altra Scuola – Rete studenti medi Umbria contro il caro spese scolastiche. Accanto a materiale e libri che hanno visto aumentare il prezzo, i giovani umbri devono fare i conti con l’alta spesa dell’abbonamento scolastico (con il servizio che partirà comunque solo da mercoledì).
L’azione dimostrativa davanti al liceo scientifico perugino aveva l’obiettivo di “dare inizio ad una lunga lotta contro il caro scuola: gli studenti e le loro famiglie si trovano nuovamente a combattere contro i prezzi alti da pagare per riuscire a svolgere un degno anno di istruzione. L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha dichiarato che uno studente spende annualmente tra i 6000 € e i 7500 €, questo conto è stato fatto nel 2017, 6 anni fa, questo implica che questi dati non tengano conto dell’inflazione e che i prezzi sono aumentati ancora ed ancora”.
Il nodo degli abbonamenti autobus
La Rete degli studenti medi dell’Umbria spiega che “in questa giornata, e per le prossime a venire, protestiamo con lo slogan “Non ce lo possiamo permettere”; infatti, attualmente, molti studenti Umbri sono a rischio dispersione scolastica, il fenomeno, cioè, di chi abbandona la suola prima della conclusione degli studi, in preoccupante crescita in tutto il territorio nazionale. l’Umbria detiene uno dei posti più alti nella classifica delle regioni con il maggior costo in ambito educativo. Non possiamo permetterci gli abbonamenti per gli autobus, tema a cui la regione Umbria non ci ha dato una risposta definitiva, non possiamo permetterci i libri di testo, non possiamo permetterci il materiale scolastico, questi sono solo esempi base di quello che il rincaro dei prezzi ci sta togliendo in ambito scolastico. Invece la nostra Costituzione dice che l’istruzione dovrebbe essere gratuita per tutti, troviamo assurdo che chi governa a livello locale e centrale non si stia ponendo il problema”.
Dichiara Francesco Palmiotto, Coordinatore della Rete degli Studenti medi dell’Umbria: “Questo Flash Mob è solo il primo passo, il primo incontro, rispetto a tutto quello che faremo riguardante questo tema. Infatti, durante il corso di questa settimana saremo davanti alle scuole di tutta la regione ed in seguito alzeremo il livello della mobilitazione. Vogliamo che l’abbonamento per i mezzi pubblici a 60 € sia confermato per gli studenti universitari e che questo venga ampliato anche per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, attualmente lotteremo per questo”.
L’indagine di Altroconsumo sui materiali scolastici
A confermare il “caro scuole” è Altroconsumo, che ha analizzato i costi relativi al materiale scolastico necessario in un anno per le prime classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Penne e matite hanno subito un aumento del 39% rispetto all’anno scorso, mentre i quadernoni addirittura del 72% rispetto al 2020.
Secondo l’analisi, rispetto allo scorso anno, gli aumenti più consistenti riguardano una serie di prodotti, tra cui penne e matite grafite (+39%), evidenziatori (+24%), matite colorate (confezione, +20%), quadernoni A4 e copertine (+13%). La spesa complessiva in un anno per un bambino che deve frequentare la prima elementare è di 161 euro, con un aumento del 4% rispetto ai 154 euro del 2022. Per la prima classe della scuola media, nel 2022 la spesa complessiva ammontava a 144 euro, mentre quest’anno si aggira intorno ai 150 euro, con un incremento anche in questo caso del 4%. Se si mette a confronto la spesa attuale per la cancelleria con quella del 2020, emergono aumenti più elevati nei costi annui. Per la scuola primaria, oggi si spendono 161 euro per i prodotti necessari, contro i 137 euro del 2020, ovvero un aumento del 17%. Per la scuola secondaria, invece, la spesa si aggira intorno ai 150 euro, mentre nel 2020 si spendevano 127 euro (+ 18%). Tra i prodotti che hanno registrato gli aumenti maggiori rispetto al 2020 ci sono i quadernoni A4 (+ 72%, da 0,90 euro a 1,55 euro), le copertine per i quadernoni A4 richiesti alle elementari (+ 43%), le matite grafite (+ 43%) e la colla (+ 42%).
(aggiornato alle ore 11.48)