"Scuole, il piano Covid così non va": oltre 100 presidi umbri lo bocciano

“Scuole, il piano Covid così non va”: oltre 100 presidi umbri lo bocciano

Redazione

“Scuole, il piano Covid così non va”: oltre 100 presidi umbri lo bocciano

Mar, 12/10/2021 - 15:44

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La lettera che 105 dirigenti hanno indirizzato alla Regione e alle autorità sanitarie: impossibile applicare la differenza tra contatti stretti e a basso rischio

Oltre 100 presidi umbri (sono 105 coloro che finora hanno firmato la lettera indirizzata alle autorità regionali e sanitarie) bocciano il piano anti Covid nelle scuole. Un piano di cui i presidi non dovrebbero ancora essere a conoscenza, ma che hanno avuto modo di visionare. E che li preoccupa.

Il referente Covid e il caso accertato

Tra i vari punti che si contestano, la dicitura secondo cui è scritto che “il referente COVID della Scuola segnala un caso accertato di positività”, come se dovesse essere la scuola a segnalare alla Asl la positività al Coronavirus.

Contatti stretti

Ma la questione più importante riguarda la differenziazione fatta tra contatti “stretti” e contatti “a basso rischio”. Con i primi individuati nei compagni di classe che occupano le postazioni attigue a quelle del ragazzo risultato positivo. Una distinzione – rilevano i presidi – di fatto impossibile da fare. “Ogni caso di positività nella Scuola Primaria -scrivono i dirigenti – sarà gestito con l’invio dei nominativi di tutti gli alunni della classe, perché altro non sarà possibile fare”.

“Confusione tra le famiglie”

Per i presidi questo nuovo pianto anti Covid “porterà confusione tra le famiglie degli alunni che potranno sollevare dubbi sulla gestione dei casi (o peggio della stessa didattica) nei confronti delle scuole, condizionando in modo negativo e del tutto controproducente il clima in cui il faticoso ritorno alla normalità della vita scolastica sta avendo luogo”.

La proposta

Per questo suggeriscono di gestire eventuali casi di positività nella scuola primaria come avviene per la scuola d’infanzia o secondaria di primo grado, “eliminando questa discrezionalità nell’individuazione dei contatti che non corrisponde a una vera possibilità di applicazione da parte delle scuole”.

E comunque i presidi chiedono di essere coinvolti nelle procedure anti Covid che li vedono direttamente interessati.

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