Chiuse le scuole per due settimane in 31 Comuni dell’Umbria. Anzi no, alcuni (almeno 8) le lasciano aperte. Ma poi qualcuno di questi ultimi ci ripensa…
Le decisioni di chiudere sono arrivate dopo la riunione di lunedì mattina dell’Anci con il direttore regionale alla sanità Claudio Dario e il commissario D’Angelo. L’annuncio post incontro era la chiusura delle scuole in 31 Comuni. Ma i Municipi hanno un margine di manovra che gli permette di lasciare le scuole aperte, con, però, degli ovvi rischi.
In queste ore, dunque, verranno emanate le ordinanze che vietano l’attività didattica in presenza (presumibilmente da domani) per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, per 14 giorni. I comuni, però, vanno in ordine sparso: c’è già chi ha chiuso le scuole, chi ha già firmato l’ordinanza che le chiude da domani (2 febbraio) e chi per ora le chiude soltanto per una settimana (come ad esempio Gubbio).
L’atto verrà adottato sulla base della lettera del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Territoriale (Isp) che fornisce indicazioni “cogenti” e che sta arrivando ai 31 Comuni che presentano una maggiore incidenza di casi Covid nella regione. La lettera dell’Isp di oggi fa seguito a una precedente missiva della presidente della Regione Donatella Tesei e alla relazione del Comitato tecnico scientifico già pervenuti ai sindaci nei giorni scorsi.
I Comuni coinvolti – fa sapere l’Anci – sono: Gubbio, Magione, Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno, Piegaro, Città della Pieve, Panicale, Castiglione del Lago, Fratta Todina, Deruta, Collazzone, Marsciano, San Venanzo, Torgiano, Perugia, Corciano, Bevagna, Montefalco, Valtopina, Foligno, Spello, Sellano, Nocera Umbra, Gualdo Cattaneo, Trevi, Calvi dell’Umbria, Amelia, Lugnano in Teverina, Attigliano, Giano dell’Umbria e Montegabbione.
Diversi hanno già emanato le ordinanze o si preparano a farlo, con le chiusure da domani al 14 febbraio. Mentre altri le lasceranno aperte. Chiuse per due settimane (con rientro in classe il 15 febbraio) le scuole di: Magione, Passignano, Panicale, Castiglione, Tuoro, Perugia, Corciano, Deruta, Torgiano, Fratta Todina, Collazzone, Trevi, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria, Bevagna, Nocera Umbra, Valtopina, Amelia. A Paciano invece la didattica in presenza era già sospesa.
A Città della Pieve la chiusura sarà disposta a partire da mercoledì.
Tra i 31 Comuni che dovrebbero emanare l’ordinanza secondo Regione ed Anci ma i cui sindaci hanno deciso il contrario ci sono al momento Piegaro, Sellano e Marsciano per quanto riguarda la provincia di Perugia e Lugnano in Teverina, Calvi dell’Umbria, Attigliano, San Venanzo e Montegabbione in provincia di Terni. Ma a Marsciano e Sellano i rispettivi sindaci in serata ci ripensano ed annunciano le chiusure.
“Non avendo ricevuto indicazioni dall’Autorità Sanitaria (Piegaro non è al momento tra i 31 Comuni con un tasso di contagio superiore ai 200 ogni 100.000 abitanti) le Scuole, di ogni ordine e grado, RIMARRANNO APERTE. Monitoreremo la situazione epidemiologica ogni giorno ed interverremo, se necessario, come da disposizioni della Regione”. Questa la comunicazione fatta poco fa sui social network dal Comune di Piegaro.
A Lugnano in Teverina anche le scuole rimarranno aperte visto che il sindaco aveva già spiegato che i contagi fanno riferimento soltanto ad una unica famiglia.
Scuole aperte anche a Marsciano, fa sapere il sindaco Francesca Mele. “In tutti i plessi del territorio comunale, quindi, le lezioni in presenza continueranno a svolgersi regolarmente sulla base delle attuali norme nazionali e regionali. Resta fermo che eventuali misure di limitazione della didattica in presenza saranno prontamente adottate qualora i dati, costantemente monitorati, lo rendessero opportuno“. Ma in serata il sindaco ci ripensa. E annuncia la chiusura delle scuole a Marsciano da mercoledì. Lo stesso a Sellano, dove il primo cittadino Attilio Gubbiotti alla fine chiude tutti i plessi dopo un caso di positività al Covid tra gli studenti.
Nella lettera dell’Isp si legge che “in considerazione del progressivo diffondersi del Covid-19 sul territorio, tenuto conto che tale diffusione determina un grave rischio per la salute pubblica, si richiede l’emissione di provvedimento ordinativo contingibile ed urgente finalizzato all’adozione delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19”, fra cui, appunto, la sospensione dell’attività didattica nelle scuole.
Durante l’incontro, il direttore Dario e il commissario D’Angelo hanno ribadito “la necessità dei provvedimenti anche a scopo preventivo, considerato il tasso di propagazione molto elevato dell’infezione”.
Per quanto riguarda i comuni sotto i 5mila abitanti (sono 12 quelli con un tasso alto di contagi), il direttore Dario ha assicurato che “sarà effettuata un’analisi di contesto con evidenza delle specifiche misure di gestione della situazione epidemica da condividere con il Sindaco”.
“I sindaci – commenta il presidente facente funzioni di Anci Umbria, Michele Toniaccini – hanno evidenziato che qualora le condizioni epidemiologiche dovessero consentirlo, e in accordo con le autorità sanitarie locali, si potrà procedere a una revisione del provvedimento. Inoltre, è stato anche chiesto che ci siano maggiori controlli sui territori, oltre a quelli effettuati dalla Polizia Municipale, per non vanificare le misure restrittive adottate con grande senso di responsabilità e con spirito di collaborazione fra enti e istituzioni diversi, con l’unico interesse di tutelare la salute dei cittadini, agendo non solo per contenere la curva epidemiologica, ma anche a scopo preventivo”.
(ultimo aggiornamento ore 10 del 2 febbraio)