La categoria professionale degli assistenti sociali risulta, anche in Umbria, fra le più esposte a violenze e stress, specialmente dopo i casi di cronaca che hanno messo sotto pressione il settore e i suoi operatori. Per rispondere a questa criticità, la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, su richiesta dei Comuni di Terni, Perugia e Foligno, ha attivato percorsi di supervisione professionale destinati a tutti i professionisti dei servizi sociali comunali del territorio regionale. L’obiettivo: prevenire il burnout e migliorare l’efficacia dei servizi.
Un quadro allarmante: la violenza contro gli assistenti sociali
Secondo i dati del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS), su un campione di oltre 20.000 professionisti italiani:
- L’88,2% ha subito aggressioni verbali durante la carriera, con episodi frequenti anche negli ultimi tre mesi (54,8% con utenti che alzano la voce).
- Il 15,4% ha subito violenza fisica, in alcuni casi con oggetti o armi.
- Il 35,8% teme per la propria sicurezza o quella dei familiari.
Dati che riflettono la complessità di un lavoro che espone gli assistenti sociali a rischi non solo emotivi ma anche fisici, influendo negativamente sul loro benessere e sull’efficienza del proprio servizio.
“La nostra professione è spesso lasciata sola a gestire situazioni delicate, come l’allontanamento di minori o la valutazione della genitorialità – spiega Cinzia Morosin, presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali dell’Umbria. Il percorso di supervisione nasce dall’esigenza di supporto, per riflettere sull’impatto emotivo e organizzativo dei casi trattati e migliorare il metodo di lavoro. Non possiamo permettere che il burnout e la violenza compromettano la qualità del servizio ai cittadini”.
Il ruolo della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e il valore della supervisione
Grazie alle risorse del PNRR e ai nuovi LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali), è in corso di realizzazione un progetto di supervisione unico per approccio e portata. L’intervento coinvolge gli oltre 200 assistenti sociali attivi in tutta la regione, dai comuni capofila di zona sociale alle realtà più periferiche. Il modello riflessivo e partecipativo integra aspetti metodologici, emotivi e organizzativi, per un totale di 1.365 ore previste nel triennio 2023-2025. Le attività sono gestite da supervisori selezionati attraverso un avviso pubblico nazionale, che operano in 38 gruppi – tra mono-professionali ed équipe multiprofessionali – e supervisioni individuali.
“È fondamentale fermarsi per riflettere – continua Morosin –. Durante le supervisioni, un esperto esterno ci aiuta a valutare situazioni complesse, lontano dall’urgenza quotidiana che spesso costringe a decisioni affrettate. Questo migliora non solo la consapevolezza professionale, ma anche la capacità di proporre cambiamenti organizzativi”.
Verso una maggiore consapevolezza e incisività
Oltre a prevenire il burnout, il percorso mira a rafforzare la coscienza di categoria degli assistenti sociali, incoraggiandoli a farsi promotori di cambiamenti organizzativi e strategici. “La supervisione non serve solo a migliorare il lavoro individuale, ma a rendere l’organizzazione più efficiente ed efficace – sottolinea la presidente Morosin –. Serve a costruire una categoria forte, in grado di dialogare con dirigenti tecnici e politici, molti dei quali non provengono dalla nostra area professionale”.
L’attenzione al potenziamento dei servizi sociali, cresciuta di pari passo con l’aumento della domanda sociale legata alla pandemia da Covid-19, ha trovato una prima risposta nella Legge di bilancio 2021, che ha introdotto un livello essenziale di prestazione (Lep) quantitativo: almeno un assistente sociale ogni 5.000 abitanti.
Successivamente, con il Piano Sociale Nazionale 2021-2023, si è passati a un intervento di carattere qualitativo, istituendo un Lep trasversale a tutti gli altri: la supervisione del personale dei servizi sociali.
Come conferma Cristina Strappaghetti, responsabile della formazione sui temi sociali della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, “il percorso di supervisione è uno strumento essenziale per garantire servizi migliori ai cittadini e tutelare chi opera in prima linea nel tessuto sociale della nostra regione. Un esempio concreto di come formazione, riflessione e azione possano trasformare le difficoltà in opportunità per un’intera comunità”.
Luogo: PERUGIA, Villa Umbra, Località Pila, snc
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