Cronaca

Scuola Trebisonda, il Tar dà ragione ai genitori | Aggiornamento

Aggiornamento al 17 ottobre – Sul ricorso al Tar vinto da alcuni genitori riguardo le iscrizioni alla scuola d’infanzia Trebisonda di Terni, il Comune replica confermando le sue ragioni sulla statalizzazione del plesso.

L’Amministrazione Comunale, in particolare la direzione scuola e l’avvocatura dell’Ente, approfondiranno tutti gli aspetti formali e procedurali della sentenza del Tar sulla Trebisonda, che comunque non cambia la sostanza delle cose: la statalizzazione si è conclusa con successo, in tutti i suoi aspetti, compreso quello della dotazione organica. Il diritto allo studio è stato garantito e questo è l’interesse primario sia da parte del Comune che delle famiglie” dichiara l’assessore alla Scuola Tiziana De Angelis.

“La statalizzazione della Trebisonda – prosegue l’assessore – arriva nell’ambito del piano di razionalizzazione e di eliminazione delle sovrapposizioni tra Comune e Stato, soggetto quest’ultimo al quale fa carico costituzionalmente la pubblica istruzione. Il Comune si è mosso con l’obiettivo, raggiunto, di non sopprimere la scuola, lasciando così ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di proseguire in quel contesto sociale, in un ambito che sicuramente costituisce un valore per tutti. Già ad agosto del 2016 l’Amministrazione Comunale ha comunicato alle famiglie in percorso in atto, dicendo di esserci comunque la possibilità di una iscrizione alla stessa Trebisonda, cosa che la quasi totalità delle famiglie ha fatto, in un clima collaborativo che ha permesso di gestire, con la dovuta attenzione, anche le situazioni più complesse, come quelle di bambini con problemi di disabilità. Sfuggono dunque le ragioni di un ricorso al Tar, che sembra più incentrato su questioni ideologiche che di sostanza, tenendo conto che il servizio non solo rimane nella sua essenza ma anche nella sua natura, pubblico era con il Comune pubblico rimane con lo Stato. Voler continuare a chiedere al Comune servizi che non fanno parte della sua vocazione  e dei suoi compiti vuol dire solo pretendere di distrarre risorse umane ed finanziarie che invece devono essere concentrate nei servizi che non possono essere garantiti da altri soggetti pubblici e che sono fondamentali per la comunità cittadina. 

Il Comune di Terni ha sempre lavorato per garantire il diritto allo studio, collaborando con lo Stato, con le istituzioni scolastiche, con la dirigenza scolastica, affinché la rete della pubblica istruzione sia ampia e diffusa sul territorio comunale, arricchita di servizi che vanno dalla ristorazione di qualità all’assistenza e all’accoglienza. Una collaborazione fattiva e operativa in particolare con le famiglie dei bambini, perché al di la dei ricorsi al Tar e dei suoi pronunciamenti, quello che premeva alla sottoscritta e alla Amministrazione era la garanzia del benessere dei piccolissimi alunni, così come assicurato ai loro genitori nei numerosi incontri”.


Sulla scuola dell’infanzia Trebisonda di Terni il Tar dell’Umbria dà ragione ai genitori. Il Comune ha sbagliato a non rispondere alle famiglie che hanno presentato domanda di iscrizione per i propri figli, per l’anno scolastico  2017 – 2018, alla materna di Borgo Bovio. Il tribunale amministrativo regionale ha accolto l’istanza avanzata da tre genitori, tutti rappresentati legalmente dall’avvocato Emilia Festa. La sentenza, dopo la camera di consiglio  del 5 settembre, è stata pubblicata venerdì scorso, 13 ottobre. Ed i genitori annunciano per questa mattina una conferenza stampa di fronte proprio ai locali della scuola “Trebisonda”, in via Cadore.

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La battaglia dei genitori aveva come obiettivo quello di veder garantita la continuità didattica ai propri figli. Per questo alcuni di loro avevano comunque presentato la domanda di iscrizione per i bambini al “Trebisonda”, nonostante l’annuncio di statalizzazione da parte del Comune di Terni. Dall’ente, però, non era arrivata nessuna risposta, né diniego all’iscrizione. Così i tre genitori hanno presentato ricorso al Tar sulla “illegittimità del silenzio serbato dal Comune di Terni in ordine alla domanda di iscrizione alla scuola comunale dell’infanzia ‘Trebisonda’ nonché della fondatezza della pretesa all’iscrizione alla predetta scuola per l’anno scolastico 2017/2018″.

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Secondo i ricorrenti, l’Amministrazione comunale, pur a seguito dell’adozione di atti formali tra cui la delibera G.C. 213 del 3 agosto 2016 inerente la riorganizzazione dei servizi educativi scolastici, avrebbe dovuto adottare un provvedimento espresso atto a chiarire le sorti della scuola “Trebisonda” al fine di garantire la continuità didattica. Di diverso avviso il Comune (difeso dall’avvocato Paolo Gennari), che puntava proprio sulla delibera di Giunta in questione per motivare che con essa aveva “già provveduto alla soppressione della scuola in questione garantendo la continuità didattica mediante altre scuole della zona”. Il Tar, però, ha accolto il ricorso, riconoscendo che il Comune avrebbe comunque dovuto rispondere all’istanza dei genitori. “Ritiene il Collegio – si legge nella sentenza – che la sopravvenuta statalizzazione della scuola in questione andava comunque formalizzata con atto espresso al fine di renderne una volta per tutte edotti i ricorrenti, si da consentire le opportune azioni ai fini di consentire ai propri figli minori l’assolvimento degli obblighi scolastici nonché la scelta, per quanto possibile, del plesso scolastico”. “Tra l’altro – scrivono ancora i giudici – gli atti di organizzazione adottati dall’Amministrazione comunale nel corso del 2016 non riguardano la richiesta iscrizione all’anno scolastico 2017/2018 né rappresentano la statalizzazione della scuola in esame. Ragioni di leale collaborazione tra amministrazioni pubbliche avrebbero dovuto invece muovere il Comune ad intervenire presso i competenti organi scolastici statali al fine di consentire la richiesta iscrizione o, comunque, a fornire ai genitori tutte le informazioni del caso”.

Entro 30 giorni dalla notifica della sentenza, quindi, il responsabile del Servizio scolastico del Comune di Terni dovrà “pronunciarsi espressamente sulla istanza dei ricorrenti”. Il Tar, infine, condanna il Comune di Terni al pagamento delle spese di giudizio in favore dei ricorrenti, nella misura di complessivi 2.000 euro, oltre accessori di legge.