Il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, prende posizione sul taglio dei pasti a insegnanti e personale ATA: si tratta in pratica della abolizione della “seconda portata”, carne o pesce che sia. La decisione “è una conseguenza dei tagli statali” scrive Mismetti e, cifre alla mano, non gli si può dar torto. La vicenda è saturita da un articolo del Corriere dell'Umbria di ieri che, sulle pagine folignati, denunciava la “dieta vegetariana forzata” per maestre e bidelli ai quali non verrà più erogato il secondo. Il motivo è semplice: la tariffa per un pasto completo nelle mese scolastiche è pari a 5.72 euro, ma il Ministero dell'Istruzione elargisce solo 3.62 per il pranzo dei propri dipendenti. Fino ad ora é stato il Comune di Foligno a coprire le spese per le rimanenti 2.10 euro, ma da adesso in poi, data la crisi, ciò sarà più possibile. Di questi tempi, è il caso di dirlo, bisogna stringere la cinghia. Il comune sta comunque predisponendo una procedura per consentire ad insegnanti e personale ATA di poter pagare di tasca propria la differenza e consumare così un pasto completo. Certo il contributo ministeriale è scarso, a differenza di quanto percepiscono altri dipendenti pubblici, quelli che ricevono i famosi ticket di importo praticamente doppio (7€ ca.) rispetto ai colleghi della scuola. E' però anche vero, sulla base ad esempio di quanto avviene nell'industria privaa, che ogni dipendente che usufruisce della mensa aziendale contribuisce al costo del pasto (somma in genere trattenuta in busta paga). Da Mismetti arriva comunque una apertura per risolvere la questione. Di seguito si riporta il comunicato:
“A proposito della vicenda sulla ‘riduzione’ del pasto erogato dal Comune di Foligno al personale insegnante e Ata, per la mancata copertura finanziaria dello Stato, l’ufficio istruzione del Comune ha spiegato in una nota che 'con direttiva n. 218 del 10 marzo 2000, la Direzione Generale Istruzione Elementare del Ministro, ha fissato in Lire 7.200 l’onere massimo sostenibile per ogni singolo pasto degli insegnanti. Il CCNL 2006/09 ha esteso il diritto alla mensa al personale ATA. Non è mai stato adeguato l’onere sostenibile che rimane fermo al 2000'. In pratica lo Stato concede per ogni pasto consumato una somma che risulta essere inferiore anche ad euro 3,62. Il pasto attualmente erogato dal Comune di Foligno ha un costo pari a euro 5,72. Il Ministero della pubblica Istruzione e i sindacati della scuola hanno stipulato un contratto che consente agli insegnanti e al personale Ata di fruire dei pasti forniti dal Comune, ma non è stata prevista la relativa copertura finanziaria. In pratica due soggetti si sono accordati per fornire un servizio pagato da un terzo (il Comune) senza che questo fosse stato interpellato. Il personale dovrebbe pertanto attivare le proprie rappresentanze sindacali affinché lo Stato si faccia carico del costo del pasto. Il suggerimento di ridurre il pasto ad un primo e un contorno è pervenuto da parte di alcuni dirigenti scolastici. Dal momento che continua a non pervenire da parte dello Stato l’intera copertura del costo del pasto, il Comune di Foligno ha accolto il suggerimento di erogare al personale insegnante e ATA un pasto che rientri nella somma liquidata dallo Stato”.
“Il Comune di Foligno è comunque pronto a predisporre le procedure per far pagare al personale la differenza di costo, tra il contributo statale e il costo effettivo, per tornare al pasto completo”, ha aggiunto l’assessore all’istruzione, Rita Zampolini. Mismetti, ha sottolineato che “non bisogna sorprendersi più di tanto per questa vicenda che rappresenta una delle tante conseguente della dissennata scelta di tagli da parte dello Stato”. (Giada Martinetti)
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