Nell’anno del Centenario franchettiano, il capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini, ha chiesto notizie sulla scuola di Rovigliano (una delle due strutture educative rurali istituite dai baroni) che – ha detto – “attualmente si trova in un vergognoso stato di abbandono. Perché non siano finte celebrazioni, l’eredità dei baroni deve essere realmente valorizzata“.
Morini, ricordandone la storia come modello d’avanguardia nel panorama pedagogico del Novecento, ha sostenuto che “l’edificio della scuola, attualmente di proprietà della Regione Umbria, è in condizioni precarie, spogliata di ogni arredo e ogni bene. Che cosa pensano di fare Comune e Regione per favorire il pieno e repentino recupero o tutela della struttura in questione?”.
Sulla scuola abbiamo sollecitato la Regione per una gestione condivisa, grazie anche alle sue iniziative. I beni mobili dovranno essere inventariati, almeno quelli di un certo valore, e quindi riportati a Palazzo Tomassoni e Villa Montesca per essere esposti nei luoghi dei baroni. Agire su Rovigliano è più difficile che in altri contesti. Anch’io sono preoccupato per come la questione sta procedendo. Ci impegneremo a fondo per valorizzare un bene che, comunque, non è il nostro
Morini si è detto “profondamente insoddisfatto. Il bene non è direttamente disponibile per il Comune ma anche altri beni su cui siete intervenuti non lo sono. Se l’intento del centenario è celebrativo o autocelebrativo, lo dirà alla fine l’impegno concreto su Rovigliano. Per ora non ci sono idee precise”.