Via libera dalla Regioni al documento dell’Istituto superiore sanità sulle misure anti Covid per l’anno scolastico. Le Regioni hanno ottenuto flessibilità su alcuni aspetti. Ad esempio, circa l’uso delle mascherine (per ora obbligatorie, ma con step periodici a seconda dell’andamento del contagio). Che, hanno spiegato i tecnici, potrebbe portare anche a dei lockdown locali in caso di focolai di contagio. Ma al momento vengono scongiurati interventi drastici generalizzati.
Sui trasporti, bocciata l’idea di equiparare i compagni di classe ai congiunti, per superare il problema del distanziamento di un metro sul bus. Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo alla Commissione Istruzione della Camera ha spiegato che il percorso dello scuolabus a pieno regime non può durare più di un quarto d’ora per ridurre i rischi di contagio.
I nodi che rimangono, dunque, sono principalmente quelli dei trasporti e della capienza delle aule. Oggi si terrà la Conferenza unificata Stato – Regioni.
Intanto, a poco più di due settimane dall’inizio dell’anno scolastico 900 studenti umbri non hanno ancora una sistemazione certa nel rispetto delle norme anti Covid. Lo denuncia Altrascuola, in un dossier in cui mostra che ben 35 classi nella sola Provincia di Perugia ad oggi non hanno ancora un’aula a disposizione. Venti di queste nel Liceo Galilei e al Pieralli (dove mancherebbero ancora 5 aule) a Perugia. Ma ci sono criticità anche allo Jacopone da Todi. Le alternative proposte, per Altrascuola, non sembrano percorribili.
Sul tema dei trasporti, Altrascuola sentenzia: il servizio era insufficiente anche prima dell’emergenza covid-19 sia negli orari, sia nella diffusione. È il momento di stanziare fondi affinché siano garantiti trasporti sicuri e adeguati a tutti gli studenti del territorio.
Dichiara Matias Cravero, coordinatore di Altrascuola, Rete degli Studenti Medi Umbria: “Nella situazione di generale incertezza è secondo noi inopportuno che esponenti del governo regionale leghista e parlamentari dello stesso colore giochino allo scaricabarile delle responsabilità con il Ministero: le criticità sul piano nazionale ci sono senza dubbio, ma è piena responsabilità delle istituzioni locali trovare spazi adeguati e investire a sufficienza nel diritto allo studio regionale per rappresentare un modello virtuoso tra le regioni del Paese“.
E “forte preoccupazione per i ritardi e le criticità ancora aperte in vista della riapertura delle scuole il prossimo 14 settembre” viene espressa dalla Camera del Lavoro di Perugia. Che evidenzia come “sia sul versante della sicurezza interna agli istituti, per alunni e personale, sia sul delicatissimo fronte dei trasporti, permangano grandi incertezze che vanno superate al più presto”.
“Non possono bastare le rassicurazioni a mezzo stampa dell’assessore Melasecche o di qualche amministratore comunale – afferma il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia – perché qui parliamo di migliaia di ragazze e ragazzi che dal 14 settembre riprenderanno a muoversi con i mezzi pubblici”.
Per la Cgil è dunque necessario che già dalle prossime ore si intensifichi il confronto con le rappresentanze dei lavoratori dei settori coinvolti, scuola, trasporti, ma anche mense e pulizie, per far sì che la ripartenza (“che non deve assolutamente slittare”) avvenga in piena sicurezza per tutte e tutti. “Far ripartire le attività scolastiche in presenza è l’obiettivo per il quale da mesi stiamo lavorando – conclude Ciavaglia – convinti che il diritto all’istruzione sia una priorità assoluta, da sostenere con forza, non a parole, ma attraverso una politica di forte e significativo investimento”.