I risultati delle prove Invalsi confermano quante ferite abbiano lasciato sugli studenti due anni segnati da pandemia e Didattica a distanza (Dad). Il rapporto di Mediacom 043, diretta da Giuseppe Castellini, confronta il calo di rendimento nelle prove Invalsi del 2021 rispetto al 2019 (nel 2020 non si sono svolte proprio a causa della pandemia). Nell’ultimo anno il 9,5% degli studenti italiani, con un netto incremento rispetto al 7% del 2019 ha terminato la scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori) con competenze di base fortemente inadeguate; il 23% dei giovani della fascia dì età 18-24 anni o ha abbandonato la scuola, o l’ha terminata senza acquisire competenze di base minime. Nel 2019 erano il 22,1%. Peggiora di conseguenza la dispersione scolastica implicita, che rappresenta quegli studenti che, pur non essendo dispersi in senso esplicito, finita la scuola non hanno le competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro e dell’Università (spesso questo aspetto sfugge all’attenzione della società, motivo per cui si parla anche di dispersione scolastica nascosta). La difficoltà del sistema nel garantire a tutti e a ciascuno buoni livelli di competenze di base aumenta per gli studenti che provengono da ambienti meno avvantaggiati.
“Effetti che, se non recuperati spiega Castellini – avranno conseguenze negative sulla vita sociale e professionale di questi giovani, sia perché buone competenze fondamentali sono prerequisiti per l’accesso all’esercizio dei diritti di cittadinanza, sia perché – come dimostrato anche da un recente studio della Banca d’Italia – c’è in media una correlazione diretta tra la qualità del livello di istruzione e i guadagni economici (e non economici, come migliore qualità della vita) realizzati nel percorso lavorativo”.
A livello di cicli scolastici, facendo un confronto tra i dati nazionali Invalsi 2019 e 2021 nella scuola primaria gli esiti sono sostanzialmente stabili, ma permane la considerevole differenza tra scuole e tra classi nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese, mentre nella scuola secondaria di I (scuole medie) e II grado (scuole superiori) la perdita negli apprendimenti in Italiano e Matematica aumenta al crescere dei gradi scolastici. Rimangono invece sostanzialmente stabili gli esiti di Inglese.
Dai dati, inoltre, si riscontrano differenze molto importanti all’interno del sistema scolastico, non solo rispetto ai territori, ma anche in relazione al contesto sociale di provenienza.
La prima profonda ferita lasciata dal Covid-19 (e dalla conseguente Dad) negli esiti delle prove Invalsi 2021 in Umbria è l’arretramento in matematica, più pesante nell’ultimo anno delle scuole superiori che in quello delle scuole medie. La percentuale degli studenti umbri del V° superiore che raggiungono o superano i livelli di conoscenze minime richiese in matematica scende dal 57,5% al 47,6% (-9,9 punti percentuali o, espresso in variazione percentuale e non in punti percentuali, -17,2%). Di converso, gli studenti umbri del V superiore che non raggiungono i target minimi richiesti in matematica salgono dal 43,3% del 2019 al 52,4%, il che vuol dire che più di uno studente sue due non supera la soglia minima prevista di conoscenze.
E l’arretramento umbro in matematica nel V superiore (-17,2%) è più forte sia di quello medio nazionale (-15,8%) che di quello del Centro (-14,8%), che pure mostrano cali rimarchevoli. Non solo, ma se nel 2019 la percentuali di studenti umbri del V superiore risultati adeguati in Matematica (57,5%) era di poco inferiore sia alla media nazionale (58,2%) ma superiore a quella del Centro (56,7%), nel 2021 è inferiore a entrambe.
Sempre per quanto riguarda la Matematica, la situazione umbra arretra anche per quanto concerce l’ultimo anno elle scuole medie, ma in maniera molto più leggera e con un peggioramento molto meno marcato rispetto al dato nazionale e a quello del Centro. Nel 2021, infatti, in Umbria risultano adeguati in Matematica il 62,8% degli studenti rispetto al 64,6% del 2019, con un arretramento del 2,8%. In Italia gli studenti di terza media adeguati in Matematica sono scesi dal 61,4% al 54,8% (-10,7%) e nel Centro dal 64,9% al 59,8% (-7,9%).
Profonda, anche se meno di quella della matematica, la ferita lasciata dal Covid-19 nei risultati scolastici relativi all’italiano, anche se questo in Umbria vale per il V superiore e non per la terza media, dove invece la regione migliora i risultati delle prove Invalsi, in controtendenza rispetto a quanto avviene per Italia e Centro.
Nell’ultimo anno della scuola superiore gli studenti umbri che raggiungono gli standard minimi in Italiano scendono del 10%, passando dal 63,8% al 57,4% (di converso, gli studenti non adeguati salgono dal 36,2% al 42,6%). Il dato nazionale segna -14,2% (gli studenti adeguati calano dal 65,4% al 56,1%), quello del Centro -13,5% (gli studenti adeguati scendono dal 66% al 57,1%).
Come detto, l’Umbria va invece positivamente in controtendenza nelle prove Invalsi di italiano in terza media, dove gli studenti adeguati crescono del 6,7%, a fronte del -7,3% della media nazionale e del -5,7% del Centro
Da rilevare subito che, nel V superiore, benché in miglioramento il livello di studenti che raggiungono o superano lo standard minimo in inglese listening è basso (appena il 32,5% degli studenti nel 2021, con il dato che era il 29,7% nel 2019), inferiore a quelli pure non certo elevato dell’Italia (36,9%) e del Centro (37,1%). Livelli bassi che sono la conseguenza della scarsa presenza di insegnanti madrelingua nelle scuole superiori italiane. Se si guarda all’andamento rea le prove Invalsi 2021 e quelle 2019 l’Umbria tiene e in vari casi avanza sia nel listening che nello speaking, ad eccezione nel listening nell’ultimo anno delle scuole elementari, dove il numero degli studenti adeguati accusa una contrazione del 7,4% (scendono dall’88,1% del 2019 all’81,6% del 2021), a fronte del -1,9% dell’Italia e del -2,9% del Centro. Ma sia nel V° superiore che in terza media l’Umbria marca un aumento degli studenti adeguati sia nel listening (+4,2%) che nel reading (+3%), mentre l’Italia e il Centro marcano un arretramento, più o meno marcato
Quanto ai punteggi medi ottenuti nel 2021 nelle prove Invalsi, nel quinto anno della scuola superiori sono in linea con quelli medi nazionali, con un leggero ritardo nell’inglese reading (come era nel 2019).
Gli studenti umbri di terza media ottengono nelle quattro materie considerate punteggi superiori alla media nazionale, con un vantaggio più accentato in Italiano e Matematica rispetto a quanto avviene nell’Inglese (sia listening che reading). Da notare che, nei confronti delle altre regioni del Centro, l’Umbria in terza media è prima nel punteggio medio di Italiano (a pari merito con le Marche) e in Matematica (seguita a un punto dalle Marche), mentre in Inglese listening è superata dalle Marche e in Inglese reading è a pari merito con il Lazio, superata da Marche e Toscana.
In generale – si evidenzia nel Rapporto – c’è una correlazione diretta tra il background economico-sociale-culturale (Escs) degli studenti e i loro esiti nelle prove Invalsi. In altre parole, fatto 100 il risultato medio degli studenti con Escs alto, i punteggi calano man mano che si scende nella scala economico-sociale.
Un fattore da tenere presente da due punti di vista: il successo della scuola come elemento che riduce il divario cognitivo degli studenti provenienti da diversi ambienti economici, sociali e culturali e l’andamento anno dopo anno di questo divario.
L’effetto della pandemia, e della Dad collegata, che negli studenti del V anno ha allargato (in media di oltre 2 punti percentuali) questo divario, mentre in terza media l’effetto è contrastato (con allargamento, tra il 2021 e il 2019, del divario in Inglese reading e in misura minore in Inglese listening, mentre in Italiano e Matematica c’è una sostanziale stabilità del divario). In quinta elementare il divario si allarga leggermente in Italiano e Matematica, mentre si restringe in Inglese listening e, in maniera leggera, in Inglese reading.
Ad esempio, nel 2021 il punteggio medio ottenuto in italiano dagli studenti con un background economico-sociale-culturale alto è superiore del 14,9% rispetto a quello ottenuto dagli studenti con Escs basso, mentre nel 2019 era del 12,5%. Così, sempre nel V° superiore, il divario 2021 in Matematica è del 13,2% rispetto all’11% del 2019, in Inglese listening è del 14,8% nel 2021 rispetto al 12,6% del 2019 e in Inglese reading è del 14.4 nel 2021 rispetto all’11,7% del 2020.
Quanto all’andamento specifico dei punteggi, emerge come il peggioramento degli studenti con un Escs basso, rispetto a quelli con un Escs medio-alto, sia regolarmente più marcato, tra le prove Invalsi 2019 e quelle 2021, in tutte le materie considerate, come anche il fatto che il peggioramento, sempre nel V° superiore, in genere sia gradualmente più grave man mano che si scende nella scala sociale. In terza media e in quinta elementare, invece, la situazione si presenta più variegata.