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Scuola, insegnanti precari senza stipendio mettono in mora il Miur

Non percepiscono lo stipendio da settembre, cioè da quando sono scattate le nomine di fase A e B delle assunzioni della “Buona Scuola”; gli insegnanti di seconda e terza fascia stanno vivendo una situazione paradossale, e per alcuni versi drammatica, tra rimbalzi di responsabilità e caos nella gestione delle finanze da parte delle segreterie scolastiche e Ragioneria Generale dello Stato.

I dipendenti statali, infatti, non riescono a percepire quanto dovuto dallo Stato per cause che sono ancora da comprendere, tanto che da Terni è partita una procedura di diffida e messa in mora, avviata dai Cobas, nei confronti del Miur e dei Dirigenti Scolastici per sbloccare questa fase di impasse.

La Ragioneria territoriale sostiene che la colpa del mancato versamento degli stipendi sia da attribuire alle segreterie scolastiche, mentre queste sostengono il contrario, cioè che la procedura dell’inserimento dei contratti dei docenti è avvenuta regolarmente e che ora spetta alla Ragioneria pagare i dipendenti statali.

Tra i precari della scuola, che attendono ancora l’aggiornamento delle graduatorie per l’assegnazione dei posti attualmente occupati fino agli aventi diritto e il completamento della fase C per il potenziamento delle cattedre, ci sono giovani mamme, famiglie con mutuo, nuovi assunti con alle spalle anni di precariato, tutti ‘abbandonati’ dallo Stato. “Ho un bimbo di un anno racconta una precaria a TO e da due mesi non percepisco lo stipendio. Lavoro 18 ore a settimana, più gli impegni pomeridiani. Spesso sono costretta a ricorrere a una babysitter che faccio fatica a pagare perché da due mesi non ricevo quanto dovuto. Quello che più mi indigna è che non si riesca a capire da chi dipenda questo mancato versamento degli stipendi e che nessuno metta la faccia su quanto sta succedendo. Come ci sono altre migliaia di persone che si sentono abbandonate da uno Stato che invece si è rivelato estremamente efficiente quando si è trattato di chiedere i soldi agli insegnanti per i vari Pas e Tfa”.

Da ieri sono dunque scattate le diffide, con una nota diffusa dai Cobas, tramite il suo rappresentante territoriale, il prof. Franco Coppoli: “Il diritto ad una adeguata retribuzione è dunque garantito dalla Costituzione indipendentemente dalla tipologia di contratto” (articolo 36 della Costituzione).

Il MIUR è in ritardo di mesi col pagamento degli stipendi dei precari a tempo determinato, docenti della seconda e terza fascia che permettono, in molti casi dall’inizio dell’anno scolastico, il regolare svolgimento dell’attività didattica.
Da ottobre il MIUR continua a rimandare, in maniera illegittima, l’ordine per effettuare i pagamenti ai lavoratori precari della scuola e molti di loro continuano a non ricevere gli stipendi per i mesi di lavoro effettuati, trovandosi in una situazione di difficoltà economica illegale e lesiva dei loro diritti di lavoratori.
 
I COBAS della scuola mettono a disposizione di tutti i precari in attesa di stipendio un modello di diffida e messa in mora.
Il personale interessato dovrà trasmettere il modello o consegnandolo al protocollo, oppure inviandolo con posta elettronica certificata o spedendolo con raccomandata A/R alla Ragioneria territoriale di Terni e presso la scuola attuale sede di servizio.
 
Allo scadere degli otto giorni di tempo indicati nel modello, entro cui l’amministrazione dovrà liquidare le somme non percepite, in caso di esito negativo, il personale interessato dovrà comunicarlo consegnandolo il lunedì dalle 17 alle 20 ai Cobas della scuola di Terni, via del Lanificio 19, 05100 Terni  oppure anche tramite email cobastr@yahoo.it  e riceverà le istruzioni operative per adire alle vie legali per il recupero forzoso delle somme non corrisposte”.

Qualora le diffide non bastassero a sbloccare i pagamenti, i Cobas hanno già preparato un’azione legale, tramite il legale Gabriella Caponi, per chiedere, oltre a quanto dovuto per gli arretrati, anche anche gli interessi dovuti agli insegnanti.

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