Primi due giorni di scuola con molte assenze, tra studenti, professori e personale scolastico, anche in Umbria. Molte le classi con studenti positivi, alcuni, asintomatici, rilevati negli screening volontari promossi dalla Regione e dai Comuni.
A Spoleto, Narni, Arrone, Campello sul Clitunno, Calvi e Fabro sono stati i sindaci, con apposite ordinanze, a rinviare il rientro in classe, scegliendo la Dad. Che per tutti gli altri scatta in base alle nuove disposizioni sulle quarantene fissate nel decreto del Governo. A seconda della classe, del numero di positivi al Covid e con distinzioni tra vaccinati e non.
Nonostante i molti studenti positivi (al ‘Giordano Bruno’ di Perugia ci sono ad esempio contagiati in tutte le classi) finora i provvedimenti di quarantena non sono scattati perché le positività sono state rilevate durante le vacanze. Ma ora, col rientro in classe, inizia la procedura che può portare alle lezioni differenziate (in presenza per guariti e vaccinati da meno di 4 mesi e in Dad per gli altri).
E si pone il problema della verifica dei requisiti per andare in presenza con due casi positivi. Il Ministero dell’Istruzione ha inviato una circolare su come gestire la verifica del possesso dei requisiti per restare in classe, alle secondarie di I e II grado, nel caso in cui ci siano 2 positivi in classe.
I requisiti per poter partecipare alle lezioni in presenza (guarigione o completamento del ciclo vaccinale con seconda dose da meno di 120 giorni o terza dose) devono essere dimostrati dallo studente interessato. La scuola, nel caso di doppia positività in una classe, deve quindi darne comunicazione alle famiglie affinché consentano agli studenti che lo vorranno dimostrare la guarigione o l’avvenuta vaccinazione nelle modalità previste dal decreto. La verifica dei requisiti comunicati dovrà quindi avvenire da parte del dirigente scolastico o di personale delegato (docente o Ata). E dovrà essere effettuata ogni giorno, per i 10 giorni successivi alla notifica della doppia positività.
Nella Circolare il Ministero comunica anche come deve avvenire il trattamento dei dati sensibili.
Gilda degli Insegnanti ha accolto con soddisfazione la nota di chiarimento del Ministero, che ha recepito le osservazioni dei sindacati.
La Gilda, però, mette in guardia i docenti dal rischio di essere impropriamente coinvolti nelle operazioni di controllo dello stato vaccinale degli studenti: “La nota del Ministero stabilisce che siano i dirigenti scolastici a eseguire le verifiche, fornendo indicazioni precise in merito alle procedure da seguire. Siamo fortemente contrari, però, alla possibilità prospettata dall’Amministrazione che i dirigenti deleghino questo compito anche agli insegnanti e al personale Ata. I controlli – motiva il sindacato – implicano il trattamento di dati sensibili e, di conseguenza, il rischio di incorrere in responsabilità anche di natura penale. Riteniamo, dunque, che il modo giusto per accertare lo stato vaccinale degli alunni, specie se minorenni, sia quello di predisporre una piattaforma informatica, così come già avvenuto per il personale, e auspichiamo che il ministero proceda al più presto in questa direzione”.
E di rientro a scuola “all’insegna dell’incertezza” parla la segretaria della Uil Scuola dell’Umbria, Lucia Marinelli. “Noi del sindacato Uil scuola abbiamo modo di confrontarci quotidianamente con il personale – denuncia – e riceviamo notizie allarmanti da parte dei dirigenti scolastici, su cui grava tutta l’organizzazione e la responsabilità, sul numero di docenti e personale Ata in quarantena che, presumiamo, crescerà nei prossimi giorni, vista la grande facilità di diffusione della variante Omicron”.
“Per questi motivi – prosegue Marinelli – riteniamo che la scelta di riaprire le scuole in presenza il 10 gennaio denoti un’incapacità politica nel valutare le effettive esigenze, legate per esempio, a una buona parte del personale assente per Covid o quarantene e l’impossibilità a trovare supplenti, anch’essi malati o non ancora in possesso del Green pass rafforzato. Come UIL Scuola riaffermiamo – prosegue Marinelli – l’insostituibilità della didattica in presenza, che sappiamo non potrà mai essere sostituita dalla DaD, ma la ripresa delle lezioni deve pienamente coniugarsi con la sicurezza dei lavoratori e studenti. Lo stato di grave incertezza che ha preceduto la riapertura, doveva essere tenuto in considerazione per tempo”.
Per la Uil ci sono tanti studenti in Dad, classi dimezzate, orari ridotti e impossibilità a monitorare adeguatamente. “E l’ultima nota ministeriale, oltre a essere di difficile applicazione, elencando tutte le diverse possibilità – accusa – discrimina fra alunni vaccinati in presenza e alunni non vaccinati in didattica integrata, per noi inaccettabile; senza considerare l’osservanza di 2 metri di distanza nella mensa, che già le scuole articolano su più turni, pur di mantenerla anche se in strutture spesso inadeguate”.
E poi c’è il nodo dei prof e del personale no vax. Dal 15 dicembre, in base alle nuove norme nazionali, non possono più lavorare neanche presentando il tampone. Solo che, tra i 5 giorni di tempo che la normativa concedeva loro e le imminenti vacanze, alcuni avevano rimandato ancora la scelta. Ora però, gli irriducibili, contrari a farsi vaccinare contro il Covid, non possono più lavorare.
Un numero ancora consistente, anche se estremamente minoritario in termini percentuali. Che si aggiunge al personale in malattia (per varie patologie) o in quarantena perché contagiato dal Covid.
Il Ministero ha messo a disposizione dei dirigenti scolastici una nuova piattaforma per controllare i requisiti richiesti al personale docente.