Scuola, finalmente pubblicate anche per la provincia di Perugia le attese Gps, le Graduatorie provinciali per le supplenze per il biennio relativo agli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022.
Da due giorni le graduatorie, come compariva nel profilo a cui può accedere ciascun insegnante precario, erano state elaborate dal Ministero dell’Istruzione, ma non erano consultabili perché in fase di verifica da parte dell’Ufficio scolastico territoriale di Perugia. Verifiche che si sono rese ancor più necessarie alla luce dei numerosi errori riscontrati nell’inserimento dei dati prima (anche con l’esclusione di alcuni insegnanti, come già accaduto in provincia di Terni) e con la stesura delle graduatorie poi.
In un foglio excel sono classificati i 25900 nominativi (ma alcuni si ripetono ovviamente per più fasce di concorso), messi in ordine sulla base dei punteggi acquisiti per titoli di accesso, ulteriori (ad esempio master o particolari abilitazioni), titoli artistici e punteggi acquisiti con gli anni di servizio a scuola.
L’esercito degli insegnanti precari, visualizzata la propria classificazione per ciascuna delle proprie classi di concorso, è ora in attesa della chiamata per una cattedra, annuale o per la copertura temporanea del posto di un collega in malattia o indisponibile per altro motivo.
Incognite a cui quest’anno si aggiungono quelle legate all’emergenza Coronavirus. Anche legate ai cosiddetti docenti vulnerabili (che dovrebbero effettuare didattica a distanza) o alle numerose certificazioni mediche che già si preannunciano.
Molto si è polemizzato per il ritardo con cui l’Ufficio scolastico territoriale di Perugia ha pubblicato le Graduatorie Gps, attese per il primo settembre. Anche se ci sono province dove non sono ancora disponibili.
Alcuni ne mettono anche in dubbio la validità, visto che quest’anno l’aggiornamento dei titoli (non più triennale, ma biennale) è stato effettuato senza presentare le attestazioni cartacee, ma attraverso l’inserimento dei dati direttamente online da parte dei docenti precari. Che in molti casi si sono rivolti ai sindacati della scuola. La verifica della rispondenza dei titoli, quindi, è stata delegata dagli Uffici scolastici territoriali alle cosiddette scuole polo. Che però, in molti casi, vista la gran mole di lavoro e il poco tempo a disposizione, hanno potuto solo effettuare una verifica della rispondenza del punteggio al titolo richiesto, senza avere sempre a disposizione – lamentano alcuni operatori – il tempo necessario per verificarne da subito l’autenticità.