Burico: "Castiglione del Lago onorata di ospitare una realtà di grande livello accademico"
Sabato 11 marzo, alle ore 16 a Palazzo della Corgna, sarà inaugurato il XV ciclo della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia. La scuola è gestita in convenzione con l’Università degli Studi della Basilicata, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Siena e l’Università degli Studi di Torino e ha lo scopo di curare la preparazione scientifica nel campo delle discipline demoetnoantropologiche impegnate nella conoscenza dei patrimoni culturali. Insieme alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico-artistici con sede a Gubbio, è una delle due realtà promosse da UniPg sul tema del patrimonio culturale.
“Castiglione del Lago è onorata di ospitare una realtà di grande livello accademico – ha dichiarato il sindaco di Matteo Burico – che è un punto di incontro, di studio e di sperimentazione per tanti giovani laureati. Castiglione non è solo natura, panorami e buona cucina, ma con questa scuola, con le rassegne dedicate ai libri, con la nuova multisala cinematografica che andremo a inaugurare a breve, con lo spazio espositivo di Palazzo della Corgna, possiamo affermare che si sta collocando in una posizione preminente nel panorama culturale non solo del Trasimeno ma di tutto il territorio circostante umbro e toscano”.
Quella di sabato sarà un’inaugurazione di particolare rilievo per quella che è stata la prima scuola di specializzazione di questo genere in Italia e che si accinge ad avviare il quindicesimo ciclo formativo.
La cerimonia sarà aperta dai saluti istituzionali del sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico, del prof. Massimiliano Marianelli Direttore del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali, umane e della formazione di UniPg, del prof. Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (MIC), dell’ing. Giuseppe Lacava, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria (MIC).
A seguire la prolusione del prof. Ferdinando Felice Mirizzi dell’Università degli Studi della Basilicata e presidente della Società Italiana di Antropologia Culturale (SIAC) su “Antropologia e patrimonio culturale: le politiche istituzionali tra ricerca e formazione”.
Le conclusioni saranno affidate al prof. Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia. L’incontro sarà moderato dal prof. Daniele Parbuono, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici. Nel corso dell’evento, inoltre, sarà presentato il libro “Antropologia e Patrimoni. Formazione di competenze e di professionalità” curato da Daniele Parbuono e Maria Luisa Sementilli e realizzato insieme al “Comitato Alumni” della scuola. Il volume raccoglie articoli relativi a una trentina delle miglior tesi di specializzazione di questi primi 15 anni di attività della scuola, che danno il senso dei temi e dei campi su cui si è lavorato.
“Dopo 15 anni facciamo il punto su un’importante attività – spiega il prof. Daniele Parbuono – anche perché molti degli specializzati e delle specializzate di questa scuola oggi ricoprono ruoli di livello nazionale e internazionale, nei musei, nella libera professione, in raccordo con amministrazioni e soggetti privati, nelle Università, presso il Ministero della Cultura. Questo bel percorso comune ha infatti creato importanti competenze nonché una rete tra professionisti che lavorano nell’ambito del patrimonio culturale italiano e internazionale. Mi sembra importante sottolineare come l’ambito del patrimonio culturale goda di grande attenzione da parte del dibattito antropologico nazionale e internazionale; si tratta infatti di un settore che fornisce ottime possibilità professionali. In ultimo, mi pare importante evidenziare la più che costruttiva relazione con i territori, in particolare con quello del Lago Trasimeno e di Castiglione del Lago che in questi anni non è stata solo una sede didattica, ma un luogo di sperimentazione e di ricerca attività; ne è un esempio la mostra che abbiamo inaugurato nelle scorse settimane “Acqua elemento sociale” e che si aggiunge alle già numerose attività di ricerca antropologiche aperte sul concetto di patrimonio nell’area lacustre”.