Altri tasselli messi per la riapertura delle scuole di Spoleto a settembre. Ma rimane al momento un problema: quello della scuola (d’infanzia e primaria) di Beroide, chiusa dopo le verifiche su vulnerabilità sismica e carichi pendenti.
Si è focalizzata proprio su questa situazione la nuova riunione della commissione di studio che si è tenuta giovedì pomeriggio in Comune, coordinata dal vicesindaco Beatrice Montioni, proprio per fare il punto sulla riapertura dei plessi scolastici alla luce delle normative legate all’emergenza da Coronavirus.
Sulla scuola di Beroide la questione è duplice. L’amministrazione comunale punta infatti a dei moduli scolastici e da questo punto di vista la quadratura del cerchio è vicina. Ma il vicesindaco Montioni ha spiegato chiaramente che per settembre non si farà in tempo. Serve dunque un piano B, temporaneo, per il plesso che – tra materna ed elementare – vede per l’anno scolastico 2020 – 2021 ben 92 iscritti. “La ricerca di spazi finora è stata purtroppo vana” ha evidenziato l’assessore all’istruzione. “Stiamo valutando altre ipotesi, ci sono un paio di soluzioni in ballo ma dobbiamo prima parlarne con i diretti interessati”. Questo per quanto riguarda il rientro a settembre degli alunni della scuola di Beroide.
Mentre per i moduli prefabbricati, l’iter sta andando avanti. Dopo che il sindaco ha formalizzato due settimane fa una richiesta alle autorità competenti – ritenuta “generica” dai consiglieri dei gruppi di opposizione Spoleto Popolare e Alleanza civica – di quasi una trentina di tali strutture (quando si paventavano problemi in ben 8 plessi comunali su 32), nei giorni scorsi dall’assessore Montioni è invece partita una richiesta dettagliata focalizzata appunto sulla scuola di Beroide. Con tanto di metri quadri necessari e divisioni delle aule. Un’istanza che è stata inviata anche alla Regione Umbria, con tanto di preventivi qualora il Comune di Spoleto dovesse acquistare o noleggiare con proprie risorse i prefabbricati in questione.
Sull’area per posizionarli, escluso un terreno (che è vincolato per 5 anni), rimane in piedi l’ipotesi di quello della Pro loco di Beroide. Bisognerebbe smantellare l’attuale piattaforma (dei mille mq attuali la necessità per la scuola è di 700) per realizzare un sotto fondo armato, che “rimarrebbe come base per la nuova pista da ballo che da tempo ci viene chiesta dalla Pro loco, ottimizzando i costi”, come ha spiegato l’assessore all’urbanistica Francesco Flavoni. Sono inoltre in corso interlocuzioni con gli Alpini per la possibilità di far effettuar loro le urbanizzazioni in questione.
Quanto agli altri plessi scolastici, il vicesindaco Beatrice Montioni ha ricordato come rispetto al quadro iniziale, la situazione è decisamente migliorata. Ad esempio, per quanto riguarda la scuola media “Manzoni”, “abbiamo la necessità di utilizzare una sola aula della scuola di musica, dove non è previsto fare nessun tipo di lavori: sarà usata solo come aula professori”.
Sulle altre scuole dove erano state segnalate difficoltà, sono partiti i progetti per risolvere le problematiche grazie ai fondi Pon assegnati al Comune: 160mila euro. “I progetti sono stati redatti – ha spiegato l’ingegnere comunale Debora Zucchi – lunedì è prevista l’autorizzazione in Giunta e la settimana prossima affideremo i lavori: abbiamo già fatto un’indagine di mercato e le due ditte disponibili inizieranno gli interventi nella settimana dal 10 agosto per concluderli entro il 7 settembre”.
Confermato, poi, come emerso durante l’ultima riunione, l’utilizzo di due oratori – quello di San Giacomo e quello di San Nicolò – per ospitare rispettivamente la scuola media della popolosa frazione e l’elementare “Francesco Toscano”. Su quest’ultima scuola, in particolare, la nuova struttura parrocchiale dedicata a Giovanni Paolo II ospiterà gran parte delle classi, mentre alcune rimarranno alla dirimpettaia “Le Corone”.
Per quanto riguarda l’oratorio di San Giacomo, saranno necessari dei lavori entro settembre, che il Comune dovrà effettuare con fondi propri in quanto non finanziabili con i fondi Pon. In particolare, ha specificato la vicesindaco Montioni, andranno fatti dei lavori su alcuni fondelli, chiuse un paio di porte, sistemati i bagni, resi infrangibili i vetri con delle pellicole apposite. E se la consigliera comunale Luigina Renzi (Ora Spoleto) ha sollecitato un accordo gratuito con la Curia arcivescovile come avvenuto di recente a Bologna, è stato evidenziato invece come un canone verrà corrisposto. “Sugli importi non abbiamo informazioni ad oggi – ha specificato la Montioni – si era inizialmente ipotizzato 5 euro al metro quadro al mese, che però è poi emerso essere un importo da non prendere in considerazione”. Il canone sarà infatti forfettario e terrà in conto anche delle migliorie che il Comune di Spoleto dovrà fare a sue spese.
Sempre a strutture dell’Archidiocesi di Spoleto – Norcia si guarda per ospitare eventualmente gli studenti delle scuole media di Baiano ed elementare di San Giovanni dove nel 2021 dovranno partire i lavori di messa in sicurezza. Ma intanto a settembre gli alunni saranno nella loro sede normale, poi si vedrà.
A tenere banco durante la riunione di giovedì una polemica politica innescata da parole poco chiare pronunciate dal sindaco Umberto de Augustinis nel suo ultimo videomessaggio su Facebook. Il primo cittadino, infatti, parlando delle scuole, ha annunciato la disponibilità della Provincia di Perugia dell’ex liceo scientifico, l’immobile cioè di vicolo San Matteo chiuso dopo il terremoto per la sua alta vulnerabilità sismica e che verrà demolito e ricostruito dallo stesso ente proprietario.
Il sindaco, dunque, ha paventato un suo possibile utilizzo, senza però circostanziare le sue parole. Che hanno messo in allarme i consiglieri di minoranza ma anche il Comitato scuole sicure. Gli assessori Montioni e Flavoni, però, hanno spiegato che non è previsto in tale sede nessun utilizzo per ospitare studenti. L’ipotesi al vaglio è piuttosto quella di portarci al limite la segreteria della scuola “Dante Alighieri”, altro problema attualmente irrisolto.
Quanto alla agibilità, ha spiegato Flavoni, dopo i lavori effettuati dalla Provincia in passato, il Comune ha revocato l’inagibilità (di tipo B) riscontrata a seguito del terremoto del 2016. Ma per poter tornare ad ospitare studenti, l’edificio dovrà essere adeguato sismicamente.
Il tavolo di lavoro sulle scuole di Spoleto si tornerà a riunione giovedì prossimo. Al vaglio ci sono questioni come lo sdoppiamento delle classi e il trasporto scolastico (rimaste irrisolte in quest’ultimo tavolo), oltre ovviamente ad aggiornamenti sugli altri plessi, in primis la questione della scuola di Beroide.