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SCUOLA: APPROVATO IL DOCUMENTO CON LE NUOVE LINEE PER I CORSI DI STUDIO

“Per l'anno scolastico 2009-2010, le scuole superiori dell'Umbria possono chiedere l'apertura di nuovi corsi, solo se i nuovi indirizzi di studio proposti si dimostreranno urgenti, limitati, e soprattutto condivisi nel territorio. Ruotano attorno a questo concetto transitorio e di conferma dei criteri adottati un anno fa, le Linee guida per l'istruzione secondaria approvate a maggioranza dal Consiglio regionale, con 13 voti a favore ed 11 contrari. Il documento difeso dall'assessore Maria Prodi, “vogliamo che le domande di nuovi corsi siano realistiche per evitare la sovrapposizione di offerte”, ma criticato dalle opposizioni – per Massimo Mantovani (FI Pdl) “In Umbria manca da otto anni una programmazione in tutti i settori della formazione, dagli studenti stranieri fino ai soggetti portatori di handicap” – prevede comunque la possibilità di proporre alle due Province di Perugia e Terni, entro il prossimo 10 settembre, l'attivazione di nuovi corsi, accompagnandole con motivazioni oggettive a sostegno della richiesta, o la cancellazione dei corsi non più rispondenti alle esigenze formative di un determinato territorio.Prima del voto finale l'aula ha respinto, 13 contro e 11 a favore, un emendamento sottoscritto da tutti i consiglieri di opposizione che spostava in avanti di alcuni giorni la scadenza per le scuole di presentare le domande di nuovi corsi e per le Province di darne risposta mediante i piani annuali. Ha illustrato il documento, ‘Linee guida per l'istituzione di nuovi indirizzi di studio', il consigliere GIANLUCA ROSSI (Pd) rilevando la fase di transizione che lo caratterizza, in assenza di importanti modifiche legislative che a livello nazionale dovranno disciplinare alcune novità dell'ordinamento scolastico, come l'elevazione dell'obbligo scolastico a 16 anni e la riorganizzazione degli istituti tecnici superiori. Dopo aver illustrato i criteri restrittivi per la concessione di nuovi corsi di studio, comunque possibili se urgenti e sostenuti dal livello territoriale e se documentati con analisi e dati mirati al riequilibrio della offerta formativa di alcune realtà, Rossi ha spiegato che la Conferenza di servizio ha stabilito di monitorare i corsi serali autorizzati nel territorio regionale, anche in considerazione della attivazione dei centri territoriali per l'istruzione degli adulti. Per MASSIMO MANTOVANI, relatore di minoranza (FI Cdl), il voto contrario delle opposizioni si spiega con il fatto che “In Umbria c'é una sostanziale mancanza di programmazione: un vero isolamento della Regione che non ha saputo esaltare nemmeno le opportunità offerte dalla autonomia scolastica. Siano praticamente fermi ad otto anni fa e le linee di indirizzo sono la fotocopia di quello dell'anno scorso. Manca una programmazione in tutti i settori della formazione, dagli studenti stranieri fino ai soggetti portatori di handicap. In alcune zone, come il Trasimeno gli studenti studiano fuori regione. Tutto ciò mentre il mercato del lavoro chiede figure professionali base come i periti meccanici. Giudizio negativo, anche per la tempistica, troppo stretta: proponiamo per questo di far slittare i tempi per le domande dal 10 al 30 settembre anche perché ci sono i nuovi esami di riparazione e per le Province, chiamate a redigere i piani scolastici provinciali, chiediamo un mese e mezzo in più di tempo”. L'assessore regionale all'istruzione MARIA PRODI, intervenuta subito dopo, pur ammettendo che le linee guida non si discostano da quelle di un anno fa, ha detto: “C'è comunque una maggior disponibilità ad accogliere nuovi indirizzi, pur nell'ambito di logiche più razionali. Ad esempio si intende evitare la sovrapposizione di offerte di corsi rispetto alla domanda espressa dai territori. Vogliamo che le richieste siano realistiche. Questo spesso non coincide con le esigenze rappresentate da alcune realtà territoriali, e non possiamo certo favorire massicci spostamenti di studenti. Purtroppo per l'anno prossimo si annunciano novità drammatiche per la scuola, in conseguenza dei tagli annunciati al corpo insegnanti. Non sappiamo a quali docenti dovremo rinunciare; ma è partita una razionalizzazione governativa che ha l'unica logica finale di tagliare gli organici della scuola. Ricordo che il precedente Governo fece precedere ogni decisione da una attenta analisi sulle realtà dei territori e su questa base cognitiva impostò le sue scelte. Di sicuro sappiamo che avremo il 30 per cento di tagli che comporteranno successive ristrutturazione, fino a delineare negli anni una scuola in pura perdita. Non si guarda alla futura efficacia, ma ai tagli: è dunque certo fin da ora che l'anno prossimo su queste stesse linee dovremo fare scelte dolorose e non certo ipotizzare nuovi corsi da istituire per realizzare una equilibrata offerta formativa”. Rispondendo ad alcune critiche sollevate, l'assessore ha aggiunto: “Sui disabili è stato istituito un tavolo di confronto per capire da vicino i problemi del loro inserimento a scuola, che non deve essere traumatico per i genitori, ma utile per i ragazzi. Anche per gli immigrati ci siamo dati un progetto che favorisca l'inserimento scolastico, coinvolgendo le famiglie, comunicando con le stesse famiglie. Stiamo lavorando anche sulla promozione della autonomia nel territorio. Purtroppo dal livello nazionale ci arrivano segnali solo relativi alla reintroduzione dei grembiuli: Niente si dice nulla sulla autonomia delle scuole nei piccoli comuni, sugli effetti che avranno i tagli. Per noi la scuola resta comunque un diritto da estendere a tutti”.In assenza di un vero dibattito, le critiche dell'assessore Prodi alle annunciate scelte governative sulla scuola hanno indotto i due relatori a replicare in questi termini. MASSIMO MANTOVANI (FI-Pdl) : “E' fuorviante sollevare ora il problema dei tagli. Nello scontro culturale sulla scuola dovremmo metterci d'accordo se è un parcheggio per insegnanti e alunni, o il luogo di formazione della futura classe dirigente. Oggi l'Italia è agli ultimi posti in Europa in quanto a formazione, soprattutto scientifica, con insegnanti malpagati ma in rapporto di uno a 10 studenti contro l'uno a 15 del resto d'Europa. Il post Sessantotto ha distrutto una delle migliori scuole del mondo, perché da allora si è arrivati alla anarchia assoluta, ed alla burocrazia con situazioni che in certi momenti non consentono di mantenere nemmeno l'ordine pubblico nelle classi”. GIANLUCA ROSSI (Pd) “Era inevitabile che si arrivasse ad una valutazione di ordine politico. Molto opportunamente l'assessore ha sottolineato i rischi che la scuola corre per effetto dei tagli annunciati. Il ministro delle finanze è arrivato a teorizzare lo smantellamento della scuola e non certo la Regione. Voglio sollecitare l'assessore a portare avanti, dopo la pausa estiva, il disegno di legge regionale sul sistema formativo integrato. L'Umbria deve ridisegnare il sistema formativo adeguandolo alle nuove esigenze del sistema regionale”.