Economia & Lavoro

Scs, tra veleni e dubbi la verità del presidente Hanke

Veleni e dubbi la fanno ancora da padrone intorno alle vicende della Spoleto Credito e Servizi, la gloriosa cooperativa finita in profondo rosso. Sembrano lontano già anni luce, i tempi in cui ci si poteva vantare di controllare la Banca Popolare di Spoleto (dal 2014 nelle solide mani di Banco Desio). Così,  tra controllate fallite e qualche spesa pericolosa di troppo, la bella principessa di piazza Pianciani si è ritrovata a vestire i panni di Cenerentola ante scarpetta di cristallo. Un po’ come vedere il film disneyano partendo però dalla fine.

Sulla cooperativa, non bastasse il concordato, pesa da qualche mese una istanza di fallimento presentata dal liquidatore di una delle controllate.

I commissari di Bankitalia, che avevano iniziato nel 2013 e terminato l’autunno dell’anno successivo, dicono di aver fatto tutto quello che potevano. Benedicendo l’arrivo del board presieduto dall’avvocato Massimo Marcucci, affondato dai soci lo scorso dicembre sullo stile di un copione già visto: un pugno di 2-300 azionisti (la cooperativa ne vanta 21mila) lo sfiduciarono, come si ricorderà, non approvando i bilanci 2014-2015 e nominando un nuovo cda. Composto per la maggior parte di membri legati ai maggiori protagonisti di quel passato “buio” della banca e della sua controllante.

A presiederlo il dottor Maurizio Hanke, stimato medico, appassionato di storia locale e con un pedigree politico di buon rispetto. Inevitabile che su di lui si concentrino la maggior parte delle critiche e pure qualche veleno. Una ridda di voci che va dalla auspicata vendita di beni mobiliari (tra cui un’opera del Burri) e immobiliari,  al mancato versamento degli emolumenti al vecchio cda che li vorrebbe destinare alle popolazioni colpite dal terremoto, alla “nuova” redazione dei bilanci. Proprio quelli per cui è stato deposto Marcucci & Co. e che in queste ultime ore, successive alla nostra intervista, sembrano scomparsi dal sito istituzionale Scs. Ma nel tourbillon dei veleni c’è anche la recente nomina di Leodino Galli e Carlo Alberto Zualdi, rispettivamente al Cda e Collegio revisori di Banca Popolare Spoleto. Notizia questa che ha destato una qualche fibrillazione tra i responsabili dell’istituto di credito.

Hanke, a differenza di alcuni suoi predecessori, non si sottrae alle domande. Ne nasce così una intervista – la prima dal suo insediamento – schietta e sicuramente destinata a suscitare  interesse, non solo dentro palazzo Pianciani.

Presidente Hanke, sabato 25 marzo ci sarà l’assemblea e i bilanci non sono stati ancora pubblicati sul sito istituzionale, leggiamo per “problemi tecnici”. Dovremmo aspettarci dei documenti contabili diversi da quelli sottoposti all’assemblea di dicembre, no? Praticamente no, poi comunque avrete modo di leggerli. Avevamo impostato con i nostri consulenti un bilancio sostanzialmente diverso, però è inevitabile che su questo avrebbe poi pesato il parere già espresso dal collegio sindacale. Dunque per ragioni di opportunità, visto anche il buon rapporto con i revisori, a cominciare dal presidente Nasini che è persona ottima, abbiamo messo lo stesso collegio in condizione di poterlo approvare.

(Il presidente Scs, dottor Maurizio Hanke)

Nella ridda di voci che interessano da settimane Scs, c’è quella che vi vorrebbe all’opera per vendere una scultura di Burri. Notizia vera o balla? Non è una balla – ribatte Hanke -, è una iniziativa su cui ci stiamo concentrando per creare opportunità, per far crescere la cooperativa…non siamo più banca, non abbiamo più risorse e se vogliamo fare qualcosa abbiamo bisogno di liquidità. Stiamo predisponendo un piano di ristrutturazione sia del patrimonio immobiliare, sia mobiliare, tra cui l’opera di Burri. Questa è una bella opera ma non è delle migliori dell’artista in quanto appartiene a un periodo e ad un tecnica che la colloca un gradino sotto a quelle più quotate. Abbiamo un perizia firmata da un geometra che la valuta 1,2 milioni, però nuove stime la pongono al di sotto di questa soglia e le offerte che ci sono arrivate sono ancora più basse. Tanto che non siamo ottimisti per una eventuale vendita. E’ chiaro che tutte le offerte che riceviamo e riceveremo su ciò che intendiamo vendere, vengono inviate al commissario giudiziale (il dottor Eros Faina, n.d.r.) e al giudice Laudenzi con istanza di alienazione. Se ci verranno accordate bene, in caso contrario  vedremo il da farsi.

Perché non vuole liquidare gli emolumenti del precedente board che li aveva promessi alle  popolazioni terremotate? Guardi, il 30 dicembre scorso ho ricevuto la lettera dell’avvocato Marcucci che sollecitava il pagamento (ca. 32mila euro, n.d.r.) da trasferire su un conto corrente da aprire ad hoc. Ho subito sottoposto la questione al commissario giudiziale. Questi mi ha detto di accertare dapprima l’entità delle spettanze, verificare poi quelle che potrebbero rientrare nel concordato e, non da ultimo, che non potevo aprire un conto corrente in quanto dovremo liquidare le spettanze agli amministratori che, una volta pagate le tasse, provvederanno in proprio a destinarli ai terremotati.

Visto che si tratta di un’opera di solidarietà magari potreste cominciare a liquidare le spettanze ante concordato. Che tempi vi siete dati? La scorsa settimana ho ricevuto un sollecito da Marcucci che mi intima il pagamento entro sette giorni. Tornerò a disturbare il Commissario giudiziale, che ha correttamente ricevuto la mia stessa comunicazione; quello che mi dirà, farò.

In queste ore si è appreso che il commercialista che avrebbe tentato di modificare (il condizionale è d’obbligo) i dati societari di Scs dichiarando anzitempo decaduto il precedente board  e per questo denunciato alla Procura di Spoleto sarebbe Carlo Alberto Zualdi. E’ vero che il suo Cda ha ritirato la querela? Il consiglio è stato informato di questa vicenda – risponde il presidente – ed è stato pressantemente invitato dallo stesso Zualdi a non ritirarla perché secondo quest’ultimo quella denuncia non ha materia, non ha alcuna rilevanza penale. Peraltro ritirare una querela da parte di un board che si trova in concordato non è questione di poco conto, in considerazione potrebbero essere stati arrecati danno alla nostra società.

AGGIORNAMENTO (24 marzo): PROCURA ARCHIVIA POSIZIONE ZUALDI

Cosa può dire riguardo alla nomina di Galli e Zualdi che per vicende diverse sono o sono stati nell’occhio del ciclone? Non avevate altre candidature? Sicuramente sì – ribatte Maurizio Hanke – e posso assicurarle che abbiamo discusso molto su queste nomine. Per esempio il nostro consigliere Gilberto Stella che ha un curriculum valido, denso di incarichi di amministratore presso svariati enti e società, aveva insistito perché il candidato fosse lui. Come pure abbiamo avuto altre candidature per il board e il collegio dei revisori.  Per questo è stato incaricato un consigliere di fare un sondaggio molto riservato tra i colleghi che ha portato ai nomi di Galli e Zualdi. Ne abbiamo preso atto e votato all’unanimità. Vede, le scelte possono essere opinabili, ma alla fine una strada comune va presa, non fosse che per evitare la riapertura di vecchie ferite. A questo io non sono disponibile.

Tuttoggi – a margine dell’intervista informiamo il presidente di aver ricevuto l’ennesima minaccia di querela per il nostro ultimo articolo. Ultimo episodio di una lunga lista fatta di intimidazioni e querele temerarie fin qui sempre puntualmente sventate. “Ho sentito qualcosa passando in ufficio – conclude Hanke -francamente il vostro servizio mi sembrava ben fatto. Né parlerò adesso con chi di dovere; voi dovete fare il vostro mestiere, certo con professionalità ma anche rigore, non meritate questa rottura di co….ni ”

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