Carlo Ceraso
Gli ultimi ‘giochi’ della disperata partita della Spoleto Credito e Servizi, holding che controlla Banca Popolare di Spoleto, si concluderanno sabato prossimo con l’assemblea dei soci. Ancora una volta è stato il Palazzo di Giustizia a far da cornice alla diatriba interna alla Cooperativa che vede contrapposta la maggioranza del board alla cordata guidata da Giovannino Antonini. Questa mattina, infatti, si è tenuta l’attesa udienza, fissata dal presidente del Tribunale, il giudice Emilia Bellina, circa il ricorso presentato dai consiglieri Bellingacci e Zuccari avverso il Cda che lo scorso 28 novembre aveva votato la sfiducia nei confronti di Antonini e Bellingacci quali presidente e vicepresidente del consiglio. Il giudice, a quanto è dato sapere, ha respinto il ricorso riconvocando le parti per il prossimo mese di marzo per definire le spese processuali ed ulteriori aspetti della controversia che sarebbero però ininfluenti ai fini della causa stessa. Una decisione che equivale a dire che l’attuale assetto del Cda è legittimo e quindi che il presidente della holding è Fausto Protasi. Sarà quindi lui a condurre l’assemblea dei soci, voluta dalla maggioranza dei revisori dei conti (contro il parere del presidente) e che si terrà sabato prossimo.
Cda annullato – ma la presidenza del Tribunale oggi è dovuta intervenire su un nuovo ricorso d’urgenza, il quarto in un mese presentato dagli antoniani, in merito al Cda che era stato convocato per domani mattina alle 10. Il motivo del contendere è nei termini di convocazione del board. Protasi, come si ricorderà, venerdì scorso (9) aveva invitato il consiglio a riunirsi per domani (14), rispettando così i 5 giorni fissati dallo Statuto per convocare un board. Anzi, in virtù di un parere legale, di giorni ne ha concessi 6. Ma Zuccari & Co. hanno contestato il ‘conteggio’ sostenendo, attraverso il loro legale, che per riunire un consiglio occorrono 7 giorni (ai 5 giorni bisogna aggiungere quello della convocazione e quello dei lavori). Un cavillo, insomma. Giuridicamente sufficiente a convincere il giudice a disporre l’annullamento del board. Il dispositivo, che non è ancora arrivato sul tavolo di palazzo Pianciani, è stato confermato dallo stesso avvocato che cura gli interessi della minoranza del board. All’ordine del giorno, ai fini della cronaca, c’era la discussione della richiesta avanzata da alcuni azionisti di estromettere Antonini e Bellingacci da soci Scs per i motivi legati alla nota ispezione della Bankitalia e l’ipotesi di far slittare la stessa assemblea di sabato prossimo. Non se ne farà nulla. Dunque si va dritti alla assemblea dove i due ex vertici di Bps e Scs contano di ottenere la fiducia della maggioranza dei soci, estromettere i ‘ribelli’ e tornare così in sella alla holding. Certo, resta ancora da comprendere il perché di tanto attaccamento alla poltrona (Antonini e Bellingacci sono da più di un decennio alla guida dei due istituti) che si protrae dallo scorso gennaio a colpi di blitz e carte bollate: per il bene della Banca, come sostengono, per mantenere una posizione di prestigio oppure c’è dell’altro? I bene informati giurano che a margine del caos che sta vivendo la “Spoleto” ci sarebbe una trattativa segreta con alcuni imprenditori dell’asse eugubino-perugino che sarebbero disposti ad entrare in almeno uno dei 2 istituti di credito.
Raccolta firme – intanto al Pianciani è arrivata una seconda raccolta di firme di soci (sarebbero circa 400 i firmatari) che sostengono l’operato di Antonini e puntano l’indice contro i 4 consiglieri della maggioranza (Cucchetto, Protasi, Solfaroli e Raggi) e il presidente dei revisori dei conti (Rossi). Una chiara risposta al documento con cui un centinaio di soci (secondo alcuni una 70na) la settimana scorsa aveva chiesto l’espulsione dell’ex dominus e del suo vice. Nella petizione, diramata in queste ore dagli antoniani alla stampa locale, vengono anche richiamate sanzioni Consob comminate nel 2007 e posizioni di presunta incopatibilita (legata alle attività professionali svolte da alcuni dei consiglieri della attuale maggioranza): questioni già note e che finora nessuno aveva sollevato. Insomma, a leggere le accuse mosse dalle contrapposte cordate di soci, nessuno dei 7 membri del Cda meriterebbe di farne parte. Intanto a tarda sera si è appresa la notizia che alcuni degli amministratori citati nella lettera arrivata oggi al board Scs hanno già dato mandato ad almeno tre studi legali di Terni e Spoleto di verificare il documento per intraprendere ogni eventuale iniziativa nei confronti dei 400 firmatari. Fra poche ore dunque si conoscerà il parere dei legali e dunque se sussistono o meno gli estremi per una azione di rivalsa.
Insulti alla stampa – i nervi sono a fior di pelle e per sabato si attendono scintille. Prova ne è la sparata di uno spoletino, da sempre considerato fedelissimo di Antonini, Maurizio Luciani che domenica scorsa ha telefonato ad un giornalista che da tempo segue le vicende Bps-Scs. Il signor L. – un passato nelle file Dc, Udc, Pdl, Pdl Giovanardi, e oggi di nuovo in Udc, senza considerare le esperienze in Cisl e poi in Ugl – non è nuovo a simili intemperanze. In tempi neanche troppo lontani capitò anche a Tuttoggi.info e alla società che controlla il quotidiano on line che denunciarono i gravi fatti all’autorità giudiziaria.
Critiche alla cena degli auguri – intanto Alberto Massarini, presidente della Fipe (la Federazione italiana pubblici esercizi), ha criticato aspramente la scelta della Bps di affidare il catering della cena degli auguri – fissata sempre per sabato 17 a Palazzo Collicola – alla Mencarelli Group. “A nome dei ristoratori di Spoleto – dice Massarini – sento il dovere di non condividere la scelta fatta specie in questo momento in cui la categoria spoletina risente in modo particolare della grave crisi che attanaglia il settore. Senza nulla togliere alla nota azienda eugubina, preme sottolineare che anche la nostra città vanta delle eccellenze che mi pare vengano dimenticate troppo spesso”. Chiaro riferimento alle cene che la Bps da sempre organizza per la serata finale del Festival dei due mondi e che da anni non vengono più affidate ai ristoratori della città. La posizione del presidente Fipe ieri sera, a margine della cena organizzata dal Conspoleto, è stata ampiamente condivisa anche dal presidente di Confocommercio Andrea Tattini che ha invitato l'istituto a mostrare una maggiore attenzione alla categoria spoletina dei ristoratori.
(Aggiornato alle 17.02 del 14 dicembre)
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