(Car. Cer.) – La convocazione dell’assemblea dei soci Scs per domani, 30 giugno, è legittima. E’ quanto ha stabilito il giudice istruttore del Tribunale di Spoleto, Roberto Laudenzi, che da mezzogiorno si era chiuso in camera di consiglio per decidere sui ricorsi presentati dai ‘ribelli’ alla linea antoniniana. Respinti quindi i ricorsi presentati dagli avvocati Zaccheo, Mazzi e Marcucci. Il duo Antonini-Caparvi si avvia così alla conferma del voto ottenuto lo scorso 17 dicembre e a riacquistare, di conseguenza, i poteri della straordinaria amministrazione che lo scorso 27 aprile erano stati sospesi dalla ordinanza emessa dal presidente del Tribunale Emilia Bellina.
Non è dato ancora conoscere le motivazioni della sentenza. Di certo il ‘via libera’ all’adunanza di domani spalanca le porte al board della cooperativa atteso a fine luglio a decidere sulla ricapitalizzazione della controllata Banca Popolare Spoleto per 30 milioni di euro (decisione che richiede appunto i poteri della straordinaria amministrazione). Ma non è tutto: il magistrato ha condannato i ricorrenti a rifondere le spese legali sostenute dalla Scs. Mai finora, nel mare magnum dei ricorsi che da novembre ‘affollano’ le scrivanie del Tribunale, era stato adottato un simile provvedimento. La notizia della sentenza compare sul sito della holding (clicca qui). Per la verità Scs già alle 15.54 e alle 17.31 di oggi – dopo la solita fuga di notizie sui siti ‘amici’ – ha diramato altrettante note stampa per informare del trionfo giudiziario: comunicati ancora una volta non pervenuti a Tuttoggi.info, i cui lettori, a tal punto, devono non esser degni di conoscere le comunicazioni del board. Indubbiamente per gli energici Antonini e Caparvi queste colonne vanno bene solo quando si tratta di recensire le conferenze per il nuovo logo societario (qui) o le promozioni commerciali della casa madre o delle sue controllate (qui). Ma torniamo alla decisione del giudice che costituisce una vera e propria doccia gelata per l’ex governance (Cucchetto, Raggi e Solfaroli) e per i soci dissidenti (Arcangeli, Graniti, Martinelli e Roscini) i cui rispettivi avvocati non hanno voluto commentare il dispositivo. Motivo? Presto detto, loro il dispositivo sostengono di non averlo ancora ricevuto.
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